A Faenza, su un‘area che si estende a ovest della città per una superficie di circa 70 ettari, sorgerà l’Energy Park, un impianto che combina la produzione di energia elettrica green, agricoltura di precisione e forestazione.
Il nuovo impianto sarà composto da oltre 22mila pannelli fotovoltaici bifacciali per una potenza totale di circa 14 MW e una produzione di energia elettrica annua pari al consumo di circa 7.500 famiglie, con un risparmio annuo in termini di anidride carbonica di 5.700 tonnellate. L’energia elettrica prodotta sarà direttamente immessa in rete, riducendo significativamente l’impronta carbonica di Faenza e aumentando l’autosufficienza energetica della città.
Alla realizzazione dell’impianto il Gruppo Hera destinerà 6,6 milioni di euro dei 9,4 milioni che si è aggiudicato da fondi del Pnrr destinati a finanziare progetti all’avanguardia per lo sviluppo di sistemi agrivoltaici avanzati. Oltre al parco dell’energia faentino, verrà finanziato anche il progetto cesenate di Horowatt, newco tra la multiutility e la società cooperativa agricola Orogel.
Gli attori coinvolti nel progetto Energy Park sono: Comune di Faenza, Gruppo Hera con Studio LBLA, Unione della Romagna Faentina e la Società Agricola Le Cicogne, partecipata da Crédit Agricole e dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza.
Secondo quanto ipotizzato, circa un terzo della superficie verrà destinata alla produzione di energia contestuale alla coltivazione agricola, un terzo all’agricoltura in campo aperto e un terzo alla urban forest. L’avvio delle opere per la realizzazione dell’impianto è previsto nel 2025, con fine lavori a inizio 2026.
Ma come funziona?
In questa nuova infrastruttura green, l’agrivoltaico associato all’agricoltura di precisione utilizzerà tecniche digitali per monitorare e ottimizzare i processi di produzione agricola, riducendone l’impatto ambientale: l’impianto sarà costituito da strutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici posizionate ad una altezza da terra che permette il passaggio dei mezzi agricoli utilizzati per la coltivazione. Questi sistemi consentono di ridurre al minimo l’occupazione di suolo, permettendo la coltivazione del 90-95% dei terreni sui quali sono installati.
Il funzionamento di questi impianti è, inoltre, a inseguimento solare, vale a dire che un dispositivo meccanico automatico orienta i pannelli fotovoltaici nella direzione dei raggi solari. Come detto, i pannelli fotovoltaici installati saranno bifacciali, ossia consentiranno di sfruttare la radiazione luminosa su entrambe le facce del modulo con l’obiettivo di massimizzare la generazione di energia elettrica. Si ipotizza, inoltre, l’installazione di adeguati sistemi di monitoraggio che permetteranno di verificare l’incidenza degli impianti sulla produzione agricola.
Il progetto di Energy Park di Faenza ha ottenuto il maggior contributo tra i progetti ammessi nel Centro-Nord ed è risultato decimo nella graduatoria italiana. Per promuovere la realizzazione di questi sistemi ibridi agricoltura-energia, il bando Pnrr prevede l’erogazione di un incentivo composto da un contributo in conto capitale, pari al massimo al 40% delle spese sostenute per la realizzazione dell’impianto, e di una tariffa incentivante fissa e predeterminata per 20 anni applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete.