La musica dei Rito Pagano non è “Fuori tempo massimo”

di Riccardo Olmi

Fino ad ora Arterie ha raccontato la storia di gruppi emergenti del nostro territorio, all’inizio della propria esperienza nel mondo della musica. Questa settimana ospitiamo una band che suona dalla fine del 1995. Insieme a Max Scalorbi, chitarrista, autore e fondatore del gruppo, ripercorriamo la storia, i progetti e le ambizioni dei Rito Pagano.

Il nome della band

Il nome della band nasce dalla voglia di essere uniti nella musica, proprio come in un rito che si ripete ogni volta che questi artisti si incontrano per suonare.
La formazione negli anni ha subito molte variazioni, ma il 2025 costituisce un momento di ripartenza con l’arrivo di Valentina Pianeta, la nuova voce che completa la formazione con Simone Marani (batteria) e Giancarlo Laera (basso).

La musica dei Rito Pagano mantiene sonorità che richiamano il rock italiano degli anni ’80 e ’90 che, insieme ai testi autoriali, ci offre un prodotto al giorno d’oggi assai raro.
Questi musicisti fanno parte di quella generazione “Senza vento” sempre pronti a volare attraverso l’arte, proprio come trent’anni fa cantavano i Timoria, uno dei loro riferimenti musicali.
«Le vere band oggi in Italia sono pochissime – dice Max -. Sono i sopravvissuti agli anni in cui il supporto su cui veniva diffusa la musica aveva prestigio e valore, anche economico. Oggi nel mainstream si è creata una dinamica che potrebbe definirsi cannibale: tutti cercano di spartirsi la stessa torta e l’unico modo per emergere è mangiarsi gli uni con gli altri».

I Rito Pagano hanno all’attivo tre dischi e una remastered version di “Fuori tempo massimo”, registrata con Emanuele Mandaglio, che è stata la voce maschile del gruppo dal 2018 al 2024.

L’ingresso di Valentina

«Abbiamo fatto il primo concerto con Valentina, al Locomotiv Club di Bologna, il 12 gennaio. Le nostre canzoni nascono con una voce femminile e lei ha fatto un lavoro incredibile. È arrivata in una band con circa 50 brani prodotti, e in un paio di settimane è riuscita a far sue quasi la metà delle canzoni. Valentina vive la musica con la voce e con il corpo, sul palco riesce ad esprimere perfettamente la nostra identità. A breve il nostro suono si arricchirà ancora con l’arrivo di Aurora Pozzi, tastierista corista e percussionista. Valentina e Aurora lavorano già insieme in altri progetti e la loro intesa darà vita ad un nuovo Rito Pagano tutto inedito».

Questa band ha calcato piccoli e grandi palchi, ha partecipato a festival prestigiosi riuscendo sempre a convincere e mantenere la propria identità musicale. Questo ha permesso loro di suonare con musicisti del calibro di Gang, Banco del Mutuo Soccorso, Omar Pedrini, Goblin e persino Luciano Ligabue.
«Nel 2010 vincemmo un concorso insieme ad altre band e suonammo in apertura di un concerto del “Rocker di Correggio” allo stadio Dall’Ara di Bologna. Dopo aver suonato lì, davanti a quasi 30mila spettatori paganti, non hai più paura di nulla e sai che continuerai a fare musica perché quell’emozione non ti abbandonerà mai», racconta Max.

Anche “Sanremo Rock” fa parte del bagaglio di esperienze dei Rito Pagano e la loro partecipazione racchiude un piccolo mistero. La band era arrivata alle semifinali, superandole, ma poi nessuno ha più richiamato per la finale.

«Sul palco io cerco di portare un po’ di cultura, credo che un’artista debba esprimersi e trasmettere la sua visione del mondo. Cinquanta anni fa con la musica si fermavano le guerre, oggi se vuoi avere libertà di espressione devi uscire dai circuiti conosciuti», sostiene Max.

Anche la partecipazione a “Sanremo nuove proposte” era un progetto dei Rito Pagano, quando ancora collaboravano con il produttore Dino Melotti.
«L’esperienza con Melotti è stata molto importante e con lui abbiamo lavorato per partecipare a Sanremo. Poi ha deciso di presentare un altro artista… ma questa è un’altra storia», sorride Max.

L’attacco è di Max

Per i Rito Pagano, la creazione dei brani è condivisa, anche se l’attacco è spesso di Max.
«Io arrivo con un testo e spesso anche con la parte di chitarra, poi in sala prove si fa un lavoro collettivo. “Senza limiti” e “Trepido sole” li ho scritti in auto, fermo con le quattro frecce ai lati di una strada. “Erika”, dedicata a mia figlia, è uscita tutta insieme, musica e parole».

I Rito Pagano hanno sempre registrato al Le Dune Records di Loris Ceroni a Riolo Terme.
Il mastering finale invece è stato fatto da vari professionisti, in particolare per “Racconti o Leggende” è stato realizzato agli Exchange Studios di Mark Mars a Londra, una realtà importante con cui hanno lavorato grandissimi artisti tra cui i Depeche Mode.

Nei progetti futuri di questa band del circondario imolese c’è anche la pubblicazione di un nuovo disco, al quale parteciperanno le due nuove componenti femminili: Valentina e Aurora.
“Fuori tempo massimo”, album del 2015, si chiude con “Settembre”, un brano prog rock. Nel nuovo album il prog rock segnerà l’evoluzione “progressiva” di una band che ha sempre mantenuto la propria identità creativa e stilistica.

Non dimenticate di ascoltare il podcast (lo trovate QUI) realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana. Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.

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