Dove nuotavano i piranha, all’ex Zoo acquario in via Aspromonte a Imola, in zona stazione, ci sarà uno dei primi laboratori in Europa dedicati alla crittografia quantistica.
La crittografia cosa..!?
Si tratta di una delle strade, e una delle più promettenti e affascinanti, su cui si muove la cyber-sicurezza, quell’insieme di conoscenze e tecnologie che consentono di difendersi dagli attacchi informatici.
Il tema sembra astratto, ma la sua concretezza è ben nota alle aziende che hanno visto violati i propri sistemi informatici, bloccata la propria attività, e magari sono state costrette a pagare un riscatto per poter nuovamente accedere al proprio software, ai propri dati, ai propri progetti. Oppure quelle aziende che proprio per un’intrusione nei propri sistemi rischiano di vedere rubato ciò per cui lavorano e operano, ovvero i propri segreti industriali.
Insomma, roba grossa. Che, in un tempo dominato dalla digitalizzazione, e in un sistema basato sulla filiera della subfornitura, nemmeno l’azienda più piccola può concedersi di ignorare.
Perché proprio all’ex zoo acquario?
Oggi l’ex zoo acquario si presenta così:
Mentre a gennaio sarà così:
Dove si faceva divulgazione scientifica su pesci, tartarughe e habitat marini si continuerà a produrre conoscenza. L’edificio circolare verrà infatti trasformato in un Polo formativo e dell’innovazione intitolato ad Adriano Olivetti. Ci saranno spazi destinati alle iniziative di formazione del Circondario imolese, ospiterà i corsi di formazione terziaria dell’Istituto tecnico superiore (Its) sulla cyber security, e verranno attrezzati i laboratori dedicati alla robotica e, appunto, alla crittografia quantistica.
«Le macchine sono in grado di simulare la trasmissione e lo scambio di chiavi effettuata mediante il Protocollo BB84, l’entanglement tra due particelle di fotoni e un nuovo algoritmo di trasmissione di dati su canale quantistico. Lo scopo è quello di fare vedere “dal vero” agli studenti e simulare i nuovi metodi di trasmissione quantistica tramite fotoni e far capire come vengono manipolate le loro polarizzazioni al fine di ottenere dei protocolli che sono in grado di trasmettere dati sicuri».
I lavori di ricupero e riadattamento dello zoo acquario sono in corso e dovrebbero terminare entro l’inizio dell’anno prossimo. Per l’inaugurazione però c’è già una data: il 18 febbraio, quando, alle ore 17 in Italia, di primo mattino al di là dell’Atlantico, ci sarà in collegamento per il taglio del nastro nientepopodimeno che Federico Faggin, il padre del microchip, l’uomo di cui Bill Gates ha detto:
«Prima di Federico Faggin la Silicon Valley era semplicemente la Valley».
Come ricorda Pierangelo Raffini, assessore allo sviluppo economico del Comune di Imola, trasformare il vecchio zoo acquario in uno dei tre tasselli del polo imolese dell’innovazione (gli altri sono l’edificio dell’ex artieri all’Osservanza, dove i lavori di ristrutturazione sono in corso, e l’autodromo), costerà un milione e mezzo di euro: 950 mila per sistemare l’edificio e 500 mila e rotti per attrezzarlo.
«Dobbiamo essere driver per l’innovazione, portare qui nuove imprese e nuove opportunità per l’imprenditoria del territorio. In questa azione l’innovazione è fondamentale per fare impresa e sviluppo».
Ma facciamoci un giro dentro!
I lavori sono partiti a febbraio e sono stati affidati dal Circondario imolese al consorzio Opera Costruzioni Generali di Imola.
Lui è Enrico Baldoni di Opera Costruzioni Generali e ci ha condotto all’interno del cantiere.
La struttura è circolare, i piani sono due.
Quello rialzato verrà diviso in tre locali con parete mobile: due aule dove si svolgeranno (anche) i laboratori aperti organizzati dal Circondario imolese e uno spazio per il laboratorio sulla quantum cryptography, dove verranno alloggiate le due macchine ora “parcheggiate” a Bologna nell’azienda di Massimo Bertaccini. Professore di finanza computazionale, co-fondatore di Cryptolab e uno dei massimi esperti mondiali di cybersecurity, che si divide tra Santa Clara, California, e l’Emilia, Bertaccini ha supportato la progettazione del laboratorio imolese.
Al piano inferiore ci sarà l’altro laboratorio, quello per la simulazione robotica nell’automazione industriale, poi una sala polivalente da 90 posti, gli uffici del Circondario Imolese dedicati alla formazione e uno spazio per l’amministrazione della fondazione Fitstic.
Gli Its e il circondario imolese
Il territorio del circondario imolese e della bassa Romagna è una delle aree della regione in cui le aziende risultano meno indebitate. Si tratta di un territorio fortemente industrializzato e centrato sull’automazione. Non a caso molti dei 110 soci della Fitstic, una delle sette fondazioni che in Emilia-Romagna si occupano alla formazione tecnica superiore (Its), sono aziende di questo territorio.
I corsi Its della Fitstic sono biennali, post diploma, professionalizzanti; ideati e sviluppati per acquisire le competenze tecnico-tecnologiche fondamentali nei settori della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, e da quest’anno anche del fashion, della moda.
Grazie ai fondi del Pnrr destinati alla formazione terziaria degli Istituti tecnici superiori, a settembre la Fitstic dovrebbe vedere partire 18 corsi con circa 800 ragazzi. In attesa che il nuovo modello di istruzione superiore, il “4+2”, vada a regime e dia una spinta ulteriore alla formazione professionalizzante.
Didattica esperienziale (si impara facendo), docenti che vengono anche dal mondo delle imprese, tanto stage in azienda e laboratorio: le figure professionali che escono dagli Its sono le più richieste per cui l’ingresso nel mondo del lavoro dalla porta principale è pressoché garantito (lo abbiamo spiegato bene QUI).
Anche la fondazione sarà intitolata ad Adriano Olivetti
La sede legale di Fitstic è a Cesena, la sede amministrativa a Bologna. Sedi operative invece sono sparse un po’ in tutta la regione. A Imola i corsi sono partiti tre anni fa all’interno della sede dell’Istituto Alberghetti. Gli orari della scuola secondaria non si conciliavano però con quelli dell’attività Its per cui attualmente le lezioni sono svolte a Bologna e a Osteria Grande, nella sede di Boom.
La scelta dell’acronimo che dà il nome alla fondazione Fitstic sta per Fondazione Istituto Tecnico Superiore Tecnologie Industrie Creative. Non immediato e anche, diciamolo, piuttosto “sfidante” da pronunciare. Per cui, come ci anticipa il presidente Gaudenzio Garavini, la fondazione cambierà nome in corrispondenza con l’avvio del laboratorio imolese: si chiamerà Its Academy “Adriano Olivetti”, proprio come il Polo dell’innovazione di via Aspromonte.