Tutto quello che c’è da sapere sulla biennale d’illustrazione Fantastika di Dozza (e sull’atteso risveglio del drago Fyrstan)

di Milena Monti

Forse non tutti sanno che a Dozza, nel mastio della rocca, dorme un drago ispirato alla leggenda del drago di Bubano, mostruoso rettile scoperto a vivere intorno all’anno 1062 in una boscaglia paludosa del comune di Mordano e ancora oggi simbolo del suo stemma.
E forse non tutti sanno che più verosimilmente si trattava di un basilisco, dal momento che la storia, narrata da più fonti, racconta che la creatura uccideva il bestiame e avvelenava i corsi d’acqua (caratteristica, quest’ultima, descritta in numerosi bestiari leggendari).
In ultimo, forse non tutti sanno che Fyrstan, questo il nome del drago di Dozza, è prossimo al risveglio, fatto eccezionale che accade per due soli giorni ogni due anni in occasione della biennale di illustrazione Fantastika quest’anno alla settima edizione e in programma il 21 e 22 settembre (mentre il resto dell’anno il drago è visibile durante i normali orari di apertura del museo della rocca).

Perché un drago a Dozza?

Alto oltre tre metri e lungo nove, occhi infuocati e un tesoro da proteggere, Fyrstan è nato nel 2016 durante la terza edizione di Fantastika (manifestazione nata invece nel 2014) e da allora abita il mastio della rocca dozzese, spazio prima inutilizzato.
Padre del drago è l’artista visivo (cioè illustratore ma non solo) specializzato nel genere fantastico Ivan Cavini, nato e cresciuto proprio tra le medievali mura di Dozza e ideatore e coordinatore di Fantastika.
Cavini ci spiega come «il drago è il simbolo della letteratura fantasy, in un certo senso madre di tutti i generi letterari fantastici. Da millenni i draghi abitano l’immaginario di quasi tutte culture del mondo e anche se oggi ormai nessuno più crede realmente nell’esistenza di queste creature, ritengo sia proprio questa loro capacità di attraversare i luoghi e confondersi tra le pieghe del tempo a renderle speciali e attuali. Fyrstan, nel dettaglio, è il mito dietro la storia che la biennale di illustrazione racconta edizione dopo edizione. Il drago dozzese prende spunto dalla storia recuperata dalla studiosa Lisa Emiliani, oggi presidente della Fondazione Dozza città d’arte; un abbinamento perfetto con il grifo simbolo di Dozza, anch’esso legato all’elemento dell’acqua seppur in maniera diametralmente opposta. La sua presenza nella rocca è il punto di incontro e della contaminazione tra mondo fantastico, tradizione, cultura e aspetto ludico che è centrale nel mio lavoro, al tempo stesso per dare bellezza e spessore a quanto creo. Lo stesso vale per Fantastika, il cui scopo, fin dalla prima edizione ormai dieci anni fa, è quello di valorizzare l’illustrazione fantastica young adult in tutte le sue sfaccettature e attrarre nel borgo un turismo nuovo, più giovane, interessato alle discipline artistiche e professionali dell’entertainment design».

Il risveglio di Fyrstan

Nei due giorni del risveglio, sabato e domenica prossimi, il cancello di Fyrstan si aprirà permettendo ai visitatori di camminare accanto ai suoi occhi che si coloreranno di rosso fuoco; sotto le sue ali, un uovo pulsante e il tesoro che i passanti potranno alimentare (con il classico lancio della monetina) come omaggio al re dei rettili (il latino draco e il greco drakon sono omologhi di serpente).

Fantastika: chi, cosa, dove, quando, perché (e come)

La biennale di illustrazione Fantastika ogni due anni trasforma Dozza in un luogo arcaico e fuori dal tempo: per due giorni protagonisti del borgo, un tempo conosciuto “solo” per i suoi muri dipinti, diventano gli artisti contemporanei che interpretano le grandi storie del mondo fantastico attraverso l’illustrazione editoriale, il cinema d’animazione, la concept art e la game art. Una manifestazione che è sia una fiera di settore sia una rievocazione del genere fantastico, organizzata dalla Fondazione Dozza Città d’Arte con la direzione culturale dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (Aist) che ha sede proprio a Dozza e il patrocinio dell’amministrazione comunale.
Speciali partner dell’evento, a testimonianza della sua cresciuta e crescente importanza, sono il celeberrimo Lucca Comics & Games e la Nemo Academy of digital arts di Firenze, che permettono a Fantastika la collaborazione di professionisti del settore, creativi e docenti di fama nazionale e internazionale.
Operativamente, Fantastika coinvolge un grande numero di persone nel dietro le quinte: quest’anno una settantina di ospiti e una cinquantina fra volontari e associazioni che collaborano, come la dozzese Black Isle Society per i giochi di ruolo.

Il programma della manifestazione prevede mostre, workshop, artist desk, dibattiti e live performance.
Oltre all’evento del risveglio del drago, trovano spazio tra castello e pinacoteca gli artisti professionisti che espongono il proprio lavoro creativo, scelti in base alle opere editoriali pubblicate, all’originalità e all’impatto artistico-culturale che hanno nel settore del fantastico; a latere, l’intero borgo si anima di spettacoli, artigiani e appassionati del genere fantastico. Il centro studi tolkieniani “La tana del drago”, primo nel suo genere e con sede insieme alla Aist nella storica palazzina di via XX Settembre 2 ristrutturata nel 2018 in collaborazione fra associazione, Fondazione Dozza città d’arte e Comune, dedica naturalmente i propri spazi all’approfondimento di tematiche riguardanti John Reuel Ronald Tolkien, autore de “Lo Hobbit” e de “Il Signore degli Anelli”, oltre che di numerosi altri libri pubblicati postumi a cura del figlio Christopher.

