Quel dannato hardcore della band bolognese dei Damn City

di Riccardo Olmi

Le arterie di cui parliamo in questi articoli sono quelle della musica underground, quella musica sotterranea che riesce comunque ad arrivare sui palchi e sotto i riflettori, ma che per farlo lavora duramente per proteggere la genuinità e la libertà artistica delle sue produzioni.

C’era una volta, a Bologna, in via del Chiù, una sala prove che come tutte le sale prove diventava una seconda casa per i musicisti che la frequentavano, un posto di ritrovo e di condivisione che passasse attraverso un progetto sonoro. Qui molti artisti, che oggi formano le band della scena musicale underground bolognese, come i Damn City protagonisti di questo numero di Arterie, si sono conosciuti e hanno iniziato a collaborare.
Proprio in questo luogo anche Alex Gaiani (voce del gruppo), ha iniziato il suo percorso. «Ci trovavamo in saletta prima di uscire a fare serata – racconta -, e quasi sempre partivano delle jam session. Qui è nata la band e ho conosciuto tante delle persone con cui ancora collaboro».

L’underground si oppone al mainstream, anche attraverso forme espressive, sistemi di produzione e di distribuzione differenti da quelli imposti dall’industria musicale.

I Damn City fanno parte del collettivo Nuke Crew, fondato per unire le forze delle band emergenti e lavorare collettivamente per organizzare concerti e promuovere la musica suonata dal vivo.
Lo spiega bene Alex: «Tutto il percorso dei Damn City nasce dal “fare” collettivo, dal lavoro costante e dall’impegno. Nuke Crew è proprio il collettivo che ci ha permesso di organizzare concerti e trovare date per tutte le band che ne fanno parte».

La band

Francesco Dalla (chitarra e cori), Simone Nonnis (basso e cori), Jonathan Sanfilippo (batteria), insieme ad Alex Gaiani compongono la formazione attuale della band.

«Siamo partiti con un gruppo diverso, io sono l’ultimo superstite della formazione originale, cambiata per motivi di lavoro e di tempo a disposizione. L’impegno che richiede suonare costantemente in Italia e all’estero è molto grande, il lavoro del collettivo ha portato contatti con tantissime band anche internazionali; tutti insieme abbiamo organizzato tanti concerti scambiandoci date a vicenda. Per una band emergente rimboccarsi le maniche, uscire e cercare date è l’unico modo per far arrivare la propria musica alle persone, stare in casa propria a suonare non funziona».

“Sangue” e la strage di Bologna

La musica dei Damn City è dura e diretta, mischia molti generi, tutti legati da un comune denominatore: l’hardcore.
I testi, scritti da Alex, sono di denuncia. “Sangue”, per esempio, parla dell’attentato neofascista alla stazione di Bologna, del 2 agosto 1980. «Noi non abbiamo vissuto in prima persona questi eventi ma siamo cresciuti con i racconti di quelle lunghe ore, dei nostri genitori. La canzone è il nostro modo di amplificare la voce e l’impegno dell’associazione dei familiari delle vittime che ancora oggi lavora affinché venga fatta chiarezza sulla tragedia che è diventata un simbolo di quegli anni».

I concerti

Il primo concerto dei Damn City è stato al Vidia di Cesena, che dal 1984 rappresenta la storia della scena rock e alternative nazionale e internazionale. Qui hanno suonato nomi importanti come i Foo Fighters, i Radiohead, Ben Harper, i Queens Of The Stone Age, oltre agli italiani Afterhours, CCCP, Subsonica e tanti altri.

I Damn City sono una band che è riuscita a calcare palchi internazionali, «La prima volta che siamo usciti dall’Italia ci siamo fermati a Bellinzona, in Svizzera, per suonare al Peter Pan. Non ci hanno neanche pagato. Nel 2013 le cose sono andate decisamente meglio, siamo arrivati in Repubblica Ceca, dove abbiamo suonato in locali piccoli e polverosi. L’organizzazione era molto caotica ma avevamo sempre un posto dove dormire e mangiare. Il pubblico era favoloso. All’estero i generi più estremi come il nostro trovano sempre spettatori attenti e preparati, che arrivano ai concerti per godere a pieno delle performance partecipando con tanta energia.

Questo gruppo ha suonato anche in Messico e in Giappone, grazie al lavoro di intreccio, scambio e conoscenza che ogni membro del collettivo Nuke Crew adotta come stile di vita.

«Durante un concerto dei Cabrones, band messicana, abbiamo fatto amicizia con loro, conoscendo dei ragazzi davvero simpatici che abbiamo seguito in tour in Europa. L’amicizia che ne è scaturita ha fatto sì che i Cabrones fossero il ponte per organizzare un tour nel loro paese nel 2018 e registrare insieme il brano e il videoclip di “Lords of Dogtown”. Due volte, nel 2016 e nel 2019,  siamo partiti per il Giappone. I messicani vivevano le loro giornate all’insegna della baya vida (vita lenta) e non si risparmiavano nell’esternare il loro calore. Durante i concerti non solo pogavano ma si “menavano” davanti al palco. Anche in Giappone succedeva ma, una volta finito il concerto, sembravano trasformati, tanto da chiederci di fare foto con loro ma provando un forte imbarazzo quando io distrattamente li abbracciavo. Però ho mangiato il cibo più buono della mia vita al di fuori dell’Italia».

Dentro “Pop Torture”, l’ultimo album dei Damn City uscito il 17 gennaio, spicca una collaborazione con i Fulci: “Malebranche”.

«Con loro siamo amici di pizza da anni, abbiamo anche suonato al loro primo concerto a Caserta. In questi anni i Fulci sono riusciti a fare un percorso davvero incredibile, facendo concerti in Italia e all’estero con tantissime persone. Artisti del calibro di Max Cavalera (frontman dei Sepultura) e Salmo (MC della vecchia scuola dell’hardcore), vestono le loro magliette e li nominano nelle interviste».

Il prossimo appuntamento importante per i Damn City sarà a Villa Pini a Bologna con i G5 Project e i Packers sabato 1 febbraio. «Villa Pini è l’ultimo spazio conquistato da Nuke Crew, dove il collettivo proporrà nuovi appuntamenti tra cui la presentazione live di “Pop Torture”. Questo è quello che facciamo, cerchiamo delle date per noi facendo suonare anche gli altri che faranno la stessa cosa. Questo è il principio che seguiamo. Per quanto riguarda i Damn City non vediamo l’ora di tornare nel mondo».

Non dimenticate di ascoltare il nostro podcast realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana (lo trovi QUI). Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.

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