di Milena Monti
Doveva essere un banco di prova, è diventato un grande successo: Emilia5, la vettura a energia solare del team Onda Solare patrocinata dal Centro nazionale per la mobilità sostenibile e dall’Università di Bologna, ha letteralmente trionfato nella categoria Cruiser della South African Solar Challenge (o Sasol) 2024.
Duemilacinquecento chilometri attraverso il Sudafrica fino a Cape Town al cento per cento spinti dal sole, ovvero senza mai trasportare la macchina sul trailer di servizio indipendentemente da ostacoli e meteo (un primato nella storia della competizione sudafricana). Per tutte e otto le tappe il team italiano ha guidato la classifica di categoria, davanti a tre team di casa; velocità massima registrata ben 97 chilometri orari; fra i premi speciali dedicati alla ricerca scientifica che sta alla base delle competizioni per vetture solari, anche l’Innovation Award per il sistema di sospensioni posteriori (ne avevamo parlato QUI presentando macchina e gara).
Per aspera ad astra
Hanno affrontato salite durissime e discese ripide, montagne e deserti senza confini, sole bruciante e pioggia battente come una squadra di professionisti esperti. Per una settimana hanno dormito e cucinato nel loro stesso accampamento mobile, condividendo la vista delle stelle e il vento gelido come una strana e bellissima famiglia allargata, in unità di intenti e sacrifici. Non hanno mai mollato nonostante le insidie della gara, come le “tappe cieche” impossibili da programmare anticipatamente perché svelate al momento del via, come previsto dal regolamento di una competizione che gli addetti ai lavori considerano fra le più toste dal punto di vista logistico e strategico.
«In confronto il World Solar Challenge australiano è una passeggiata», ci ha detto al telefono il pilota castellano Ruggero Malossi dopo l’arrivo trionfante. Il confronto è con quello che era – ed è – il vero obiettivo di Emilia5: la gara di 3.000 chilometri da Darwin ad Adelaide in programma il prossimo anno, alla quale evidentemente la vettura dell’Università di Bologna si presenterà come una delle auto da battere insieme a quelle delle più grandi università di tutto il mondo.
Sole, strada… E poi?
Sul diario di bordo (lo potete leggere QUI) il team racconta i colori cangianti africani, la proverbiale gentilezza della gente incontrata per strada, l’accoglienza entusiasta e i sorrisi disarmanti dei bambini che sembravano non credere all’esistenza di auto solari; ma anche le baracche, le lamiere contorte e il filo spinato dell’apartheid rimasto in vigore fino a una trentina di anni fa. Ci sono stati gli incontri comuni e quelli altamente tecnologici, tutti comunque in un contesto di strada che rendeva il livello comune, tutti mossi dall’interesse per la scienza e per un futuro migliore. E poi ci sono state le difficoltà, da quelle tecniche a quelle “banalmente” linguistiche (in Sudafrica sono numerose le lingue parlate), tutte abilmente superate grazie a quello che nel curriculum moderno si chiama problem solving.
Dall’Italia con soddisfazione
«Abbiamo fatto una cosa eccezionale, ma non l’abbiamo fatta solo noi qua in Sudafrica – ha precisato al telefono Malossi prima di salutarci -. La squadra che ha trionfato alla Sasol 2024 è composta da tutti coloro che hanno lavorato a Emilia5, tutti i progettisti, disegnatori, costruttori, ingegneri, professori, ricercatori, studenti, professionisti e imprenditori che hanno abbracciato il progetto con uno scopo preciso che ha un sapore ibrido fra sogno e utopia: rivoluzionare il modo di concepire la mobilità».
Una voce dall’Italia è quella di Davide Grandini, progettista castellano che ha disegnato Emilia5 a partire proprio da carta, penna e computer. È rimasto in Italia per motivi di lavoro, Davide, ma da qui ha seguito con tutti i mezzi la propria creatura e il team che l’ha guidata al successo. «Non vedo l’ora che i nostri eroi tornino in patria per festeggiare insieme ma anche per riprendere il lavoro su Emilia5 in vista dell’Australia», racconta il progettista meccanico, in Onda Solare dal 2019.
«Pur partendo dai regolamenti delle gare solari per quanto riguarda tutti gli ingombri di base dell’auto, come la dimensione, le superfici, le celle, eccetera (è così che la “rossa” ha superato con successo tutti i controlli previsti prima e durante la Sasol, nda), ora possiamo analizzare i dati raccolti su strada e continuare a migliorare la nostra vettura. Il lavoro fatto per Emilia5, progettata da zero, è stato lungo e impegnativo, una vera sfida per tutti sotto tutti i punti di vista; per me è stato anche un entusiasmante banco di prova, visto la mia specializzazione in altri settori mentre la fibra di carbonio mi era nuova. Per questo la soddisfazione per il grande risultato portato a casa è immensa, la mia felicità colma la distanza da qui al Sudafrica».