“Cammina per la pace” è il titolo della giornata di mobilitazione contro la guerra che l’1 gennaio, in occasione della 58ª Giornata mondiale della pace, coinvolgerà nove piazze in altrettante città dell’Emilia-Romagna (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Faenza, Forlì e Rimini) dove sono previste iniziative locali.
Dalla mobilitazione “di un giorno” nasce poi un Coordinamento regionale stabile per la pace, che ha come prima richiesta formale al nuovo governo regionale del presidente Michele de Pascale di «istituire una delega alla Pace ed alla Nonviolenza – non simbolica, ma strutturale e strutturata – che caratterizzi significativamente e politicamente l’Emilia-Romagna come Regione di Pace».
Tra le tante realtà che hanno aderito all’iniziativa (con il patrocinio della Regione, del Comune e della Città Metropolitana di Bologna) ci sono: il Portico della Pace di Bologna, Europe for Peace Bologna, il Comitato Pace e Diritti circondario imolese, Overall Faenza Multiculturale e il Centro di documentazione don Tonino Bello Faenza.
A Bologna l’appuntamento è in piazza Nettuno alle 15.30, da qui ci si muoverà in fiaccolata per la cattedrale di San Pietro in via Indipendenza, dove è prevista una messa interreligiosa.
A Imola il ritrovo è alle ore 16.30 in piazza Matteotti. Davanti al portone del municipio vi saranno delle testimonianze registrate e in presenza del cardinale Pierbattista Pizzaballa (patriarca di Gerusalemme), del professore Giuseppe Torluccio (in rappresentanza del Premio Nobel Muhammad Yunus), dell’architetta Paola Piazzi (volontaria al carcere della Dozza di Bologna) e di Valter Galavotti (rappresentante del comitato “Pace e Diritti del circondario imolese”).
A Faenza appuntamento alle 15.30 alla chiesa di San Francesco per un incontro con lo storico Angelo Emiliani e la professoressa Giovanna Melandri, in cui si parlerà delle strade che portano alla pace e di soluzioni pacifiche ai troppi conflitti in atto nel mondo, sulla scia del messaggio di papa Francesco “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua Pace”. A seguire, alle 17 partirà la Camminata per la pace, con direzione piazza del Popolo.
La Giornata mondiale per la pace
La Giornata mondiale per la pace è stata istituita da papa Paolo VI e si celebra ogni anno dal 1968. L’iniziativa nacque in un periodo storico caratterizzato dalla Guerra Fredda, la tensione tra blocchi contrapposti che rischio di originare una guerra nucleare globale. Proprio in questo contesto di conflitto, l’obiettivo era promuovere la pace come valore universale e fondamento per lo sviluppo delle nazioni.
Papa Paolo VI annunciò questa giornata in un messaggio intitolato “Il giorno della pace”, sottolineando la necessità di un impegno globale per il dialogo, la giustizia e la solidarietà. Nata all’interno del cattolicesimo, la celebrazione non è legata a una singola religione ed ha coinvolto nel tempo movimenti e sensibilità del mondo laicale, intende coinvolgere persone di tutte le fedi e culture.
La Giornata mondiale per la pace è diventata un’occasione simbolica per rinnovare l’impegno collettivo verso un mondo più giusto, privo di violenze e divisioni. Con il passare del tempo, ha consolidato il suo ruolo di stimolo per iniziative locali e internazionali a favore della pace.
Ogni anno, il papa diffonde un messaggio ufficiale con un tema specifico legato alla pace, come il disarmo, i diritti umani, la solidarietà tra i popoli e la cura dell’ambiente. Questo rende la giornata un momento di riflessione globale per governi, organizzazioni e singoli cittadini.
Il messaggio diffuso quest’anno da papa Francesco si intitola “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace” e lo puoi leggere cliccando QUI.
Il messaggio per la pace
Di seguito riportiamo integralmente il comunicato diffuso dalla rete di associazioni e realtà che organizza la marcia.
Vogliamo la pace, noi non ci arrendiamo alla guerra
Il prossimo primo gennaio 2025 sarà la 58^ Giornata mondiale della pace. Saranno anche trascorsi ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale quando i popoli riuniti nella sede più prestigiosa delle Nazioni Unite giurarono all’unisono “MAI PIÙ”. Per questo fondarono le istituzioni che avrebbero dovuto sovraintendere al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani ovunque venissero attentati, anche per questo fu costituita l’Unione Europea.
Ora ci ritroviamo in una tragica situazione in cui quel giuramento è stato violato, e il diritto internazionale è messo sotto i piedi da autocrati e da Stati che al contrario applicano la legge del più forte, incuranti degli elementari principi umanitari, fino allo schiacciamento e all’annichilimento dei nemici con brutali e ininterrotte guerre di distruzione generale. E in generale a dilagare, come richiama Papa Francesco nel suo Messaggio per questa Giornata, è “una logica di sfruttamento, dove il più forte pretende di avere il diritto di prevaricare sul più debole. […] nel villaggio globale interconnesso, il sistema internazionale, se non è alimentato da logiche di solidarietà e di interdipendenza, genera ingiustizie, esacerbate dalla corruzione, che intrappolano i Paesi poveri”.
Nelle crisi tra i Paesi la ragione sembra aver perso ogni importanza e ha preso definitivamente il sopravvento una furia omicida, come altro si possono spiegare le atrocità commesse da Israele sistematicamente a Gaza ai danni di una popolazione civile stremata, o al metodico bombardamento delle città ucraine, da un esercito russo che ricorre alla cinica distruzione degli impianti energetici per condannare al freddo gelo la popolazione inerme, o la folle logica dell’escalation alimentata da tutti i governi che aggiungono sempre più armi ai conflitti in corso e spese militari ai bilanci degli Stati?
Il papa Francesco ci pose sull’avviso, inascoltato, che si stava giungendo a una guerra mondiale a pezzi, ora sembra proprio che questo lugubre mosaico si stia ricomponendo sotto i nostri occhi e che le prospettive di una deflagrazione generale, ci porti inesorabilmente sull’abisso, da cui sembra che molti governi anche europei non intendano recedere.
La corsa indiscriminata agli armamenti, l’uso sempre più spregiudicato di missili ultrasonici, parenti delle bombe atomiche, armi sporche che uccidono con sistemi subdoli migliaia di persone in un batter d’ali, perfino l’uso della privazione di cibo, di acqua di medicinali per la popolazione civile, sono l’odioso accompagnamento di questa cinica follia. Senza dimenticare, come ricorda anche l’ultimo rapporto della Caritas, le tragiche conseguenze sulle migliaia e migliaia di persone costrette dalle guerre alla miseria e all’emigrazione.
Per tutte queste ragioni ancora una volta noi associazioni pacifiste e nonviolente dell’Emilia-Romagna, ci ritroveremo il primo gennaio nelle piazze della nostra regione.
Come realtà unite al di là di ogni differenza religiosa, politica, etnica, culturale, chiediamo alla nuova Giunta regionale di assumere impegni concreti per la pace e la non violenza che peraltro non sono stati menzionati nelle nuove deleghe assegnate.
Ci accomuna il grido della medesima denuncia che risuona in tante manifestazioni in tutto il mondo: cessate il fuoco, stop ai crimini di guerra alle invasioni e all’occupazione, torni il diritto internazionale, le corti e i tribunali accertino i genocidi in atto e perseguano i criminali, SI al Trattato di proibizione degli armamenti nucleari, al disarmo, a un Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta, alla giustizia sociale e ai beni comuni della salute e dell’istruzione pubbliche, NO in ogni caso alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti: l’Italia ripudia la guerra!