Dalla Bolognina a San Siro, per questi ceffi c’è il popolo del Blasco

Ci sono poco più di duecento chilometri in linea d’aria tra via Magenta 9, nel quartiere Bolognina del capoluogo emiliano romagnolo, e lo Stadio San Siro di Milano dove Vasco Rossi è attualmente impegnato in un tour di sette date.

Niente di straordinario per il Blasco, rockstar italiana con più di ottocento concerti all’attivo oltre al record mondiale di spettatori paganti in un concerto solista con i 225.173 biglietti venditi al Modena Park 2017. Ma per i bolognesi Magenta#9 si tratta di una distanza che questa sera, sabato 15 giugno, colmeranno grazie alla loro musica.

Selezionati insieme ad altre dieci band fra le oltre 500 che da tutta Italia e da alcuni Paesi del nord Europa hanno partecipato al concorso della scorsa primavera “Zocca paese della musica”, questa sera i Magenta#9 apriranno la quinta data milanese di Vasco davanti a un pubblico di 60mila persone.

I Ceffi della Bolognina

Amichevolmente si fanno chiamare i Ceffi della Bolognina, un po’ perché è quella la loro Bologna, quella in cui lavorano, vivono o hanno vissuto – in via Magenta numero 9 l’ex “covo” dove tutto è iniziato -, un po’ per cercare di riabilitare la fama di un quartiere visto come un ghetto degradato protagonista di cronaca nera e brutte notizie, «quando invece è un luogo stupendo con i locali più rock della città, negozi, ristoranti di tutti i tipi, e tanta bella gente come noi… – spiega il frontman della band Alessio Amos Amorati -. Ecco, se in Bolognina c’è solo brutta gente, allora quelli siamo noi». Loro che, all’incrocio tra le vie Magenta e Corticella, a Bologna, vantano un murales sulla serranda di un esercizio commerciale.

Il quartiere

Quartiere della periferia nord bolognese, dietro la stazione centrale, la Bolognina è un quartiere storicamente proletario oggi fortemente underground, multietnico e inclusivo, frequentato da fuorisede e hipsters. È passato alla storia per “la svolta della Bolognina” in quanto da questa sezione del Partito Comunista Italiano Achille Occhetto, nel 1991, annunciò lo scioglimento del Pci e la sua trasformazione in Partito Democratico della Sinistra. Di recente il quartiere è diventato oggetto di diversi progetti di riqualificazione urbana, non senza conseguenze sui prezzi degli immobili e con aspre critiche di gentrificazione.

La band

I Magenta#9 nascono nel 2017 con la stretta di mano fra il già citato Amorati, mezzosangue bolognese-castellano (di Castel San Pietro Terme) e di giorno ingegnere termotecnico, e Amedeo Mongiorgi, chitarrista originario di Savigno, in Valsamoggia, dove gestisce anche la bottega di macelleria di famiglia. A loro si uniscono il più “bolognino” di tutti Raffaele Raffa Marchesini, batterista e impiegato al Comune di Bologna, la seconda chitarra Fausto De Bellis pugliese di nascita ma di adozione bolognese e Michele Cavalca al basso, trasferitosi a Bologna da Reggio Emilia per motivi di studio e poi rimasto. Questi ultimi sono gli unici due membri della band a vivere di musica: De Bellis nel proprio studio di registrazione a Bologna, Cavalca in un’azienda di software per musicisti. Tutti trentenni tranne il frontman Amorati, classe 1975, in comune hanno quello che è di fatto il progetto dei Magenta#9: «una musica rock al tempo stesso energica e melodica».

Le influenze musicali

Litfiba, Ligabue, Timoria, Negrita, Subsonica, Gianluca Grignani, CCCP, 883, ma anche Rats e Massimo Volume sono alcuni dei nomi che hanno influenzato i gusti musicali dei Magenta#9 e ai quali si ispira il loro lavoro musicale. «Io e Amedeo volevamo dare vita a una band come quelle sopra citate per dare nuova musica a chi, come noi, ha amato il rock melodico italiano degli anni Novanta e oggi non ha altri riferimenti musicali», contestualizza Amorati. Da qui i testi rigorosamente in italiano, al fine di raggiungere con le proprie parole un maggior numero di persone, in tabaccheria, dal parrucchiere, al bar. «E portare loro i nostri testi autobiografici e, in una certa misura, felsinei, testi contenenti messaggi universali di positività, modernità, valori morali».

