Innovazione e crescita sono anche una questione di genere

Robotica, automotive, data science, industria 4.0. La tecnologia è un “lavoro da uomini”? No, niente affatto.
Eppure le posizioni tech occupate dalle donne in Europa sono solo il 22% e in Italia ancora meno: il 15%.
Una percentuale troppo piccola, che se da un lato rende più difficile per le donne trovare un lavoro soddisfacente, dall’altro priva le aziende di una fetta importante di potenziali lavoratrici che invece potrebbero apportare innovazione, creatività, sviluppo.
Perché l’inclusione delle donne nelle imprese tecnologiche e nei settori tradizionalmente dominati dagli uomini, è provato, non è solo una questione di giustizia sociale ma anche di sviluppo economico e competitivo.

Mancano le competenze

Dal punto di vista delle competenze scontiamo uno svantaggio importante. Le imprese faticano infatti a trovare le figure che cercano per non perdere quote di mercato e per crescere.
In Italia il 6,7% dei laureati ha una laurea Stem, vale a dire nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Di questi laureati, solo 1 su 3 è una donna.
Il risultato è che, nonostante il progresso degli ultimi decenni, le donne continuano a essere sottorappresentate nei settori tecnologici e in molte altre aree professionali storicamente maschili, come la finanza, l’ingegneria e la produzione industriale.

Come spiega Loretta Chiusoli, CRIF chief HR and organization director & BOOM managing director, si tratta di un problema culturale, il risultato di stereotipi radicati e della mancanza di modelli femminili di riferimento in ambito tech.
All’aspetto culturale si aggiunge anche una questione di formazione, soprattutto se si considera che la domanda di figure tecniche da parte delle aziende è molto forte e la presenza di donne con qualifica tech molto bassa.
«Le aziende fanno fatica ad assumere le  ragazze anche perché sono poche quelle che scelgono percorsi di studi in ambito Stem. Per questa ragione, il nostro programma Tech EmpowHER promuove e sostiene percorsi di formazione rivolte alle giovani donne in ambito Stem, per incoraggiarle a intraprendere quelle carriere lavorative che sono ancora prevalentemente maschili. Si tratta di superare gli stereotipi, mettere le donne nelle condizioni di poter sviluppare competenze innovative e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il programma Tech EmpowHER di BOOM vuole mettere l’accento sull’importanza per le aziende di accrescere il numero di donne in ambito tech per favorire una reale parità di genere anche in questi ambiti».

Promuovere l’inclusione di genere nelle aree tech

Con questo obiettivo è nato Tech EmpowHER, un ciclo di workshop gratuiti di formazione e sensibilizzazione rivolto ai manager di qualsiasi settore che desiderano comprendere come promuovere un cambiamento culturale e strutturale nelle loro organizzazioni. E in questo affrontare uno dei temi più urgenti e rilevanti nelle aziende di oggi: la necessità di aumentare la presenza femminile nei settori tecnologici.

Il prossimo appuntamento è online e si svolgerà mercoledì 27 novembre alle 17.30. Si parlerà di “Inclusione come fattore di successo della leadership nelle aree tecnologiche” grazie anche a storie inclusive di successo.

L’industria tecnologica in particolare, nonostante la sua crescita esponenziale, continua infatti a soffrire di una carenza di leadership femminile. Le donne sono raramente coinvolte nei processi decisionali che definiscono l’evoluzione del settore e solo una piccola percentuale di aziende tecnologiche vantano una presenza significativa di donne nelle posizioni elevate di management.

Si potranno ascoltare le testimonianze di speaker come la presidente di Manageritalia Emilia-Romagna Cristina Mezzanotte, di Elisa Romano, head of data protection and Information security in Lamborghini, di Carmen Carulli, procurement manager in L’Oreal e di Elena Penazzi, assessore del Comune di Imola che presenterà anche il progetto “WOW”, un’iniziativa che coinvolge l’Autodromo di Imola e vuole promuovere percorsi formativi e progetti rivolti alle ragazze delle scuole superiori, specialmente in ambiti Stem e automotive, con incontri e workshop pensati per ispirare i giovani, superando le barriere di genere e promuovendo una formazione inclusiva.

Verranno presentate strategie e best practices per sviluppare team che integrino un numero crescente di donne nelle aree tech, si parlerà dell’importanza dell’inclusione di genere nella leadership dei settori tecnologici, ci saranno opportunità di networking con esperti e professionisti appassionati del cambiamento inclusivo.

Per iscriverti clicca QUI

L’obiettivo è imparare a costruire team inclusivi, aperti alle competenze femminili, e che sappiano far emergere tutto il potenziale delle donne nella tecnologia.

Con lo stesso intento, cioè favorire la diversità di genere nelle aree tech, sono nati i tre programmi BOOM DIVERSITY & INCLUSION del Network “Tech EmpowHer”, tre percorsi creati per ragazze neo laureate o neo diplomate per fare acquisire loro competenze tecniche specifiche nel settore tech tra cui il data science, per poi farle entrare con competenze già molto forti in aziende a prevalenza maschile.

Perché, e si tratta di una convinzione supportata da chi sta già percorrendo questa strada, le percentuali troppo basse di donne nelle posizioni tech non solo limitano le opportunità di carriera per molte, ma rallentano anche il potenziale innovativo delle aziende. Le ricerche dimostrano infatti che team tecnologici con una maggiore diversità di genere sono più creativi, performanti e capaci di risolvere problemi in maniera disruptive.

Come racconta Loretta Chiusoli, managing director dell’azienda, la stessa BOOM ne è la prova: diventata gender equity ha visto infatti aumentare la propria produttività.

© Riproduzione riservata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Anche su desktop, la tua esperienza sempre a portata di click!