Il gruppo cooperativo Sacmi di Imola ha annunciato la cessione a Omnia Technologies della Business Unit Beverage, società storica sorta nel 2000 per la produzione di macchine legate ai processi di soffiatura, riempimento ed etichettatura di acqua minerale e bibite, con sedi a Parma, Verona e all’estero. Una scelta non semplice, ritenuta strategica dai vertici e dai soci del gruppo, e figlia della volontà di focalizzarsi sugli altri settori nei quali il gruppo attualmente opera. Come spiega in questa intervista il Chief Financial Officer Giovanni Campolungo.
Per la cooperativa si tratta di una scelta importante, quasi storica.
Un progetto che parte da lontano, su cui stiamo lavorando da tempo, per riposizionare il gruppo. Un’operazione che riteniamo sarà di soddisfazione sia per noi sia per la controparte. Un passaggio di testimone dalla fine di un percorso strategico e uno nuovo.
Le persone impegnate in questa business unit, si parla di alcune centinaia di lavoratori, come verranno reimpiegate?
In questa fase stiamo lavorando per trasformare le divisioni che avevamo all’interno del gruppo in nuove società che poi saranno cedute col closing programmato per fine luglio. Il numero esatto delle persone coinvolte sarà la conseguenza di questo processo di carve out societario. Nella scelta dell’interlocutore abbiamo fatto una valutazione anche del percorso strategico di Omnia Technologies, e possiamo affermare che per le persone si tratterà di una bella opportunità di ulteriore crescita.
Sono state contattate e coinvolte le organizzazioni sindacali?
A seguito del comunicato ci sarà anche un contatto con le organizzazioni sindacali per informarle. Si tenga presente che l’operazione prevede la creazione di 10 società in altrettante diverse legislazioni nazionali: Stati Uniti, Messico, Brasile, Spagna, Nigeria, Cina..
Nella sede di Imola saranno coinvolte delle persone?
Nessuna. L’operazione riguarderà le due sedi italiane, Parma e Verona, e tutte sedi estere.
Sulla vostra decisione hanno pesato in qualche modo le nuove regole dell’Ue in materia di packaging?
No, assolutamente no. Nel settore delle macchine per i tappi e del packaging continuiamo infatti ad essere presenti, resta uno dei nostri asset più rilevanti. Ma, alla luce del nuovo contesto competitivo, per crescere ulteriormente e rafforzare la nostra presenza nel beverage avremmo dovuto fare investimenti importanti. Abbiamo scelto invece di privilegiare altri settori che riteniamo prioritari, di concentrare risorse organizzative in altri business del gruppo.
La decisione di cedere una intera unità, che nell’azienda ha già una storia di più di 20 anni, cambierà almeno in parte l’identità del gruppo.
In questa fase il gruppo sta compiendo delle scelte di asset allocation che guardano al futuro dell’azienda, dove posizionare il gruppo nei prossimi anni. La cessione di questa unità di business è certamente una decisione importante, è infatti la prima volta che Sacmi approccia la propria strategia in questi termini, e segna una certa discontinuità, certo. È l’inizio di una nuova fase, non un elemento di regressione ma di nuovo sviluppo.