Martedì 28 gennaio terminerà il periodo per presentare le osservazioni al progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna Castel Bolognese. Il progetto prevede la realizzazione di una coppia di binari destinati ai treni passeggeri ad alta velocità e al trasporto delle merci ad alta capacità.
“Scoppiato” all’interno del dibattito pubblico nella primavera scorsa, quando molti Comuni erano in piene elezioni amministrative ed era partita la campagna elettorale per il rinnovo della Regione Emilia-Romagna, nei mesi successivi enti, associazioni e comitati (ne sono nati 6 nei diversi territori) hanno presentato complessivamente 27 osservazioni.
Il comitato delle aziende
A inizio dicembre sono scese in campo anche quattro aziende di peso che a Imola rischiano di vedere danneggiata la propria attività nel caso in cui la nuova linea passi a nord e a ridosso dell’autostrada (linea rossa).
Cefla, Nupi, Silla e Sangiorgi Legnami si sono costituite in comitato e hanno presentato le loro ragioni contro quell’ipotesi progettuale: meglio quella color magenta.
La presentazione di altre osservazioni è stata poi annunciata per i prossimi giorni dal coordinamento dei comitati e dal Circondario imolese. Vedremo.
I prossimi incontri pubblici
Il progetto nel frattempo è cambiato, in particolare alcune possibili tratte sono state accantonate e altre sono emerse. Dove passerà la linea è ovviamente il tema principale. Allo stesso modo sono mutate le soluzioni tecniche laddove più forte sarebbe l’impatto sul territorio, in particolare in relazione alla possibilità di passaggio in galleria sotterranea a Imola e per le interconnessioni da realizzare a Solarolo, dove è pensato il collegamento con le due linee storiche per Ravenna e per Rimini e il superamento in viadotto di due autostrade, l’A14 e la sua diramazione.
Il tempo dunque stringe e nei prossimi giorni non mancheranno le iniziative per far conoscere l’impatto sui territori: iniziative sono previste a Imola e a Castel Guelfo, dove proprio il 28 gennaio uno dei comitati nati sul territorio, quello imolese, il più attivo e che fa da capofila, ha organizzato un nuovo incontro pubblico (appuntamento alle 20.30 nella sala consiliare del Comune di Castel Guelfo).
L’incontro in Regione
Intanto nel pomeriggio di giovedì 16 gennaio un coordinamento dei comitati impegnati sul progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese ha incontrato a Bologna l’assessora alle Infrastrutture, alla Mobilità e ai Trasporti della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo.
L’incontro era stato richiesto dai comitati il 6 gennaio scorso innanzitutto per capire cosa ne pensa la nuova giunta regionale guidata da Michele de Pascale e per sapere come si muoverà l’ente che inevitabilmente farà da capofila tra le istituzioni coinvolte, vista anche l’omogeneità di colore politico tra Regione, Province e buona parte dei Comuni attraversati dalla linea.
All’incontro erano presenti Armando Martignani e Lorenzo Domenicali come rappresentanti del Comitato Imolese NOViadotto, Fabrizio Romagnoli e Valentina Zocca del Comitato Alta Velocità Fonti di Colunga San Lazzaro, Daniele Dalla Casa, Rita Dalla Casa e Fabio Negroni del Gruppo cittadini Castel San Pietro Terme, e Marialuisa Raneri e Marco Mengozzi del Comitato Alta Velocità Solarolo.
Durante l’incontro è stata rilanciata l’ipotesi del tunnel per l’attraversamento di Imola, la necessità di riesaminare l’interconnessione di Solarolo con la linea Castel Bolognese-Ravenna e l’impatto che la struttura in viadotto determinerebbe lungo tutto il rimanente percorso.
Da quanto detto dall’assessore, di certo la Regione è intenzionata a non perdere il finanziamento destinato alla realizzazione della nuova linea ferroviaria (circa 3 miliardi e mezzo di euro). Allo stesso modo Priolo ha insistito sulla necessità di pretendere da Rfi un “global project” quantomeno regionale per vedere l’opera nel suo insieme. Uno dei difetti di un’opera del genere, che nelle intenzioni dovrebbe collegare il Mediterraneo al nord Europa è proprio lo spezzettamento: definire quello che succederà tra Bologna e Castel Bolognese senza nemmeno sapere se e come si procederà almeno fino a Ravenna.
Il Pnrr non c’entra nulla!
Il quadruplicamento della linea ferroviaria non ha nulla a che vedere con il Pnrr.
Del piano che promette di realizzare opere infrastrutturali che per decenni nel nostro Paese sono state solo ipotesi, e in parte lo sta facendo, non c’è infatti traccia in nessun documento legato al progetto. Eppure, forse per sostenere l’urgenza e giustificare il carattere di inderogabilità della realizzazione della nuova linea ferroviaria, da molte parti si continua ad associare i fondi e le scadenze del Piano di ripresa e resilienza al progetto che taglierà l’Emilia-Romagna da ovest a est
Come si legge nella scheda introduttiva presente sul sito di Rfi: «L’investimento è finanziato con la Legge di Bilancio 2022 (Art.1 comma 394) e successiva rimodulazione come da Legge di Bilancio per il 2024 (l.213/2023). Il progetto è inserito nell’aggiornamento 2023 del Contratto di Programma 2022-2026 – Parte Investimenti tra RFI e MIT “Velocizzazione e Potenziamento linea ferroviaria Adriatica 1^ fase”».
Il finanziamento della tratta Bologna – Castel Bolognese, i cui costi supereranno i 3 miliardi e mezzo di euro, è stato quindi previsto nella legge finanziaria del 2022 e reinserito, rimodulato, nelle successive leggi di bilancio.
Allo stesso modo, il progetto di quadruplicamento non compare tra gli interventi di collegamento ad alta velocità che il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanzia come infrastrutture per la mobilità sostenibile. In tutto 23,74 miliardi destinati a tre progetti: la costruzione dei 119 km di ferrovia ad alta velocità sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, Palermo-Catania; 165 km di linee ad alta velocità per passeggeri e merci sulle tratte Brescia-Verona-Vicenza-Padova e Liguria-Alpi; il potenziamento del trasporto ferroviario trasversale dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno.