di Riccardo Olmi
Arterie questa settimana è stata catapultata all’interno della sonda Voyager, decollata il 5 settembre 1977 con l’obiettivo di raggiungere Giove per la prima volta e inviare sulla Terra le immagini catturate nello spazio. Ad oggi, la sonda sta operando e comunicando dati da 47 anni e 2 mesi, continuando a viaggiare per inerzia e diventando l’oggetto artificiale più lontano dalla terra.
La band
I viaggiatori sonori che prendono il nome da questa missione sono i V01ager. Ovvero: Francesco Pinto, Antonio Tufarulo and Mattia Cassibba.
Questa band non ci racconta solamente lo spazio e i suoi misteri, ma lo interpreta attraverso suoni e immagini che nei loro live accolgono lo spettatore all’interno di una sonda spaziale che decolla per altri universi, interiori ed esteriori. Questa è la chiave di lettura del progetto V01ager che nasce dal sodalizio artistico di Francesco e Antonio.
Nel 2018, Tufo (Antonio, bassista), presenta una personale di disegni nel suo paese natale che è lo stesso di Francesco (voce e sintetizzatori): Palazzo San Gervasio, in Basilicata.
«Per l’occasione – racconta Antonio -, ho chiesto a Francesco di musicare con me questa mostra. Da quell’esperienza è nato il primo progetto dei V01ager».
Mattia (batterista), arriva solo in un secondo momento, iniziando a comporre attivamente dal secondo E.P. “V02”. Il suo contributo dona ritmo e profondità al suono dei brani.
Questa band, che esplora universi sconosciuti, non ama identificarsi con un genere in particolare ma nei loro brani troviamo sonorità space rock, post punk e pop psichedelico.
Una caratteristica del loro suono è che non ci sono strumenti che sovrastano gli altri ma tutto si bilancia senza mai sfociare in virtuosismi individuali.
Alcuni dei loro brani nascono da jam session registrate in presa diretta, altri invece partono dalla volontà di approfondire un tema, un’idea, una parte di universo o semplicemente una melodia.
La sensazione che si prova ascoltando la riduzione dei V01ager è di incertezza: l’ascoltatore rimane spaesato, disorientato, senza gravità e punti cardinali. Nonostante questo la loro musica è diretta e potente.
«L’astronomo Carl Sagan – racconta Francesco -, parla degli esseri umani come di piccole isole nel vuoto cosmico. La nostra consapevolezza di essere fiammelle nell’ignoto ci porta a voler scoprire se ci sono altri mondi simili al nostro, altri esseri che vivono nella nostra stessa condizione».
Wow!
Nel brano “Wow!”, si racconta musicalmente la meraviglia dell’uomo quando per la prima volta ha visto, grazie alla sonda Voyager, le immagini di Nettuno, l’ultimo pianeta del nostro sistema solare.
Immaginiamo di essere nella sala di comando della N.A.S.A. ,«gli scienziati riuniti aspettano questa immagine, che alla fine arriva; la vedono, ed esclamano: wow!».
La scorsa estate la band ha suonato molto dal vivo, sperimentando anche in contesti più piccoli, più intimi. «Il nostro spettacolo per essere completo deve essere accompagnato dalla proiezione di video alle nostre spalle. In locali chiusi e non troppo grandi gli spettatori possono vivere e sperimentare al meglio la nostra musica».
La prossima occasione per vedere i V01ager in concerto sarà il 14 dicembre, quando suoneranno dal vivo al Want Unconventional Lab di Bologna, un luogo in cui le arti si contaminano, unendo quelle figurative a quelle musicali.
Quando Francesco e Antonio fondarono i V01ager, decisero che la durata del progetto era vincolata allo spegnimento definitivo della sonda.
Al momento, Voyager viaggia a 61mila km/h rispetto al sole, verso lo spazio profondo, e non sembra fermarsi.
Così come il progetto dei V01ager, continua il suo viaggio intergalattico attraverso gli infiniti mondi della musica.
Non dimenticate di ascoltare il nostro podcast realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana (lo trovate QUI). Ci risentiamo in diretta il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.