Vasco c’è

C’è ovviamente anche il Blasco fra le influenze musicali dei cinque, e infatti tutti i membri sono stati più volte ai concerti del rocker di Zocca – anche se mai sul palco, almeno fino a stasera.

Ma c’è di più: nella storia dei Magenta#9 Vasco Rossi è il motivo che ha dato vita alla formazione nel preciso momento in cui è nata la band, nel 2017. «Da tempo avevamo l’idea di questa band così come avevamo le prime canzoni originali – racconta Amorati – ma l’abbiamo fondata in fretta e furia, per così dire, per non perdere l’occasione di partecipare a “Standing Ovation”, concorso del Comune di Modena che metteva in palio l’occasione di suonare nei punti collaterali al Modena Park di Vasco. Siamo arrivati in finale e ci siamo esibiti in due punti della grande manifestazione, divertendoci e riscuotendo un successo più grande di quanto sperato. Così abbiamo deciso di mantenere i Magenta#9, trasformandoli da occasione estemporanea a progetto vero e proprio».

Soddisfazioni come ciliegie, una tira l’altra

Grazie a un crowdfunding di successo i Magenta#9 registrano e producono il primo singolo (“Non si può”, 2020) con cui nello stesso anno vincono Sanremo Rock. Il secondo singolo “La doccia” passa l’estate 2021 su Rai Isoradio e li porta in un tour estivo di dodici date, fra cui ad aprire due concerti di Gianluca Grignani (al Rock in Roma e al Bonsai di Bologna). Nel 2022 registrano e pubblicano in vinile la cover rock de “Il cielo in una stanza”, destando l’attenzione nientepopodimeno che dell’autore Gino Paoli che non solo li invita a suonarla dal vivo nella sua casa in Toscana ma rende loro disponibile una registrazione inedita che la band ha usato per un remix del brano in uscita il prossimo luglio.

«Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti» (Andy Warhol – 1969)

“Il cielo in una stanza”, per i Magenta#9 una “poesia ermetica fra le più belle del repertorio musicale italiano”, sarà la quarta e ultima canzone della scaletta che i Ceffi suoneranno questa sera nei loro quindici minuti a San Siro davanti al popolo di Vasco, dopo “Non si può”, “Domani” e “Questo sono io”. Tutti i brani, compresa la cover di Gino Paoli, sono incisi nel primo album della band bolognese: “Ceffi della Bolognina”.

Per chi non va a San Siro

I Magenta#9 hanno pensato a un regalo per gli amici e i fan che non saranno stasera a San Siro (i biglietti delle date milanesi di Vasco sono sold out da prima dell’annuncio delle aperture). In contemporanea con l’esibizione sul palco milanese uscirà sui portali musicali digitali la cover speciale “Io no” registrata per il casting di Modena Park e mai pubblicata. Da questa sera sarà possibile ascoltarla, ad esempio, su Spotify.

Da sinistra: Amedeo Mongiorgi, Raffaele Raffa Marchesini, Alessio Amos Amorati, Fausto De Bellis, Michele Cavalca

L’estate 2024

Se la prima parte dell’estate è «libera per eventuali date che speriamo nascano dopo San Siro», ammettono, alcuni live sono già a calendario:

10 agosto all’Arena dello stretto di Reggio Calabria

20 agosto alla 27sima Festa Bikers di Cologno al Serio

30 agosto in piazza XX Settembre a Castel San Pietro Terme

31 agosto in piazza della Signoria a Ferrara

28 settembre al Boyler Fest di Pontelungo a Bologna

Per ascoltare i singoli e l’album, vedere i videoclip (divertentissimo quello de “Il cielo in una stanza”), e restare aggiornati su date e news: www.magenta9.it

Via Magenta 9, oggi

Da qualche tempo l’appartamento di via Magenta 9, ex covo dei Ceffi della Bolognina, è diventato il bed&breakfast “Rock ’n’ pop house” arredato con memorabilia a tema musicale fra cui quelli dei due gruppi del proprietario Amorati (Magenta#9 e Rain, altra storica band bolognese di rock più duro e metal, con testi in inglese e che per questo conta un vasto pubblico internazionale, tanto che ad agosto avranno l’onore di rappresentare l’Italia alla metal battle del Wacken, uno fra i più grandi festival metal al mondo). «La ricezione turistica era l’unica seconda vita possibile per quell’appartamento – chiude Amorati – perché finché l’ho abitato, prima di sposarmi e trasferirmi a Castel San Pietro Terme, è sempre stato un covo con letto per tutti i miei amici».

di Milena Monti

© Riproduzione riservata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *