Castel Bolognese è candidata a diventare Capitale italiana del libro 2025.
Ieri a Roma a palazzo Montecitorio una delegazione guidata dal sindaco Luca Della Godenza ha presentato il dossier di candidatura “Un’alluvione di libri. Riemergere con la cultura”.
Erano presenti alla conferenza di presentazione anche l’onorevole Ouidad Bakkali e, in collegamento, l’assessore alla Cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna Mauro Felicori e lo scrittore Cristiano Cavina.
L’ambito riconoscimento, oltre a un’indubbia visibilità nel panorama culturale italiano, porterà alla città vincitrice anche un contributo di 500 mila euro da parte del Ministero della Cultura.
Per la sua candidatura, Castel Bolognese ha deciso di produrre e presentare il dossier “Un’alluvione di libri. Riemergere con la cultura”.
Fin dal titolo risulta chiara la centralità dei tragici eventi che nel maggio 2023 hanno sconvolto Castel Bolognese e molti altri comuni dell’Emilia-Romagna. Altrettanto chiara risulta però la voglia di trasformare una tragedia in un’opportunità di rinascita attraverso la cultura.
Dopo una prima parte dedicata ad un ampio racconto di Castel Bolognese, dei suoi luoghi della cultura e dei danni provocati dall’acqua e dal fango, il dossier presenta, non a caso nel capitolo “Riemergere”, la descrizione di progetti e interventi che concorreranno a raggiungere una serie di importanti obiettivi come:
- l’incremento dell’offerta culturale come strumento di coesione sociale
- il coinvolgimento delle fasce più deboli della cittadinanza nelle attività culturali
- l’aumento della dimensione interculturale e plurilingue.
Tra i vari interventi:
- la riqualificazione del Teatrino del vecchio mercato e la sua riconversione in spazio per i giovani
- la creazione di un’aula studio
- la realizzazione di una serie di eventi per coinvolgere la popolazione castellana in attività legate al tema della lettura e della sua promozione quale strumento di accrescimento personale e collettivo
Oltre che dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Ravenna e dall’Unione della Romagna Faentina, la candidatura di Castel Bolognese a “Capitale italiana del libro 2025” è sostenuta da un testimonial d’eccezione: lo scrittore Cristiano Cavina.
Per l’occasione, l’autore casolano ha sviluppato una serie di proposte culturali raccolte sotto il titolo di “Spunti d’Autore”. Tra queste, “Macchiati caldi”, colazioni che si tramutano in presentazioni di libri, o “LibriCultura”, dove la narrativa viene portata nei campi e i generi letterari si fondono con le coltivazioni: filari e horror, pesche e romanzo rosa, mais e poliziesco, kiwi e avventura.
La dichiarazione del sindaco Luca Della Godenza
«Con grande orgoglio ed emozione abbiamo presentato il dossier per Castel Bolognese Capitale Italiana del Libro 2025. Un dossier di speranza, rinascita e ripartenza dopo l’alluvione, che parla al futuro della nostra comunità e che ha l’ambizione di tracciare una rotta per tutti i comuni che devono risollevarsi dopo un evento calamitoso. Abbiamo proposto piccole e grandi iniziative che ci consentano, tramite i libri e la lettura, di abbattere le tutte le barriere culturali, generazionali e fisiche che ancora ci sono, di rispondere alle esigenze di questo tempo insieme, come comunità. Questo riconoscimento potrebbe davvero rappresentare una svolta non solo per il nostro comune ma per tutte le comunità italiane».
La dichiarazione dell’assessore regionale Mauro Felicori
«La Regione appoggia con vigore e passione la candidatura di Castel Bolognese a Capitale italiana del libro; la candidatura di una piccola città orgogliosa. In occasione della mia visita a Castel Bolognese per l’inaugurazione dell’anno scolastico che si è appena concluso ho avuto modo di vedere, a poca distanza dall’alluvione, le sue straordinarie capacità di reazione. Castel Bolognese con la sua candidatura rappresenta la Romagna alluvionata che reagisce, oltre ad essere “il campione” della regione, dal momento che è l’unico comune emiliano-romagnolo candidato in questa sfida nazionale. Il dossier, che ho avuto modo di leggere, è stato fatto con competenza e con passione. Al suo interno non c’è solo l’orgoglio per le cose fatte, non solo la descrizione dei danni subiti, ma è un vero e proprio progetto per il futuro della città. Un futuro incardinato sulla cultura».