A Imola e Faenza si voterà per le elezioni comunali tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2026. Mentre a Bologna e Castel del Rio si voterà nella stessa finestra ma l’anno successivo, nel 2027.
A deciderlo è stato il Ministero dell’Interno che con una circolare del 6 dicembre scorso.
E lo ha fatto in risposta agli interrogativi nati sulla durata in carica di sindaci e consigli comunali di quei comuni in cui a causa del Covid nel 2020 e nel 2021 si votò non a primavera bensì nell’autunno. Per consentire di completare il quinquennio previsto dalla legge, i sindaci di quei comuni rimarranno quindi in carica qualche mese in più oltre la durata naturale.
A Imola, dove il sindaco Marco Panieri è al suo primo mandato, si votò anticipatamente il 20 e 21 settembre 2020 a causa delle dimissioni della sindaca Manuela Sangiorgi.
A Castel del Rio la sfasatura temporale nel voto comunale risale al 2011, quando si andò al voto anticipato dopo la morte del sindaco Giovanni Bernabei. Il sindaco in carica è Alberto Baldazzi, che è al suo terzo mandato.
Per Faenza occorre risalire ancora più indietro, al 1999, anno in cui morì del sindaco Enrico De Giovanni. Il primo cittadino in carica, Massimo Isola, nel 2026 concluderà il suo primo mandato.
A Bologna anche per Matteo Lepore si tratta del primo mandato. A originare lo scartamento temporale nella tornata elettorale fu lo scandalo che nel 2010 travolse il sindaco Flavio Delbono. Alle dimissioni di Delbono seguì il commissariamento affidato ad Annamaria Cancellieri, che poi fu ministro del governo Monti e del governo Letta, e infine le elezioni vinte nel maggio del 2011 da Virginio Merola, il predecessore di Lepore.