Per la nuova linea ferroviaria c’è un dato di fatto: l’impatto minore si ha passando a nord dell’autostrada

Si chiama quadruplicamento, ma il progetto da 3,6 miliardi che le società di Ferrovie dello Stato vogliono realizzare lungo il corridoio Bologna – Lecce, prevede il raddoppio dei binari esistenti, destinando la nuova infrastruttura al trasporto delle merci e all’alta velocità.
I tempi sono stretti perché l’opera è legata ai fondi del Pnrr, per cui l’inizio dei lavori è programmato nel 2026. Ma l’impatto che avrà sui territori che si troverà ad attraversare ha spinto Ragione, Città metropolitana e i Comuni coinvolti tra Bologna e Faenza a chiedere un rallentamento e una fase di riflessione e di approfondimento tecnico.
Con una delibera regionale del 29 luglio è nato così il Tavolo interistituzionale per accompagnare il Dibattito pubblico, spostando la conclusione di questa fase, inizialmente prevista a settembre, a inizio dicembre; mentre il termine per la presentazione delle osservazioni è slittato dal 9 agosto al 4 novembre.
Commentando questa decisione, e in ragione della preoccupazione che il progetto ha diffuso in città, nei mesi successivi ai primi incontri pubblici di maggio, il sindaco di Imola Marco Panieri ha fatto un appello a «evitare di diffondere notizie fuorvianti». Quod ha deciso di fare il punto e un po’ di chiarezza intervistando proprio il sindaco di Imola. Buona lettura!

Sindaco Panieri, la discussione sul progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria nasce con un peccato originale di comunicazione: senza saperne nulla, i cittadini dalla sera alla mattina si sono trovati di fronte una mappa con delle linee che passavano sulle loro case! Non proprio il miglior modo per presentare il progetto.

Vero. Però per correttezza dobbiamo ricostruire come è andata: noi siamo stati informati per la prima volta il  2 maggio, l’8 maggio c’è stata la conferenza stampa a Roma e il 10 il primo incontro istituzionale. Un confronto molto veloce, poco comunicato e che non ci ha coinvolto. È stato aperto un sito, caricate delle informazioni, le stesse informazioni che avevano a disposizione i cittadini le aveva il Comune per la prima volta. E questo è evidente che non può funzionare.
Con Rfi siamo stati chiari e decisi, e adesso l’approccio è cambiato. Si sono resi conto che oltre ad avere contro i cittadini e gli stakeholder avevano contro anche i Comuni. E se l’obiettivo è la partecipazione.. non è un gran successo.

Che il progetto era sul tavolo però si sapeva, in Regione, almeno, sapevano.

Sapevano, e sapevamo, che in un tempo indefinito si sarebbe parlato del quadruplicamento della linea ferroviaria, senza però che fosse specificato quando e con quale modalità. Da un anno si raccontava che si aspettava il finanziamento del Pnrr, e si era fermi lì. Non abbiamo mai ricevuto un documento o una comunicazione. È vero che due anni fa la Regione ha votato l’ipotesi di realizzazione di quest’opera, ma questo non vuol dire “domani partiamo”.
Il tema è che Rfi qui ha fatto una scelta diversa: mentre altrove hanno condiviso la progettazione dopo avere già individuato il corridoio, cioè si sono presentati davanti ai cittadini con una sola soluzione, questa volta, vista l’esperienza difficile vissuta in precedenza, hanno anticipato il confronto portando più soluzioni, più corridoi. L’errore grave è che le soluzioni sono state trovate “in una stanza”, senza tenere conto del territorio. La prima versione tagliava a metà San Prospero e Casola Canina! Come fai a definire il passaggio senza tenere conto di queste realtà territoriali!

Oggi è stato trovato un punto di incontro, il tavolo interistituzionale con Comuni, Circondario, Città metropolitana, Regione, Rfi e l’invito a partecipare rivolto anche al Ministero. Ma quanto possono influire effettivamente gli amministratori locali?

Questa è un’opera strategica per il Paese e quindi segue norme e percorsi particolari e facilitati, un po’ come avviene per gli impianti di telefonia. Ci sono però delle verifiche tecniche e delle compensazioni che devono essere concordate con i Comuni. E avere tutti i Comuni contro può diventare un problema. La mia posizione con Rfi è chiara: se collaboriamo c’è spazio, altrimenti interrompo tutto.

Dopo il primo incontro con i cittadini in consiglio comunale l’ipotesi sposata dall’amministrazione imolese sembrava essere l’affiancamento della nuova linea a quella esistente. Mentre invece ora, come avete scritto a Rfi, chiedete che quella soluzione sia esclusa tassativamente.

In quel caso io sono stato, diciamo così, “carnefice e vittima”. La mia è stata una richiesta: ho chiesto di vedere il quadruplicamento di fianco alla linea storica perché sapevo che su quella ipotesi esisteva uno studio realizzato in passato da Rfi e mai condiviso. Uno studio in cui si valutava l’ipotesi di una linea in affiancamento a quella attuale, ma posta sullo stesso livello. La loro nuova proposta era invece di una linea che correva a 18 metri di distanza e costruita su viadotto a 4 metri di altezza. Ovviamente quando è uscita questa ipotesi in consiglio comunale, e l’hanno mostrata senza decenza, proiettata in un video, senza che il Comune l’avesse mai vista prima, con 200 cittadini presenti in consiglio e più di 1.200 persone collegate, beh… ne è nata una situazione molto complicata.
La nostra, ripeto, era la richiesta di vedere quei documenti perché volevamo escludere o modificare quella ipotesi che sapevamo esistere, ma che non era mai stata messa sul tavolo. Altrimenti come faccio a ragionare su una ipotesi che non viene neppure considerata?! Volevamo capire, dato che due delle tre ipotesi date da Rfi non avevano un senso perché tagliavano a metà una frazione. Quando ci hanno presentato lo studio che escludeva l’affiancamento alla linea storica allo stesso livello e adiacente ai binari esistenti l’abbiamo bocciata, e lo abbiamo scritto: da parte dell’amministrazione comunale quella soluzione è bocciata.

