Imparare a nuotare è una strada verso l’integrazione e la crescita

Dopo avere portato in navigazione i ragazzi della comunità diurna “Arcobaleno” e della comunità “Il giardino dei ciliegi”, l’associazione Raflì, nata per ricordare Raffaele Gulmanelli, insegna a nuotare alle ragazze dell’Oratorio Santa Caterina.

Raffaele Gulmanelli, il 36enne imolese nell’aprile scorso a causa di un malore durante un’immersione all’Isola del Giglio A lui, al suo impegno e alle sue passioni, è dedicata l’associazione Raflì.

Il progetto si chiama “NuotiAmo la Vita” ed è partito nei giorni scorsi alla Piscina Ortignola di Imola in collaborazione con SportUp e con l’Oratorio di Santa Caterina.
Si tratta di un nuovo percorso, dedicato ad integrazione, sport e sicurezza, che vede la partecipazione di ragazze d’età tra gli 11 e i 15 anni. Da gennaio a giugno, ogni settimana le partecipanti avranno accesso a una vasca riservata con un istruttore di nuoto dedicato, accompagnate da un educatore professionale che valuterà il buon andamento del progetto e compilerà un report conclusivo.
L’obiettivo principale è fornire strumenti efficaci per raggiungere i giovani e promuovere una routine sportiva in piscina che, oltre a consentire di imparare a nuotare, grazie al potere benefico dell’acqua possa migliorare il loro benessere fisico e mentale. Un’opportunità di integrazione e di crescita.

Le parole di Isabella Signani, responsabile Sport di Raflì ed educatrice:

«Le ragazze dell’Oratorio di Santa Caterina erano entusiaste e piene di energia al termine di questa prima sessione! Sono questi sorrisi che ci confermano quanto il nostro lavoro abbia senso. Offrire loro uno spazio sicuro dove possano apprendere e crescere, sia a livello personale che sociale, rappresenta pienamente lo scopo della nostra associazione: creare opportunità di integrazione attraverso lo sport».

Loretta Strada, madre di Raffaele Gulmanelli e responsabile dei progetti nelle scuole:

«Per noi, investire in un ambiente inclusivo e riservato, con il supporto di istruttori qualificati, significa offrire un’occasione concreta di socializzazione, migliorando il benessere psicofisico e costruendo ponti verso un futuro di maggiore serenità e coesione sociale. Con “NuotiAmo la Vita”, il nostro impegno per una comunità più inclusiva continua un passo, o meglio, una bracciata alla volta!».

L’associazione ringrazia «l’Oratorio di Santa Caterina, per avere creduto alla realizzazione del progetto e le organizzazioni che hanno reso possibile, attraverso le loro donazioni, il via all’esperienza, in particolare ImolaMare (Asd di cui Raffaele era istruttore di apnea) e la Bcc Romagna occidentale».

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