È in programma sabato 22 marzo alle 10 a Castel del Rio, nella sala Magnus del Palazzo Alidosi, l’incontro “I nostri crinali a rischio: impatto ambientale ed economico dell’eolico industriale”.
L’evento, a cui sono invitati i sindaci dei comuni coinvolti, i rappresentanti politici, tecnici e gli enti interessati, è organizzato dal comitato locale “I nostri crinali” in collaborazione con il comitato “No eolico industriale Firenzuola” della rete Tess (Transizione energetica senza speculazione).
Si parlerà del progetto “Monte La Fine e Monte Pratolungo” e di altri progetti di impianti di eolico industriale che riguardano i crinali tra Emilia-Romagna e Toscana.
Il progetto di Monte La fine (QUI lo abbiamo spiegato bene), molto contestato nei mesi scorsi, interessa il crinale che corre tra Castel del Rio e Firenzuola, un tratto di 7 chilometri che nel territorio della provincia di Bologna congiunge Monte Pratolungo e Monte La fine per arrivare a Monzano, in provincia di Firenze. Qui, ad una quota media di 860 metri sul livello del mare, è prevista l’installazione di 13 pale (7 in Toscana e 6 in territorio emiliano-romagnolo) per una produzione di energia equivalente al consumo elettrico di circa 50mila-60mila famiglie. Ad avere presentato il progetto è la EEA Italy Wind srl, società che fa capo alla multinazionale danese European Energy, la stessa società che ha già realizzato il “Parco Eolico Carpinaccio” nel comune di Firenzuola.
«Quelli interessati dai progetti sono territori fragili – scrivono gli organizzatori dell’incontro di sabato 22 a Castel del Rio – messi in ginocchio da alluvioni e frane e sui quali si cerca di sviluppare da anni un turismo lento, amante della natura, della biodiversità, del paesaggio appenninico con i suoi castagneti, i suoi borghi di sasso, i suoi boschi di querce, frassini e faggi, e le sue specie particolarmente protette. Il cosiddetto turismo “slow”, sul quale si insiste fortemente anche a livello regionale, è ciò che permetterà di salvare i borghi appenninici dallo spopolamento e dall’invecchiamento della popolazione. Un esempio per tutti – proseguono i comitati – è la “Via degli Dei” che registra un introito di più di 12 milioni di euro e la conseguente nascita di vari agriturismi, bed and breakfast e strutture di ospitalità sul cammino. Tutta questa economia verrebbe vanificata dalla realizzazione dei cosiddetti “parchi” eolici che deturperebbero il paesaggio per sempre, oltre a deforestare, cementificare, devastare i crinali con conseguente svalutazione degli immobili e allontanamento dei turisti e degli abitanti stessi».
In sala Magnus, precisano, «si parlerà anche delle alternative realmente sostenibili per creare energia rinnovabile con il minor impatto possibile e senza speculazione finanziaria, valutando cosa sia realmente conveniente per il nostro futuro e per il futuro della terra sulla quale viviamo».