Il dottor Tasca va in pensione dopo 25 anni alla guida dell’Unità di otorinolaringoiatria

Ignazio Tasca, storico direttore dell’Unità operativa di otorinolaringoiatria dell’Azienda sanitaria di Imola, va in pensione e cesserà formalmente il proprio servizio alla fine di luglio.

Ieri l’Ausl di Imola rappresentata dal suo direttore generale Andrea Rossi lo ha salutato e ringraziato per il servizio svolto.

Ignazio Tasca è entrato nell’allora Usl 23 a metà degli anni ’80 ed ha assunto la guida del reparto al pensionamento del suo maestro, il professor Giorgio Sulsenti, nell’autunno del 1999.

Anche se l’obiettivo primario del reparto è sempre stato quello assistenziale, l’attività scientifica e la ricerca non sono mai state trascurate, così come la formazione e la divulgazione scientifica e tecnica che hanno portato il suo direttore ad essere ambasciatore dell’Azienda Usl di Imola nel mondo.

Il saluto del dottor Tasca ai colleghi medici:

«I nostri giovani medici devono essere consapevoli che si può diventare degli stimati professionisti a livello internazionale anche lavorando in ospedali “di provincia” come il nostro. Io sono professionalmente nato qui, è qui che sempre investito sulla mia professionalità e la mia competenza, qui sono cresciuto e mi sono formato e credo, con orgoglio, di aver lasciato un segno e di aver saputo portare il nome della nostra Azienda fuori dai suoi confini. Ai giovani medici lascio quindi questo messaggio, e alla direzione quello di dar loro l’opportunità di crescita che io ho avuto e che mi sono saputo costruire».

La dichiarazione del direttore generale Andrea Rossi (a sinistra nella foto):

«Il contributo del dottor Tasca per la nostra Azienda è stato molto importante, non solo per le competenze e la professionalità che gli vengono riconosciute a livello nazionale ed internazionale, ma anche per la dedizione e l’impegno costante che hanno contribuito a far crescere il sistema sanitario pubblico locale. Vorrei inoltre sottolineare che tutta la sua attività, quella clinica svolta in ospedale e quella scientifica e di ricerca che lo hanno portato spesso anche all’estero, è sempre stata caratterizzata da un grande entusiasmo e da un grande orgoglio di fare parte di questa comunità professionale, di cui lui si è sempre sentito e dimostrato un rappresentante nel mondo».

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