Il Festival Internazionale del Folclore è sicuramente uno degli appuntamenti più consolidati, seguiti e apprezzati del calendario estivo imolese.
La formula è collaudata: attraverso spettacoli di elevata qualità artistica, di tradizioni popolari, riuscire a creare un momento di confronto, conoscenza, comprensione, tolleranza e valorizzazione delle diversità culturali. Il Festival intende il folclore come strumento di conoscenza, pace e amicizia fra la gente di origine e costumi diversi: un veicolo di solidarietà fraterna fra i popoli di tutto il mondo. Quindi la fratellanza, il valore della diversità, la scoperta di culture e usanze del mondo.
Per l’edizione 33, che si svolgerà dal 26 luglio al 30 luglio, i gruppi ospiti arrivano da Benin, Venezuela e Taiwan, e presenteranno uno spettacolo sicuramente esotico e affascinante.
Il gruppo imolese dei Canterini e Danzerini Romagnoli Turibio Baruzzi, organizzatore del festival, parteciperà per fare gli onori di casa in veste di quarto gruppo alle due serate imolesi con cante e danze della tradizione di Romagna.
Il programma
Il programma prevede cinque serate di spettacolo in quattro diverse località e la tradizionale sfilata dei gruppi in costume attraverso il centro storico di Imola (sabato 27 luglio alle ore 10).
- Venerdì 26 a Fontanelice, (via VIII Dicembre) ore 21
- Sabato 27 a Imola (complesso di Sante Zennaro) ore 21
- Domenica 28 a Imola (Teatro Ebe Stignani) ore 21 (serata sponsor Banca di Imola)
- Lunedì 29 a Massa Lombarda (piazza Matteotti) ore 21
- Martedì30 a Riolo Terme (piazza Mazzanti) ore 21
Una novità salta agli occhi dal programma e riguarda le location delle due serate imolesi. I lavori di ristrutturazione della Rocca Sforzesca impediscono infatti di ospitare il festival come da tradizione. Tuttavia, il gruppo ha deciso di mantenere l’elemento distintivo della rassegna, ovvero lo spettacolo all’aperto, almeno per la serata del sabato, che si svolgerà al complesso di Sante Zennaro, già sede di grandi eventi come la Fiera dell’Agricoltura, e in caso di maltempo al PalaRuggi. La serata di domenica 28 luglio, riservata ai clienti della Banca di Imola che è sponsor principale della manifestazione, si terrà invece nel teatro comunale Ebe Stignani, dove di recente è stato installato l’impianto per l’aria condizionata.
Ma conosciamo meglio i gruppi protagonisti del festival
Dance Company “Ouyang Huichen” di Taiwan
La compagnia di danza proveniente dalla città di New Taipei, Taiwan, fa parte del Cioff (International Council of Folklore Festival Organizations and Traditional Art – National Office, Chinese Taipei). Fondata nel 1986, la compagnia ha l’obiettivo di preservare e diffondere la bellezza della danza tradizionale taiwanese a livello internazionale.
L’ensemble, composto da 16 ballerini e 7 musicisti pluripremiati, presenterà un ampio repertorio che include danze tradizionali cinesi, danze delle minoranze etniche in Cina, e danze folkloristiche della Mongolia, del Tibet e del Taiwan stesso. Durante la 33ª edizione del Festival Internazionale del Folclore, il gruppo offrirà agli spettatori un viaggio nella mistica e suggestiva atmosfera dell’Asia orientale. Le esibizioni comprenderanno danze che rappresentano arti marziali, combattimenti, coraggio e bravura, ma anche romanticismo, gratitudine verso la natura, celebrazioni religiose e altro ancora.
Gli artisti saranno accompagnati da un’orchestra che utilizza strumenti tradizionali a corda e flauti, insieme a voci meravigliose. Il repertorio musicale spazierà tra molti stili e tradizioni delle diverse regioni e gruppi etnici, includendo la musica Hakka e l’opera cinese. Gli spettatori avranno l’opportunità di immergersi nei suoni caratteristici dei gong e delle trombe dei templi, vivendo un’esperienza culturale ricca e variegata.
Escuela Municipal de Danzas “Mariara” del Venezuela
Il gruppo “Danzas Mariara” è stato fondato nel 1990 da Remy Bernal con l’obiettivo di tramandare l’eredità culturale del popolo venezuelano e di conservare la danza popolare dello Stato di Carabobo, situato nella parte settentrionale del Venezuela sulla costa del Mar dei Caraibi.
Questo ensemble farà conoscere la cultura folkloristica del Venezuela, la quale riflette la profonda influenza dei conquistatori spagnoli e, successivamente, delle correnti culturali europee post-indipendenza. Tuttavia, la musica tradizionale e popolare venezuelana non è solo un’eredità coloniale, ma rivela chiaramente un’origine trietnica: indiana, afro-venezuelana e meticcia-caraibica, promettendo così uno spettacolo altamente esplosivo.
“Danzas Mariara” porterà sul palco un’immagine del Venezuela rappresentata dal joropo, dichiarato Patrimonio Culturale della Nazione il 15 marzo 2014. Questo stile, in cui il gruppo è specializzato, si suddivide in tre generi: Joropo Llanero, Tuyero e Oriental. In 34 anni di esperienza, il pluripremiato gruppo ha presentato le proprie radici culturali in paesi di tutto il mondo. Gli spettatori saranno incantati da uno spettacolo di altissimo livello artistico, con danze caratterizzate da movimenti ritmici, energici ed armoniosi, costumi colorati e altamente scenografici, e musiche tipiche eseguite dal gruppo musicale “El Regreso de Florentino”, composto da cinque musicisti e accompagnati da due cantanti di fama nazionale.
Troupe Les Supers Anges du Benin del Benin
A rappresentare il continente africano durante l’edizione 2024 del Festival Internazionale del Folclore sarà La troupe de ballets et de théâtre proveniente dalla Repubblica del Benin, nella regione dell’Africa occidentale, conosciuta in passato come Dahomey.
Questo ensemble, il più antico del Benin, ha sede a Cotonou, città situata sul litorale atlantico e considerata la capitale culturale del paese. Fondato nel 1986 da Allade Coffi Adolphe, capo coreografo del Balletto Nazionale del Benin e presidente della Confederazione Beninese di Danza (COBED), il gruppo ha l’obiettivo di presentare le danze tradizionali del Benin: danze celebrative, danze della corte reale e danze rituali del culto voodoo, noto come “vodun”.
Poiché il Benin è la culla del voodoo, il gruppo porterà l’audience nell’atmosfera di una gigantesca kermesse variopinta e frastornante con danze di maschere come “Guêlêdê”, riconosciuta dall’Unesco, danze dedicate alla madre natura, al dio della terra e ai fantasmi. Questi balli rituali sono spesso furiosi, energetici e inquietanti. Considerando la tragica storia del Benin e il ruolo importante del regno di Dahomey nel commercio degli schiavi, le coreografie emozionanti create dal direttore trasmettono un potente messaggio di “non dimenticare”, incoraggiando le persone ad accettare gli altri, a perdonare e a convivere in pace. Al ritmo del tamburo, gli spettatori assisteranno a un originale mix di teatro di strada e teatro magico.