Prima di decidere dove passerà la nuova linea ferroviaria, i sindaci di Bologna, Imola, Dozza, Ozzano, Castel San Pietro e San Lazzaro chiedono altri 90 giorni, a partire dell’8 settembre, da dedicare al Dibattito pubblico, lo strumento di confronto che precede la realizzazione delle grandi opere. E questo «in coerenza con i principi del diritto amministrativo, della buona fede e della leale collaborazione tra enti».
Per la nuova linea che unirà Bologna e Castel Bolognese con due binari aggiuntivi destinati al trasporto delle merci e ai treni ad alta velocità si arriverebbe quindi a tirare le conclusioni all’inizio di dicembre, per un’opera i cui lavori sono previsti a partire dal 2026.
Prima un Tavolo con Ministero, Ferrovie, Regione ecc..
La richiesta dei sindaci non si limita però solamente ad un allungamento dei tempi.
Per procedere con il quadruplicamento della ferrovia Bologna-Castel Bolognese (perché si parla di “quadruplicamento” anche se sono previsti due binari in più lo spighiamo QUI), i primi cittadini chiedono infatti che si arrivi ad un Accordo interistituzionale più articolato e condiviso.
Spiegano come le motivazioni a sostegno della richiesta di una riprogrammazione del percorso sono emerse in maniera evidente e con prepotenza in questi mesi: «Gli incontri e le attività di presentazione del progetto di quadruplicamento hanno confermato con ancora maggiore forza l’esigenza e la necessità di avere un quadro strategico e progettuale più ampio, motivato e condiviso, dotato di approfondimenti tecnici mirati alle diverse soluzioni in campo».
Per questo si chiede l’istituzione formale di un tavolo interistituzionale tecnico-politico a cui sono chiamati il Ministero, Rete ferroviaria italiana (Rfi), la Regione Emilia-Romagna, la Città metropolitana ed i Comuni attraversati, in cui siano affrontati e condivisi l’approccio strategico al progetto e la sua declinazione tecnica. Al termine del Tavolo l’approdo dovrà essere la sottoscrizione di un “Accordo interistituzionale per la realizzazione del quadruplicamento ferroviario Bologna-Castel Bolognese e per il potenziamento del Servizio ferroviario metropolitano”.
Perché prima di far partire un’opera che avrà un impatto notevole sui territori che attraverserà vanno analizzati costi e benefici, su più fronti.
Quali impatti? Che benefici? E nessuna soluzione tecnica venga scartata!
Per quanto riguarda l’approccio strategico – scrivono i sindaci – deve essere condiviso quale sia il ruolo del potenziamento previsto a livello locale e sovralocale e quali siano le opportunità reali connesse e gli effetti attesi per i servizi Alta velocità, Servizio ferroviario metropolitano e merci in quanto un intervento di tale portata deve necessariamente valorizzare e garantire più opportunità a diverse scale, anche in relazione alle pianificazioni messe in campo dai diversi enti.
Per quanto riguarda l’analisi più strettamente tecnica dovranno essere analizzati in maniera puntuale più argomenti:
- le diverse soluzioni fra cui quella in affiancamento alla linea attuale anche non sopraelevata e contemplando l’ipotesi della realizzazione di gallerie o di soluzioni specifiche ad hoc per i centri abitati, in particolare quello di Imola
- le ricadute sulla stazione centrale di Bologna e la sua rete di adduzione, in relazione alla realizzazione del Servizio ferroviario metropolitano e del traffico ferroviario regionale
- le necessarie opere di compensazione e mitigazione
In sostanza, una progettualità che completi la prospettiva con una reale relazione territoriale fra i servizi della nuova linea e quelli metropolitani (la stazione di Toscanella, il potenziamento del nodo di Bologna, l’incremento di trasporto locale, ecc).
In particolar modo, al fine di poter esprimere valutazioni tecniche di merito dovranno essere necessariamente approfondite le seguenti componenti per le quali ci attendiamo integrazione per la documentazione: trasportistica, urbanistica, agronomica, idrologica ed idrogeologica, paesaggistica.
Questo è in sintesi il contenuto della lettera che i sindaci Matteo Lepore (Bologna e sindaco metropolitano), Marco Panieri (Imola e presidente del Nuovo Circondario imolese), Luca Albertazzi (Dozza), Luca Lelli, (Ozzano dell’Emilia), Francesca Marchetti (Castel San Pietro Terme) e Marilena Pillati (San Lazzaro di Savena) hanno inviato all’amministratore delegato di Rfi, al referente del Progetto, al referente del Dibattito pubblico Andrea Pillon e all’assessore regionale Andrea Corsini.
Ora si attende la risposta delle Ferrovia e del Ministero.