Come da tradizione, la Fondazione Cassa di risparmio di Imola ha incontrato i giornalisti. Si tratta di un momento istituzionale che serve a illustrare al territorio i propri indirizzi, fare il bilancio di quanto avvenuto nell’anno passato e anticipare alcune novità su quello a venire. Il tutto, come ha sottolineato la presidente Silvia Poli, visto da un punto di osservazione privilegiato sulla città.
Per la presidente Poli, insediatasi a palazzo Sersanti nel giugno scorso con il nuovo consiglio di amministrazione dell’ente, è stata la prima volta. Questi sei mesi «sono serviti per ascoltare associazioni, istituzioni e cittadini e capire quali sono effettivamente le necessità», ha detto, e «oggi siamo più in grado di delineare il quadriennio che vogliamo affrontare».
Primo: coinvolgere i giovani
Coinvolgere i giovani «per una realtà come la Fondazione non è semplice». Vero. «Quello che vogliamo fare – ha detto Poli ricordando la rassegna Viral voices – non è solo creare degli eventi per loro, ma coinvolgerli nelle dinamiche della Fondazione e più in generale come cittadini attivi». In questa direzione si muove una delle novità introdotte dal nuovo consiglio: la nascita della Consulta giovani, nominata a fine d’anno e composta da 11 ragazzi sotto i 30 anni segnalati dalle diverse realtà del territorio (associazioni, parrocchie, centro giovanili, istituti scolastici…) per raccogliere le problematiche e tradurle in attività pensate da loro, dai giovani. Della consulta fanno parte: Andrei Valentin, Matteo Martini, Alessia Benedetti, Nicola Merlini, Roy Chiluzzi, Elena Dazzani, Abril Muvumbi, Chiara Cavina, Matteo Rossi, Paola Lanzoni, Tommaso Beltrani. La consulta è una novità da cui ci si attende anche iniezioni per il ricambio generazionale tra i soci della Fondazione.
I soldi al territorio
Il 2024 si è chiuso con la distribuzione di 2 milioni 474mila euro di contributi per 223 progetti, destinati ai diversi settori previsti nello statuto della Fondazione. La parte preponderante delle risorse sono andate a scuola e formazione (743mila euro), attività artistiche e culturali (555mila euro), volontariato (532mila euro) e salute pubblica (344mila euro). Nel 2025 i fondi messi a disposizione del territorio ammontano a 2 milioni 760mila euro, 300mila euro in più. Le realtà interessate hanno tempo fino al 31 gennaio per presentare le domande attraverso la piattaforma dedicata (per accedere clicca QUI).
I soldi ci sono, mancano i progetti. E la strigliata alle associazioni
«Ci siamo dati come obiettivo che ogni euro che spendiamo deve essere speso bene, deve fare la differenza sul territorio, avere un impatto», ha detto Poli, ricordando alcuni dei difetti storici del pur ricchissimo tessuto associativo imolese, vale a dire la staticità, la frammentazione, la difficoltà a fare rete. Quello che mancano sono idee nuove. «Ciò che vediamo sono associazioni che propongono cose ripetitive, mentre il nostro obiettivo non può essere sostenere l’attività ordinaria, bensì fare da volano per far partire progetti che poi marciano sulle proprie gambe. Continueremo ad ascoltare le associazioni andando a premiare l’impatto che hanno e la ricaduta di valore sul territorio».
Cultura, lavoro e ricerca
Della consulta che si occupa dei progetti legati alla cultura fanno parte: Claudia Pedrini, Fabrizia Fiumi, Gian Marco Pezzoli, Irene Margotti, Sofia Nannini, Mannes Laffi, Carlo Machirelli. «Persone con le competenze il più variegate possibile, per cogliere tutte le occasioni che il territorio riesce a darci». Oltre a cultura e giovani, nei prossimi mesi verrà rinnovato il Centro per lo sviluppo economico del territorio (Cseti) e nascerà la Consulta per la ricerca, a cui sono destinati 160mila euro con l’obiettivo di poter valutare la fattibilità e il sostegno ai progetti e ampliare così l’impatto nelle attività di ricerca sul territorio.
Mancano gli spazi per le iniziative
«A Imola c’è una grossissima necessità di spazi aggregativi», luoghi dove poter organizzare nuove iniziative. Le intenzioni sono quindi di «aprire di più palazzo Sersanti», quindi alcuni dei locali a piano terra oggi occupati dai negozi, e «stiamo valutando come utilizzare l’ex Camera di commercio», edificio in viale Rivalta, vicino al mercato ortofrutticolo, acquisito dalla Fondazione nella primavera scorsa.
Più alloggi per gli studenti
Per effettuare i lavori e dare una destinazione universitaria all’area dell’Osservanza serviranno due bandi. Il primo, da 5,4 milioni di euro, legato al lotto dello studentato da realizzare nei padiglioni 17 e 19 ed in cui è impegnato il Con.Ami, è uscito nelle settimane scorse. A breve si dovrebbe avere l’assegnazione dei lavori e a quel punto ci saranno 480 giorni (un anno e mezzo) per concluderli. Il secondo lotto da 4 milioni, in cui è previsto il recupero dei padiglioni 6 e 8 e a cui la Fondazione Cassa di risparmio di Imola ha destinato 1,9 milioni di euro, molto probabilmente subirà, come ha rivelato la presidente Poli, un cambio di programma. Invece di diventare aule, anche il secondo lotto dovrebbe essere quindi utilizzato per ampliare lo spazio per lo studentato, andando incontro alla grande carenza di alloggi che c’è a livello metropolitano. «I ragazzi non sanno dove stare».