La protesta dei liceali imolesi per una scuola meno fatiscente

di Andrea Ruzzeddu

Muffa alle pareti delle aule, finestre rotte e spazi scolastici inadatti alle lezioni. Per questo i ragazzi del Polo liceale di Imola hanno protestato oggi, mercoledì 5 febbraio, in piazza Matteotti. Un centinaio di studenti si è presentato alle 9 circa davanti al municipio per chiedere risposte al sindaco Marco Panieri.

La manifestazione è iniziata con un corteo partito dalle tre sedi dei licei, per raggiungere la piazza al centro della città tutti insieme muniti di striscioni e slogan creativi con cui far conoscere le risuonare le ragioni della loro protesta. Quello che si può leggere in piazza (“Studenti e strutture si stanno rompendo”; “Legionella e silenzio: scuola allo sfascio”; “Muffa sui muri, bagni rotti. Basta menzogne!”) rende bene i motivi e il bersaglio della protesta.

Secondo Luca Virtute, rappresentante di classe che col megafono ha fatto sentire la sua voce durante lo sciopero, incitando la giovane folla sotto le finestre del municipio, la gara tra quale scuola stia messa peggio è combattuta. Da mesi gli studenti chiedono interventi anche strutturali sugli edifici storici in cui si trovano le loro aule, ma non vengono ascoltati.

La protesta di oggi non è un capriccio del momento. Alcuni rappresentanti di istituto spiegano che da anni si segnalano problemi circa le strutture che ospitano gli studenti: classi piccole o inagibili, muffa, palestre scadenti, mancanza di materiale per le attività, sistemi di riscaldamento non sempre efficienti o funzionanti, finestre «che restano in mano».

Il peggio è successo al liceo scientifico Valeriani, dove, all’interno dei bagni dei container installati durante il Covid, nei mesi scorsi è stato rintracciato il virus della legionella.

Gli studenti sostengono di aver chiesto varie occasioni di dialogo in classe e col dirigente scolastico per affrontare i problemi di comune accordo, ma senza ottenere risposte concrete.

In una nota diffusa in mattinata, il sindaco Panieri ha parlato di «più trasparenza delle decisioni nella scuola, maggiore condivisione nella gestione dei loro ambienti e manutenzione scolastica. Li ringrazio – ha scritto riferendosi agli studenti in sciopero – per la determinazione, il rispetto e la serietà con cui hanno posto questi temi». Poi ha dichiarato di avere condiviso coi ragazzi «un percorso e una modalità di lavoro, che proseguirà nelle prossime settimane insieme, per migliorare la situazione. Il Comune non può intervenire su tutto, ma mi confronterò anche con il Provveditore agli Studi, con i Presidi e con la Città Metropolitana, poi farò una visita negli istituti scolastici per una verifica insieme a loro».

Come ci hanno riferito soddisfatte due rappresentanti di istituto del liceo classico Rambaldi, Cecilia Spadoni ed Emma Golini, il primo cittadino ha garantito risposte concrete in breve tempo per tutti gli istituti in condizioni di disagio, ma ha chiesto di pazientare almeno una decina di giorni, per i passaggi burocratici. 

I ragazzi si ritengono soddisfatti di quanto hanno ottenuto oggi, soprattutto perché hanno avuto rassicurazioni sui tempi di intervento. Sono stati ascoltati e hanno avuto la promessa di una maggiore attenzione ai temi cari agli studenti. Con la loro giovane fiducia in una scuola migliore e più sicura per svolgere tutte le attività necessarie per il proprio futuro restano in attesa, e noi con loro, di soluzioni concrete.

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