Tra le imprese dell’Emilia-Romagna c’è grande preoccupazione. Il timore è che il nuovo presidente degli Stati Uniti, che si è insediato alla Casa Bianca, mantenga le promesse fatte e introduca i dazi sulle merci destinate al mercato americano.
Il timore è più che giustificato dato che, come evidenziato dal Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna, per la prima volta nel 2024 le esportazioni verso gli Usa hanno superato l’export regionale destinato alla Germania, Paese che è in forte difficoltà economica. Una politica commerciale aggressiva da parte degli Stati Uniti verso Cina e Ue potrebbe quindi avere ripercussioni pesanti sullo scambio commerciale con quello che è diventato il primo mercato di destinazione delle esportazioni emiliano-romagnole.
Secondo le stime dell’agenzia governativa svedese per il commercio internazionale, una applicazione di dazi addizionali tra il 10% e il 20% sulle importazioni degli Usa causerebbe un calo dell’export totale dell’Italia verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del -4,3% e del -16,8%.
Emilia-Romagna seconda regione per export a stelle e strisce
L’effetto sulla nostra economia regionale minaccia di essere ancora più ingente. Questo perché l’Emilia-Romagna è la seconda maggior regione esportatrice negli Usa dopo la Lombardia. Bologna è la quinta provincia italiana per valore delle esportazioni verso il mercato americano e realizza vendite che superano i 2 miliardi e mezzo di euro.
Nonostante l’attuale difficile fase congiunturale, caratterizzata da tensioni geopolitiche che ritardano la ripresa del commercio internazionale, nei primi nove mesi del 2024 le vendite emiliano-romagnole sul mercato Usa sono cresciute del 4,9%. Un dato che però rischia di essere vanificato e ribaltato se l’America di Trump sceglierà il protezionismo.
Con alcuni settori che risulteranno più danneggiati, proprio perché maggiormente esposti verso l’export a stelle e strisce. Tra questi ci sono di certo macchinari e apparecchiature, un settore che da solo corrisponde a oltre un quinto del valore delle esportazioni regionali. Un altro 21% delle esportazioni emiliano-romagnole verso gli Usa ricade nella produzione di autoveicoli e rimorchi, una settore che nel 2024 aveva viaggiato a vele spiegate facendo segnare una crescita del 20,6%. Un altro quinto raggruppa quei settori in cui più elevata è la presenza di micro e piccole imprese come food, moda, legno, mobili e prodotti in metallo.
Il manifatturiero più di tutti
Guardando nel dettaglio al manifatturiero, gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione dell’export dell’Emilia-Romagna, con una quota che nei primi tre trimestri del 2024 è stata del 13% dell’export regionale, davanti a Germania (11,9% dell’export) e Francia (10,5%).
Sempre per le aziende manifatturiere, gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale della provincia di Bologna, da cui assorbono oltre un terzo delle esportazioni provinciali di settore (38,4%). Il 45,6% dell’export bolognese negli Usa è rappresentato da autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, settore in crescita del 34%, mentre il 26% dell’export è rappresentato da macchinari e apparecchiature, in calo del 26,3%.
La dichiarazione del segretario di Confartigianato regionale, Amilcare Renzi:
«In questo contesto per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare accentuando la qualità delle produzioni di quel Made in Italy che i mercati sanno riconoscere e apprezzare. In una fase come questa è necessario muoversi come Sistema Paese. Ma non bastano gli impegni, che pur dovranno essere forti e puntuali, del Governo e delle istituzioni italiane a sostegno delle aziende e della competitività dei nostri prodotti. Sempre di più sarà necessaria un’Europa coesa e compatta che sappia tutelare i propri interessi, capace di svolgere un ruolo proattivo e da protagonista nello scenario internazionale. Certo tra le nostre imprese c’è preoccupazione, ma confidiamo anche in una lunga storia di relazioni e di rapporti positivi con gli Stati Uniti che non si possono certo interrompere improvvisamente».