di Riccardo Olmi
Il viaggio di Arterie questa settimana incrocia un altro percorso musicale: il viaggio di pura sperimentazione di Segreta, occhi grandi, sorriso sincero e amore per la musica.
Segreta è un’artista di Dozza imolese che porta ad Arterie un tragitto particolare. Ha studiato flauto traverso, teatro e recitazione, lavorando anche nel cinema. Scrive i suoi testi di getto, come flussi di coscienza, svegliandosi talvolta di notte per dare sfogo ad un impeto di creatività.
I suoi testi parlano di storie, di emozioni e sentimenti, che sfociano anche nella natura e negli spazi aperti, dal deserto alla foresta amazzonica.
Il processo creativo di Segreta inizia spesso da un pianoforte, oppure direttamente su Ableton (un programma per scrivere, registrare e creare musica con strumenti digitali).
«Cerco suoni e poi li seguo – racconta -. Per scrivere fisso un tema e poi mi escono molte parole. Mi do anche delle regole, sono dell’opinione che la creatività si possa disciplinare con il tempo».
Segreta è un progetto pop-alternative, iniziato 5 anni fa, caratterizzato da suoni elettronici, pattern ritmici ed ambienti esotici. Le parole chiave per descrivere la sua musica sono proprio “sperimentazione” e “ viaggio”.
Il progetto spazia attraverso vari generi musicali, avvicinandosi al pop con una forte componente di elettronica ed R&B e presenta testi surrealisti che si avvicinano alla dimensione onirica.
Una fata che traccia incantesimi nell’aria
Questa sperimentazione è stata portata anche dal vivo mantenendo le sue sonorità elettroniche interpretate da un batterista e un tastierista.
«Appena salgo sul palco mi sento trasformata – racconta Segreta -, suonare i miei brani dal vivo è stato complesso, ma grazie all’utilizzo di alcune sequenze preregistrate abbiamo ottenuto un risultato fedele e coinvolgente. Cerco di mettere un po’ di patina, di introdurre il pubblico a una dimensione onirica, utilizzando anche il movimento del corpo e delle mani che non stanno mai ferme, tanto che qualcuno mi paragona ad una fata che traccia incantesimi nell’aria. Una sera ad un concerto tra il pubblico c’era un ragazzo che mi faceva sorridere perché ballava gesticolando con le mani proprio come me. Sul palco vado anche per questo, per vedere realizzata la magia della musica, in me stessa e negli spettatori».
Anche l’aspetto visivo riveste una forte importanza per Segreta.
Al momento sono stati realizzati 3 videoclip, legati ai brani “Deserto rosso”, “Amazzonia” e “Morte/mare”. Tutti seguono una cromia che va dal bianco al rosso al verde. «Io sono il punto fermo dei video esattamente come la mia musica, che rappresenta me stessa.
Proprio “Morte/mare” è finito dentro una playlist di Spotify, “New music friday Italia”. Non ho idea di come sia successo, ma il brano è andato molto bene con qualche migliaio di ascolti, anche se non ho mai inseguito troppo le dinamiche di Spotify e dei social: non può essere una motivazione per fare musica. So quanto sia importante l’immagine, ma al momento io pubblico semplicemente ciò che mi emoziona».
Il 2024 per Segreta è stato un anno pieno di dj set.
«In queste occasioni non porto il mio progetto ma scelgo dei brani che vanno dall’elettronica al funky-house e li propongo durante le serate. Preferisco mettere musica nei locali all’ora dell’aperitivo. Le persone si incontrano per stare insieme e l’ascolto che prestano è diverso, un sottofondo coinvolgente».
Tornando al suo progetto principale, “Che mi venga un colpo” è uno dei suoi primi lavori R&B. Il testo parla di una relazione complicata, «una situazione da cui volevo scappare».
“Deserto rosso” nasce da una notte particolare, un incontro, uno di quelli in cui ti resta sempre il dubbio se sia accaduto davvero. Qui le sue sonorità iniziano a spostarsi verso l’indie alternativo. “Moony” è un brano lunare, femminile, che parla di come le fasi della luna influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. In questo brano si viaggia in altri mondi, in altri spazi, e il testo contiene parole che danno una sostanza a ciò che si può solo immaginare.
Queste sono solo 3 canzoni del progetto di Segreta che come avviene per tutti gli artisti inserisce nel suo lavoro il percorso fatto da fruitrice di musica, da ascoltatrice.
«Ho ascoltato tanti generi diversi di musica, uno per tutti è stato Moby e le sue sonorità mi hanno sicuramente influenzata».
“We are all made of stars” di Moby è una canzone surreale tanto quanto il viaggio musicale di Segreta, che presto continuerà con nuova musica e soprattutto nuovi concerti.
Non dimenticate di ascoltare il nostro podcast realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana (lo trovi QUI). Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.
conosco questa ragazza meravigliosa artista veramente completa e bravissima gli auguro tutto il bene del mondo forza Segreta sei una forza della natura❤️🔝👏👏👏👏