di Riccardo Olmi
La musica che scorre nelle arterie questa settimana confluisce in un mare agitato e pieno di energia, fatto di sonorità post-punk e garage, con i Big Sea.
Questa band ha costruito nel tempo un sound definito e riconoscibile abbinandolo a testi in inglese.
Francesco De Giulio (batteria), Davide Trimboli (basso) e Francesco Bortolini (chitarra e voce) iniziano a creare le prime canzoni nel 2020, pochi mesi prima dell’inizio del lockdown.
“Worm”
Il loro brano Worm è il risultato di come il processo creativo possa essere il modo per reagire alla “reclusione” di quel periodo.
«Noi chiusi in una stanza che cerchiamo di descrivere un po’ il mondo», dice il batterista Francesco.
I riferimenti musicali dei Big Sea sono ispirati ai riff ipnotici ed energici tipici di band come Fontaines D.C., Idles, Thee Oh Sees, Ty Segall, Parquet Courts.
Il loro suono, i Big Sea, lo hanno trovato proprio nel 2020 quando Francesco De Giulio e Davide Trimboli, entrambi baresi e amici di vecchia data, si sono rincontrati sotto le Due Torri e hanno fondato il gruppo. Francesco Bortolini lo hanno dovuto corteggiare un po’ ma sono bastate poche prove in saletta per non avere dubbi sul futuro della formazione.
Tre soli elementi in una band producono un suono minimale che trova la forza per arrivare agli ascoltatori anche attraverso l’energia che sprigiona.
Ad oggi i Big Sea hanno prodotto tre Ep: Celebrate, Farewell Party e Big Sea; un singolo, Go, e continuano a registrare in studio per continuare il loro percorso artistico.
Al New Colossus Festival di New York
Nel 2023 i Big Sea sono stati selezionati dall’Italia per partecipare al New Colossus Festival, un evento che si tiene ogni anno all’inizio di marzo, nel Lower East side di New York.
«Il Colossus è stato una bellissima esperienza – racconta Davide -; in questo quartiere di Manhattan, all’inizio di marzo le band si avvicendano tutto il giorno. Ci siamo esibiti per due volte ed è stato complesso ambientarci perché, per questioni organizzative, non avevamo con noi la nostra attrezzatura. Abbiamo noleggiato tutto e provato gli strumenti per la prima volta sul palco. Nonostante questo è stata un’esperienza fantastica che ci ha permesso di confrontarci con un pubblico nuovo e di scoprire sonorità diverse, proposte dalle band che hanno suonato prima e dopo di noi».
Prima e dopo i loro viaggi, i Big Sea, come molte altre band bolognesi, fanno base al Cabot Cove, una sala prove storica della città.
«Siamo partiti dal Cabot Cove per poi suonare in alcuni dei club più importanti di Bologna», racconta il cantante Francesco. «A Bologna – aggiunge Davide -, abbiamo suonato al Covo, al Dev, al Locomotiv, al Freakout, e poi anche al Bronson di Ravenna. Al Covo abbiamo aperto i Warmduscher, una band del post-punk britannico, e il loro pubblico ha apprezzato con entusiasmo la nostra esibizione».
Il marketing musicale
Anche i Big Sea devono confrontarsi con la dura legge dei numeri. Numeri di visualizzazioni, like, interazioni digitali, che sono spesso uno degli obiettivi più importanti a livello di marketing musicale.
È Davide Trimboli che si occupa dei social. «Pubblichiamo solo ciò che aggiunge qualcosa a quello che già esprimiamo con i nostri brani. Non ci inventiamo contenuti vuoti. Il profilo di una band penso debba essere gestito in modo diverso. Usando i social in questo modo abbiamo ottenuto follower organici e non comprati, realmente interessati al nostro lavoro. Cerchiamo di mantenere il minimalismo che ispira la nostra musica».
Il gruppo collabora con Enrico Baraldi (produttore bolognese), dopo aver vinto un bando che offriva questa possibilità.
«Un produttore ascolta il lavoro degli artisti e fornisce loro un feedback competente che comprende la sua visione dell’opera e i modi per migliorarla», spiega Davide.
Non dimenticate di ascoltare il nostro podcast realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana (lo trovi QUI). Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.