di Riccardo Olmi
Se la musica viaggia attraverso un movimento, un’onda sonora, i Desaritmia sanno come cavalcarla travolgendo il pubblico e portandolo a ballare.
“Portami a ballare” è il titolo del loro ultimo singolo, registrato in soli tre giorni al Duna Studio di Russi. «Tre giorni in cui si fa famiglia perché si condivide tutto quanto: lo spazio, le emozioni, la creatività», dice Anna Ghetti, voce e unica presenza femminile della formazione. I Desaritmia sono Francesco Ottaviano (Otta, basso), Pablo Panella (tastiere), Stefano Bartoloni (batteria), Simone Rango (tromba) e naturalmente Anna, alla voce.
Questi cinque musicisti fanno base a Toscanella di Dozza dove provano e creano, ma in realtà vengono da città e regioni diverse. Tre di loro hanno origini romagnole, fra Imola e la bassa Romagna, Simone vive a Bolzano e Stefano insegna musica in una scuola in Sardegna.
«Ci siamo conosciuti grazie a mia madre – racconta Anna -, è stata lei a convincermi a partecipare ad un contest musicale a Loreto. Dormivamo dalle suore ma eravamo in diretta sulla Rai. Durante la gara, ho conosciuto tre gruppi molto bravi, ma nessuno di loro aveva una voce nella formazione. Noi siamo entrati in sintonia e abbiamo iniziato a suonare assieme».
I Desaritmia suonano da quasi 10 anni e hanno sviluppato un suono che richiama il sound dei Mano Negra, Manu Chau, Negrésses Vertes, Jamaram o degli italiani Bandabardò e Modena City Ramblers.
Volendo definire il genere musicale dei Desaritmia possiamo parlare di pop patchanka. «Pensavo di averlo inventato io questo termine, mentre ho scoperto da poco che anche altri hanno accostato patchanka al pop. Da questa fusione scaturisce un genere che richiama il reggae, il latin, lo ska e il folk. In realtà per noi il prefisso “pop” serve perché, mischiando tutte queste influenze riusciamo ad arrivare direttamente alle persone e le facciamo ballare».
Fuori l’energia, please!
Come avrete capito, il coinvolgimento del pubblico durante i concerti di questo gruppo è fondamentale; ma come si fa ad ottenere l’attenzione degli ascoltatori e a farli muovere a tempo? «Per trasmettere un’emozione bisogna prima di tutto sentirla – racconta Otta -, io cerco di sentirmi a mio agio e di entrare in sintonia con Anna e tutti gli altri, l’energia si sprigiona grazie all’intesa di tutti. Ovviamente noi siamo i primi a muoverci sul palco e a tenere una buona presenza scenica, la gente ci segue in modo naturale».
Il suono dei Desaritmia è fortemente caratterizzato anche dalle percussioni: marimba, congas, bonghi, timbales e nacchere, suonate principalmente da Stefano, e accostate ad un classico kit di batteria.
Non cambierai mai
“Non cambierai mai”, un brano dell’ultimo album “Carioca”, «la suoniamo sempre per chiudere i concerti – racconta Stefano -, con questa canzone si arriva all’apice del nostro spettacolo».
Il primo album di questa band è stato autoprodotto, mentre con il singolo “Portami a ballare” é iniziata una collaborazione con l’etichetta Irma Records di Bologna.
«In questi anni siamo cresciuti molto – aggiunge Anna -, ora lavoriamo in modo più strutturato, avvalendoci anche della preziosa collaborazione di un manager. Organizzare una tournée, trovare i posti giusti dove la nostra musica sia apprezzata, mantenere i contatti con l’ambiente musicale è fondamentale per una band. È un lavoro a tutti gli effetti! Se dovessimo farlo noi, toglierebbe alla creatività tempo ed energia».
Una doppia negazione piena di ritmo
Desaritmia è una doppia negazione: l’aritmia è la mancanza di ritmo, negarla significa ristabilire l’andare a ritmo. Sottile…È proprio il ritmo che esce dalle casse, e la voce di Anna, fresca e calda allo stesso tempo, che coinvolge il pubblico travolto dall’energia della patchanka che fonde e miscela diversi generi e tradizioni musicali nei testi e nei brani. Desaritmia come testimoni musicali di un eclettismo multiculturale che potrebbe risultare caotico ma che questa band rende esplosivo e travolgente.
Per citare il loro ultimo singolo: “E allora giù, non dirmi I love you, di fronte alla tv. E dai e portami a ballare”.
E dai, portami a ballare… magari ad uno dei prossimi live dei Desaritmia!
Non dimenticate di ascoltare il nostro podcast realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana (lo trovate QUI). Ci risentiamo in diretta il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.