 

E ora il programma dell’edizione 2024 (il 21 e 22 settembre)

Rilevanza nazionale ha, ad esempio, la presentazione in anteprima della nuova traduzione de “Lo Hobbit”, per la prima volta con l’accompagnamento non solo dei disegni realizzati da Tolkien ma anche dei bozzetti e di tutte le mappe da lui stesso utilizzate per scrivere la storia, per un totale di cinquantatré illustrazioni inedite. Il volume, in uscita il prossimo 6 novembre, presenta inoltre la novità assoluta, dopo cinquant’anni, di una nuova traduzione italiana a cura dello scrittore Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi, uno dei soci fondatori dell’Aist (che complessivamente conta oltre cento iscritti).
Per saperne di più c’è un interessante articolo sul sito del centro studi. Lo trovi QUI.

Cavini è convinto che sia «necessario continuare a studiare e tradurre l’opera di Tolkien affinché anche in Italia, dove lo scrittore non è ancora trattato come un grande classico letterario come altrove all’estero, ci si accorga della sua attualità. Le sue opere sono letture a strati, fatte di storia, sì, ma anche di un background ricco di dettagli e ancora di filosofia, filologia, spiritualità».

La due giorni di Fantastika porrà inoltre una particolare attenzione alle origini del drago e delle creature fantastiche in generale, esplorando i loro significati nell’araldica, nel folklore, nel cinema e nella letteratura, con un focus sul bestiario di Ulisse Aldrovandi, il naturalista bolognese che nella seconda metà del ‘500 interpretò la storia naturale con l’aiuto – appunto – di uno staff di illustratori, traducendo per la prima volta in immagini un groviglio di creature reali, draghi e superstizioni fantasiose.

Il programma (nel dettaglio in foto) prevede anche tre mostre (Draconis Forma, Mythomorphosis e Draghi ed elfi – come li vedo io); il premio Drago d’oro, quest’anno attribuito all’animatore (Disney, Dreamworks e Warner) Sandro Cleuzo, alla scrittrice Loredana Lipperini, all’illustratore Vittorio Bustaffa e al traduttore Edoardo Rialti; workshop, firmacopie e appuntamenti a teatro con giochi di ruolo, presentazioni, spettacoli. Domenica in programma anche la sfilata cosplay, ovvero di persone vestite dei panni dei loro personaggi fantastici preferiti. Fra gli appuntamenti fantastici non mancano focus più attuali…

 

 

Fantastika e attualità #1: il mestiere del creativo al tempo dell’intelligenza artificiale

Come si sta trasformando il lavoro del creativo nell’era dell’intelligenza artificiale generativa (anche) di contenuti visivi, ad esempio illustrati, è un tema che a Dozza sarà affrontato in due tavole rotonde, una con l’artista e visual designer Lorenz, l’altra con il pittore e visual art educato Vittorio Bustaffa.

A tal proposito Cavini spiega come «le intelligenze artificiali e il mondo dei social non hanno ancora una regolamentazione che tutela gli artisti perché la politica non riesce a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica. L’illustratore del domani, che è già oggi, è costretto a barcamenarsi tra appropriazioni indebite delle proprie opere, editori self-made senza deontologia professionale e tutte le complessità del mercato che li obbliga a dedicare moltissimo tempo all’autopromozione e alle lungaggini burocratiche. Per questo quest’anno a Fantastika accanto agli eventi di intrattenimento ci saranno anche momenti per affrontare queste tematiche con esperti del settore».

Fantastika e attualità #2: il fantasy contro il cambiamento climatico

«Il fantasy che da quasi vent’anni domina tutte le piattaforme distributive, dimostra forse di interessare a un pubblico che intende volgere lo sguardo indietro, alla ricerca delle cose buone che ha dimenticato nella frenesia del consumismo e del progresso. Gli appassionati di elfi e maghi sono eterogenei per età, nazionalità ed estrazione sociale ma forse, come i nativi americani e altre civiltà arcaiche, hanno in comune una sensibilità olistica della vita e una spiritualità trasversale: sono coscienti dell’irreparabile disastro ambientale in corso e non credono che la soluzione possa arrivare da un consumismo che mette il benessere materiale dell’uomo prima di ogni cosa, a discapito degli altri esseri viventi. E così la magia del bastone di Gandalf diventa l’energia della natura da utilizzare solo in maniera responsabile, l’artigianato e il lavoro manuale acquisiscono un valore intrinseco, e la Contea – citazione tolkieniana, nda – diventa lo specchio di una vita più semplice e attenta alle cose che crescono, come gli hobbit insegnano. Ma non siamo ancora in un film distopico o post-apocalittico, possiamo ancora ritrovare il nostro rapporto con l’ambiente e magari favorire un progresso rispettoso e attento al grande tutto di cui facciamo parte». (cit. Ivan Cavini)

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