Grazie al riuso dell’acqua in uscita degli impianti di depurazione, utilizzata in attività interne come il lavaggio o il raffreddamento di impianti, il Gruppo Hera risparmia oltre 3 milioni di metri cubi d’acqua potabile.
L’Idar, il principale impianto di Bologna, riutilizza acqua in uscita dal ciclo di depurazione per i propri usi di processo, azzerando l’uso di acqua potabile. Lo stesso avviene negli impianti di Modena, Rimini, Forlì, Cesena, Imola, mentre Ravenna e Cervia raggiungono l’80% di riuso. Sull’impianto di Bologna, inoltre, sono state installate sezioni di ultrafiltrazione e filtrazione a sabbia, per ottenere acqua reflua depurata con caratteristiche utili anche per la preparazione dei reagenti utilizzati durante la depurazione. Grazie a questo sistema di riuso, che comprende altre attività svolte dalla multiutility o da aziende esterne (ad esempio raffreddamenti di macchine, lavaggi di piazzali o di automezzi), ogni anno si risparmiano oltre 3 milioni di mc d’acqua potabile, pari al consumo annuale di circa 60mila persone.
Sempre nell’ottica del risparmio di risorsa, in molte sedi della multiutility, compresa quella di viale Berti Pichat, sono stati potenziati la raccolta e il recupero di acque piovane, da riutilizzare negli scarichi.
Entro il 2030, grazie a un progetto di water management, il Gruppo Hera punta a ridurre i propri consumi di acqua del 25% (-384.000 mc/anno); dal 2019 al 2023, grazie alle azioni già intraprese, ha raggiunto l’obiettivo di riduzione dei consumi interni del 21,5% (-330.000 mc/anno).
Aumentare considerevolmente l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore fa parte dei traguardi previsti dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile.