Sacmi e la buona abitudine di aprire le imprese alla città

Dagli anni ‘70 la Sacmi ha l’abitudine di aprire, ogni cinque anni, le porte dell’azienda alla città.
Da quelle porte, cinque anni fa, quando la cooperativa manifatturiera tagliò l’importante traguardo del secolo di vita, entrarono in una giornata più di 5mila persone.
Quest’anno, in occasione del 105° anniversario dalla fondazione, Sacmi apre i propri stabilimenti di via Selice a Imola con un evento che si terrà sabato 30 novembre, dalle 8.30 alle 17.30

Nel corso dell’iniziativa, “Una giornata in Sacmi e scopri il nostro mondo”, saranno proposte, oltre alla visita allo stabilimento, diverse attività dedicate ai più giovani, i quali potranno partecipare ai laboratori creativi e scientifici sui temi della sostenibilità, dell’efficienza energetica e dell’intelligenza artificiale, esplorando in modo interattivo le sfide del futuro. Non mancheranno poi gli stand enogastronomici che offriranno specialità locali. La partecipazione è libera e gratuita. Insomma, una festa.

Come sottolinea il presidente Paolo Mongardi, «negli ultimi cinque ultimi anni abbiamo vissuto cambiamenti radicali, a livello economico, sociale, tecnologico. Sacmi ha continuato a crescere, con progetti audaci che guardano al futuro e alle prossime generazioni. Abbiamo costruito macchine più intelligenti, lavorato per un territorio più pulito, migliorato l’azienda e il lavoro».

Prodotti, processi, tecnologie, logistica, ambienti di lavoro. Negli ultimissimi anni le aziende sono cambiate tanto e stanno cambiando a grande velocità. L’idea dell’operaio metalmeccanico in tuta blu e le mani sporche di grasso è un ricordo che non appartiene alla storia ma alla preistoria. Oggi chi lavora “in fabbrica” è spesso un tecnico che programma, dirige e controlla le macchine. L’utilizzo delle forme e delle applicazioni di intelligenza artificiale, su cui alla Sacmi si spinge in maniera massiccia, stanno compiendo una nuova trasformazione.

L’appuntamento, spiegano dall’azienda imolese, «rappresenta non solo un’opportunità per celebrare i 105 anni di Sacmi ma, anche, per rafforzare il legame con il territorio e la comunità che ha accompagnato l’azienda nel proprio percorso di crescita e innovazione. Una storia che si intreccia in modo particolare con quella della città di Imola e che, dopo decenni di sviluppo e crescita al fianco dei distretti industriali italiani della ceramica e del packaging, si è aperta al mondo, con sedi in 27 Paesi e che dà lavoro oggi a più di 5.200 persone, mantenendo ben saldo in Italia il proprio cuore tecnologico e produttivo».

Ad là dell’occasione per chi ci lavora di mostrare con orgoglio ai familiari il proprio luogo di lavoro, l’open-day è però anche un’occasione per rinsaldare il rapporto impresa-territorio, rapporto che se per una cooperativa è iscritto nel proprio dna, anche per le altre forme di impresa sta diventando un elemento sempre più importante, anche solo per dare attuazione agli impegni sui temi Esg.

Poi, e anche questo è un elemento divenuto cruciale per la crescita delle aziende, mostrare cosa si fa e come si lavora è una ghiotta occasione per svolgere employer branding, cioè per stimolare i ragazzi a scoprire le occasioni di buona occupazione che possono cogliere in quella azienda e costruire così il proprio progetto di vita sul territorio di appartenenza.

Come riferiscono da Sacmi, la base occupazionale del gruppo continua a rigenerarsi, con centinaia di nuovi ingressi ogni anno (quasi 600 persone sono entrate nel solo 2023), oltre il 50% dei quali sotto i 30 anni e con un’altissima percentuale di giovani con profilo Stem, cioè con competenze tecnico-scientifiche. Mentre il tempo dedicato alla formazione alle nuove competenze, all’ambiente, alla sicurezza, l’anno scorso ha superato le 92mila ore.

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