L’incontro organizzato a Chiusura di Imola dal Comitato “No Viadotto” ha sortito il risultato di allargare le fila di chi vuole che la nuova linea ferroviaria tra Bologna e Castel Bolognese venga realizzata almeno in parte in galleria.
Come scrive Legambiente Imola-Medicina in una nota, «visto e letto il progetto alternativo all’eco-mostro di Rfi, presentato dal Comitato “No Viadotto”, lo riteniamo decisamente più compatibile e di buon senso per le caratteristiche del nostro territorio, già pesantemente martoriato da scelte cementificatorie, a dir poco selvagge ed irresponsabili, che hanno prodotto gravi conseguenze ambientali e notevoli penalizzazioni per il settore agricolo».
«Per queste ragioni – prosegue l’associazione ambientalista -, condividiamo e sottoscriviamo tutte le argomentazioni apportate dal Comitato “No Viadotto”, che pare siano condivise anche dalle istituzioni locali e dalle associazioni agricole, che dovranno obbligatoriamente essere coinvolte da Rfi con Ministero delle infrastrutture, Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna nella stesura tecnica del progetto per verificarne la sua eventuale fattibilità».
Legambiente, per principio favorevole a che il trasporto su rotaia sostituisca almeno in parte quello su gomma, quindi che la nuova linea si faccia, chiede però che si approfondisca dal punto di vista tecnico la fattibilità dell’ipotesi in galleria, ipotesi invece scartata da Rfi.
Proprio per dare seguito agli approfondimenti, sul Tavolo interistituzionale costituito in Regione con Città metropolitana di Bologna, Comuni interessati dal progetto e Rfi, è arrivata la proposta di rinviare la chiusura del Dibattito pubblico, quindi delle osservazioni, dalla data prevista, il 4 novembre, al 27 novembre, dopo le elezioni regionali in programma il 17 e 18 novembre. Troppo poco, ha rilanciato il Comitato: se si vogliono fare gli approfondimenti tecnici necessari servono almeno altri quattro mesi.
Condivido la proposta di tracciato prevalentemente in galleria artificiale