Da sinistra: Massimo Cenciotti, segreteria nazionale Fp-Cgil; Fabrizio Pancino, responsabile relazioni industriali Gruppo Hera; Antonello Assogna, Uiltec-Uil; Alessandro Camilleri, direttore centrale personale e organizzazione Gruppo Hera; Cristian Fabbri, presidente esecutivo Gruppo Hera; Ilvo Sorrentino, segreteria nazionale Filctem-Cgil; Romeo Bregata, segreteria nazionale Femca-Cisl; Fabio Gigli, segreteria nazionale Uiltrasporti-Uil.
Sicurezza, appalti, sostenibilità, inclusione e benessere sono i cinque pilastri del “Patto per il buon lavoro” dai sindacati con il Gruppo Hera e presentato a Bologna.
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Si tratta di un accordo storico e rappresenta uno strumento inedito per le aziende del settore.
Nel quadriennio 2024-2027 sono previsti investimenti per 60 milioni di euro in formazione, di cui un terzo sulla sicurezza, 2.600 assunzioni (comprese le internalizzazioni) e molte iniziative a favore di genitorialità, flessibilità, apprendimento continuo, contrasto a violenza di genere e valorizzazione delle diverse abilità.
Tra le novità più eclatanti, c’è poi la scelta di legare il premio di risultato anche agli obiettivi di sostenibilità.
L’accordo è stato firmato dal coordinamento Rsu del Gruppo Hera e dalle segreterie nazionali e regionali di Filctem e Fp Cgil, Femca, Fit e Flaei Cisl, Uiltec e Uiltrasporti Uil, Fiadel e Cisal Federenergia.
Come si legge in una nota congiunta, «l’impegno comune è di tracciare un percorso che coniughi crescita aziendale, sviluppo sostenibile e benessere collettivo, con l’obiettivo di creare valore nel lungo termine e generare un impatto positivo tangibile per tutti gli stakeholder, a partire dalle persone e dal territorio, temi da sempre centrali per la multiutility che già oggi conta oltre 10.000 dipendenti, un numero in costante aumento dal 2002, con oltre il 95% di contratti a tempo indeterminato».