Perché per sistemare il Parco delle Acque minerali non sono stati chiesti i soldi post alluvione?

Il Comitato autodromo e Legambiente di Imola denunciano lo stato di incuria del parco cittadino delle Acque minerali. E chiedono alla Soprintendenza un sopralluogo con Comune di Imola e Area Blu, così da verificare il danno provocato dalle frane causate dalle alluvioni del maggio 2023.

Il riferimento è alle frane che si sono verificate sul versante ovest del monte Castellaccio e che hanno trascinato verso valle tratti di sentieri che caratterizzano la zona, il muretto a secco e le staccionate. Il versante ovest era già stato interessato da una precedente frana che nel 2013 aveva interrotto la percorribilità della parte alta del sentiero che porta al Castellaccio. Erano invece
rimasti percorribili i sentieri del medio e basso versante, colpiti invece dalle nuove frane  del maggio 2023 che ne avrebbero compromesso in parte la fruibilità.

L’accusa

L’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale è di non avere richiesto i finanziamenti al Commissario straordinario alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, il generale Figliuolo, malgrado, dicono comitato e associazione ambientalista, questo fosse stato chiesto e segnalato.

«L’amministrazione comunale è stata solerte a chiedere e ottenere, in un momento così difficile, 8,5 milioni di euro per il ripristino del muro dell’autodromo (per non parlare dell’efficienza nel reperire corpose risorse pubbliche per nuovi box, area Vip, ospitality Vip, ascensori Vip…), ma dimenticare, o non ravvisare la necessità, di chiedere finanziamenti per il ripristino dei sentieri del Parco delle Acque Minerali, è davvero incredibile».

I casi della Frattona e della Casa del Fiume di Borgo

Sempre Comitato autodromo e Legambiente citano poi l’ordinanza del commissario alla ricostruzione ha riconosciuto il finanziamento proprio per il ripristino dei sentieri danneggiati da alluvione e frane. Due esempi vicini a Imola, in aree controllate dall’Ente di Gestione per i Parchi e Biodiversità – Romagna:

  • 40 mila euro per messa in sicurezza frana e rifacimento sentiero nel bosco della Frattona
  • 10 mila euro per ripristino sentieri e staccionata alla Casa del Fiume a Borgo Tossignano

E invece..

«Il Comune di Imola ha giustificato la sua scelta affidandosi ad una nota di Area Blu che sull’argomento così si è espressa: “L’alluvione del maggio 2023 non ha provocato ulteriori frane (se non piccole erosioni superficiali) rispetto a quella che nel 2016/17 interruppe il sentiero pedonale che dall’area ex Bambinopoli sale al Monte Castellaccio. Pertanto, non sono stati fatti interventi specifici con fondi destinati al ripristino dei danni alluvionali”».

La richiesta è..

«..di effettuare un sopralluogo in loco alla presenza di codesta spettabile Soprintendenza, rappresentanti del Comune di Imola e Area Blu, al fine di verificare il danno provocato dai
fenomeni franosi superficiali avvenuti a causa degli eventi atmosferici di maggio 2023 e chiarire i tempi di sistemazione del sentiero per renderlo di nuovo fruibile in sicurezza. Inoltre, di conoscere quali fondi verranno utilizzati per il ripristino, considerato che non sono stati chiesti finanziamenti al Commissario straordinario alla ricostruzione.

I mali del Parco delle Acque minerali

Il sopralluogo con la Soprintendenza «sarà anche l’occasione per verificare il triste spettacolo di almeno 50 alberi secchi che svettano sul monte Castellaccio, a testimonianza di un progressivo quanto inaccettabile degrado del primo parco cittadino; l’inadeguatezza strutturale e igienica dell’unico bagno pubblico disponibile; la sporcizia presente fra i cespugli lasciata da chi soddisfa lì i propri bisogni vitali; i percorsi ghiaiati oramai privi di materiale inerte che si allagano ogni volta che piove; i danni provocati dall’utilizzo delle mountain bike lasciate scorrazzare in sentieri improvvisati fra la vegetazione. Questa pratica, incompatibile con la struttura fragile del parco, oltre ad avere modificato irrimediabilmente lo stato esteriore dei luoghi, ha compromesso anche la stabilità del monte Castellaccio (…) Non si comprende il motivo per il quale (…) questa pratica sia ancora tollerata dall’amministrazione all’interno del Parco delle Acque minerali».

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