Restaurare una fiaba ungherese (secondo me)

di Federico Spagnoli

Restaurare una fiaba ungherese (secondo me)

C’era una volta, oltre le distese dei sette mari, un piccolo regno che si districava a malapena dal brusco abbraccio delle montagne circostanti.
Un bel giorno, la regina mise al mondo una figlia che fin dal primo momento sembrò promettere, lasciando che a parlare fossero i suoi occhi verdi come smeraldi, di rivelarsi bellissima.
Il re fece immediatamente mandare a chiamare i migliori precettori del regno, siccome voleva che la sua principessa, oltre che di bell’aspetto – va saputo che la suddetta mantenne la promessa – fosse anche istruita al pari dei futuri pretendenti. Questo perché il re conosceva perfettamente i nobili del proprio regno, ed altrettanto limpida era l’immagine che si era fatto dei rampolli di questi ultimi. Nessuno avrebbe quindi potuto sposare la principessa, senza prima aver dato prova della propria intelligenza.
Una volta che la ragazza ebbe raggiunto la maggiore età, venne emanato un editto che riportava le seguenti parole:
– Sua Maestà s’impegna a dare la propria figlia in sposa a colui che riuscirà a raccontargli una cosa alla quale egli non potrà credere.
Alla luce di queste parole, sarà bene spostare la nostra attenzione su un pover’uomo, il quale era rimasto vedovo pochi anni prima, e che condivideva i rimasugli della propria vita con i suoi tre figli. Il più grande di questi – che la nostra storia vuole coetaneo della principessa – si chiamava Péter, ed una volta che ebbe udito le parole del re, si decise a presentarsi a corte per fare il proprio tentativo.
Giunto all’anticamera reale, si fece annunciare da un servo, il quale corse subito ad avvertire il re delle intenzioni del nuovo arrivato. Il re si mostrò impassibile, e disse soltanto di lasciarlo entrare. Dio solo sapeva quanti principi erano già andati da lui! Tanti quante sono le stelle del cielo e i fili d’erba d’un prato! Ma ancora nessuno era riuscito a raccontargli qualcosa alla quale egli non potesse assolutamente credere.
Péter si presentò davanti al re e lo salutò cerimoniosamente.
– Possa Dio preservarvi a lungo, Maestà!
– Anche a te, ragazzo! Cosa ti spinge fino alla mia dimora?
– Sono qui per prendere moglie, Maestà!
– Molto bene. E dove la porterai tua moglie?
– Questo ancora non si sa. Mio padre ha una casa ed un piccolo campo.
– Bene, ti credo, ragazzo.
– Ed inoltre ha anche tre buoi.
– Ti credo ancora.
– Ora, non molto tempo fa il letame dei buoi è fermentato molto, ed è cresciuto talmente tanto che non riuscivamo più ad entrare nel cortile.
– Ti credo.
– È successo che mio padre ha detto, a me ed ai miei due fratelli, di spargere il letame in eccesso per tutto il campo.
– Ti credo.
– Così per due settimane intere, con tre carri malridotti, abbiamo fatto come ci era stato detto.
– Ti credo.
– Ma, per errore, ne abbiamo portato metà nel campo del nostro vicino.
– Ti credo.
– Una volta che ci siamo accorti dell’errore, mio padre ed i miei due fratelli siamo tornati ai campi.
– Ti credo.
– Ci siamo messi ai quattro angoli, abbiamo sollevato tutto il campo del vicino – proprio come una tovaglia –, ed abbiamo versato il letame dalla nostra parte.
– Ti credo.
– Quindi abbiamo sparso la semente sul campo.
– Ti credo.
– Ed è cresciuto un bosco così fitto che mai prima d’ora se n’era visto uno simile!
– Ti credo.
– Mio padre era molto dispiaciuto di dover tagliare quegli alberi così splendidi; ma è stato presto rincuorato dal branco di maiali che abbiamo preso, in modo da occupare lo spazio ed avere carne a volontà.
– Ti credo.
– Ed ha inoltre preso vostro nonno come guardiano dei porci.
– Non ti credo! Come osi?! Ti farò impiccare, bugiardo!
Ma subito il sovrano si ricordò delle proprie parole, quindi sorrise e batté tre colpi per terra con lo scettro: arrivarono, in quest’ordine, un prete, un notaio, e la bellissima principessa.
Si narra che il matrimonio fu così bello che la notizia sorvolò i sette mari, giungendo in tutte le valli, regni e castelli del mondo; difficile non crederci, siccome le storie si tramandano con grande facilità e con lauta gioia di tutti, arrivando persino nei luoghi più inaspettati.
E talvolta, questi luoghi, sono proprio qui, davanti ai nostri occhi.



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