Parliamo dunque dei tracciati, che sono lo snodo più importante e più impattante del progetto: possiamo affermare che c’è una soluzione caldeggiata dall’amministrazione comunale?

Tutte le opere pubbliche hanno degli impatti e noi abbiamo il dovere di scegliere quella che ha l’impatto minore sulla comunità. Io non spingo per l’una o per l’altra, perché mi rendo conto che ci sono delle fragilità in tutte le soluzioni prospettate. Però il corridoio che ha l’impatto minore è quello a nord dell’autostrada. Certo ci sono aziende agricole, aziende che sono state molto colpite negli ultimi anni dal maltempo e dall’alluvione, e c’è qualche residenza. D’altronde, corridoi con terreni completamente liberi non esistono. È la soluzione più difficile per le aziende agricole, lo sappiamo. E c’è un tema di impatto ambientale: sicuramente costruire a nord della città avrà una maggiore incidenza sul verde. Ma nel complesso l’impatto sarebbe di certo inferiore rispetto all’affiancamento, dove ci troveremmo con almeno 70 abitazioni da demolire e mille persone coinvolte.

I comitati però insistono sulla galleria, passare sotto per non distruggere sopra. 

Sicuramente l’ideale sarebbe fare tutto sotto terra, è chiaro, ma ci è stato detto che c’è un problema di rischio idraulico. Cosa succede se andiamo sotto terra e ci ritroviamo a fare i conti con un’alluvione come quella dello scorso anno?!

Quindi non se ne parla nemmeno?

No, tutt’altro. Io sono per parlare e per approfondire tutti gli aspetti tecnici. Io non sono un tecnico e quindi al momento non sono in grado di esprimermi. Certo dobbiamo fare tutte le valutazioni del caso e le faremo. Personalmente ho chiesto che si valuti l’ipotesi in galleria per tutte e tre le soluzioni sul tavolo: in affiancamento, a sud e a nord dell’autostrada. Un altro tema che ci dobbiamo porre è cosa succederà prima di Bologna e dopo Castel Bolognese. Come sarà la linea? È una domanda a cui non ho ancora avuto risposta. Non vorrei che qui si passa a 250 chilometri orari e altrove invece si deve rallentare. Se si chiama linea Bologna-Lecce…

Con il rinvio di 90 giorni chiesto da Regione e Comuni si arriverà con la chiusura del dibattito pubblico a dicembre, dopo le elezioni regionali…

(Sorride; ndr). Io spero che questo progetto sia proprio oggetto del dibattito elettorale. Chiunque abbia preso il treno ad alta velocità e anche chi non lo ha preso sa che il treno è una soluzione al traffico su gomma, quindi all’inquinamento e al riscaldamento del clima. Una scelta per l’ambiente e per la salute. Il problema è che poi non vogliamo queste opere.

Lei è conscio che questa “partita” avrà un peso notevole sul suo attuale mandato amministrativo e, forse, anche sul prossimo?

Certo. Di partite aperte ne ho tante e le sto seguendo tutte. Purtroppo tempi e modalità di quello che è stato non si possono cambiare. Quando sono stato nelle condizioni, ho fatto da guida anche per gli altri Comuni: alcuni erano al voto quindi l’iniziativa l’ho condotta io. Ci ho messo tantissime energie fin dal primo momento.
Ricordo che quando sono stato eletto, nel 2020 subito si è posto il tema degli espropri da parte di Società autostrade per la realizzazione della quarta corsia dell’autostrada. C’erano 11 nuclei familiari fuori casa solo a San Prospero! Ho convocato e incontrato i cittadini coinvolti, li ho accompagnati nel rapporto con Autostrade e le soluzioni sono state trovate. Il clima al principio era di forte tensione, ma i cittadini si sono fidati e il Comune si è fatto garante per trovare le soluzioni ai problemi oggettivi che erano sul tavolo.
Personalmente confido molto nel rapporto coi cittadini. Ho incontrato i comitati e continuerò a incontrarli. Il Comune può vigilare sul percorso, insistere con Rfi per poter incidere dove possiamo incidere, e accompagnare i cittadini laddove ci saranno delle situazioni di difficoltà. Il ruolo dei cittadini è invece quello di tenerci attenti e vigili. Tutti però dobbiamo collaborare per trovare la soluzione migliore per un’opera sulla cui utilità, ribadisco, non ci sono dubbi.

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un commento su “Per la nuova linea ferroviaria c’è un dato di fatto: l’impatto minore si ha passando a nord dell’autostrada

  1. buon giorno, ci sono 6 sottopassi a Imola lungo la ferrovia, problemi alluvione 0,
    per evitare alluvioni è sufficiente fare la necessaria manutenzione ai corsi idrici.
    la soluzione meno impattante per il territorio
    a mio avviso è passaggio in galleria.
    molto impattante il passaggio a nord autostrada, tante aziende agricole chiuderanno, altro problema: verranno rimborsati i danni reali e totali causati dalla costruzione della ferrovia ?
    spero non ci perdano gli agricoltori e proprietari di case e poderi .

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