L’ennesimo atto di violenza contro il personale del Pronto soccorso dell’Ospedale di Imola è avvenuto questa mattina, domenica 22 settembre.
Secondo quanto riferito dall’azienda sanitaria, intorno alle 7 un uomo di circa 40 anni ha perso il controllo mentre si trovava insieme alla compagna, per la quale era stato previsto un trattamento sanitario obbligatorio (Tso).
Il rifiuto di quest’ultima a sottoporsi al Tso ha scatenato la reazione violenta da parte dell’uomo, che ha colpito con calci e pugni due infermieri e un medico intervenuti per fornire assistenza.
E solo grazie all’intervento tempestivo e coordinato del personale sanitario, che ha affrontato la situazione con professionalità e coraggio, si sarebbe riusciti a evitare conseguenze più gravi, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Il personale dell’ospedale coinvolto, un medico e due infermieri, ha riportato ferite e traumi fisici. Nel corso della colluttazione l’aggressore dopo avere afferrato il bastone che sorreggeva la flebo che gli stavano praticando ha iniziato a provocare danni alle attrezzature mediche nelle vicinanze.

I vertici dell’Ausl hanno espresso la propria vicinanza e solidarietà al personale coinvolto: «Episodi come questo non sono più tollerabili. Il Pronto soccorso, luogo deputato alla cura e al soccorso di chi ne ha bisogno, non può diventare teatro di violenze che mettono a rischio la salute e la vita dei nostri operatori, persone che quotidianamente si dedicano alla tutela della comunità».
Sempre l’azienda riferisce come da tempo siano state intraprese azioni in collaborazione con autorità e forze dell’ordine, oltre che attivate iniziative di formazione specifica e di sicurezza interna. «Ma il fenomeno sta diventando sempre più preoccupante e di complessa soluzione considerando anche i tanti e recenti fatti di cronaca a livello nazionale. È impensabile che chi lavora per il benessere e la salute altrui debba vivere nella paura di essere aggredito mentre svolge il proprio dovere. L’azienda Usl di Imola rimane al fianco del proprio personale e continuerà a battersi affinché nessuno debba più temere per la propria incolumità sul posto di lavoro. Ci auguriamo che le istituzioni competenti possano agire con tempestività e decisione, perché la sicurezza di chi cura è fondamentale per garantire la qualità delle cure stesse».
I segretari della Uil e della Uil Fpl Emilia Romagna, Marcello Borghetti e Paolo Palmarini, e il coordinatore confederale Giuseppe Rago, hanno chiesto nuovamente la presenza di personale di sicurezza al pronto soccorso anche di giorno, non solo dalle 18 alle 2 come avviene oggi con una guardia giurata: «Negli anni abbiamo sollecitato più volte che vi fosse vigilanza privata e delle forze dell’ordine, ma la presenza di una guardia giurata dalle 18 alle 2 di notte serve a poco, la presenza deve essere garantita h24, ed anche stamattina il personale ha dovuto fronteggiare da solo l’arrivo delle forze dell’ordine che erano state allertate. Continueremo ad essere irremovibili su questo punto, non è più tollerabile recarsi a lavoro per fornire aiuto ed essere costretti questo aiuto a doverlo richiedere a rischio della propria incolumità».
Il direttore generale dell’Azienda Usl di Imola, Andrea Rossi, ha commentato: «La violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile. L’episodio di questa mattina ha superato ogni limite di tolleranza. Bando a ogni tentativo di strumentalizzazione, serve una reazione unitaria di tutte le componenti della nostra comunità a difesa di chi ogni giorno lavora nel servizio sanitario nazionale».
Il sindaco Marco Panieri ha espresso, a nome dell’amministrazione comunale e della città, solidarietà e vicinanza al personale medico e infermieristico vittima dell’episodio di violenza. E ha dichiarato di unirsi alla «richiesta di una maggiore vigilanza e protezione, affinché episodi del genere non si ripetano».
