di Milena Monti
Innovazione, riciclo, produzione sostenibile, economia circolare. Sono queste le parole chiave di Isidoro Giorgio Lesci, chimico imolese che sta “dietro” al brevetto per la trasformazione della CO2 in materie prime nobili di Italcer, gruppo ceramico di Rubiera di cui fa parte anche la Cedir di Castel Bolognese. Un brevetto che è stato definito rivoluzionario per le industrie energivore che utilizzano combustibili fossili.
Il brevetto premiato dall’Ue
In poche parole il brevetto industriale cui Lesci ha lavorato per conto di Italcer, che ha investito in ricerca e sviluppo 2 milioni di euro in due anni, azzera l’anidride carbonica e gli altri gas inquinanti (ossidi di zolfo e di azoto) prodotti dai processi industriali e li trasforma in materie prime seconde nobili (ovvero materie prime non estratte ma ricavate da processi chimici di laboratorio che ne garantiscono la purezza). Non solo si azzera l’inquinamento, ma le materie ottenute hanno un proprio valore economico sul mercato.
La ricetta che trasforma sostanze inquinanti in ricchezza aggiunta è semplice, almeno secondo il chimico imolese: «I fumi di scarico vengono convogliati in un sistema di reattori separati che permettono di far precipitare le singole componenti attraverso reazioni naturali indotte in maniera controllata. Recuperando anche il calore dei fumi, che escono a circa 120 gradi, non è necessario fornire energia dall’esterno. In un processo continuo, il gas attraversa le varie camere con temperature e ph diversi rilasciando una componente per volta, che viene così recuperata. È così che si trasforma la CO2 in carbonato di calcio precipitato purissimo utile per le industrie farmaceutiche e cosmetiche, solfito di potassio per quella alimentare e solfato di calcio ovvero gesso».
In un’ottica di economia circolare, il brevetto nato dallo studio commissionato da Italcer, il cui obiettivo era il recupero della CO2 al fine di risparmiare le tasse sulle emissioni, va ben oltre le aspettative perché non solo evita il rilascio di anidride carbonica e altri gas nell’aria, ma ottiene le materie prime seconde di cui sopra e recupera al cento per cento anche energia termica e acqua.
«Solo quando ricerchi, trovi», scherza Lesci con semplicità e soddisfazione.
Numeri alla mano, quando fra sette anni l’impianto industriale sarà nato e a regime (Italcer dovrà investire altri 50 milioni) le 117mila tonnellate di CO2 che in un anno escono dai tre stabilimenti emiliani del gruppo (Fiorano Modenese, Sesto Fiorentino e Rubiera) combinandosi con gli agenti si trasformeranno in 200mila tonnellate di materie prime seconde e 15 mila litri di acqua all’ora. Creando, inoltre, nuovi posti di lavoro.
La Commissione europea ha premiato il brevetto con un punteggio di 69, ben oltre la soglia minima del 55, del programma Life, lo strumento con cui finanzia i progetti green.
Green manufacturing
In italiano “produzione sostenibile”, la green manufacturing è creazione di prodotti in modo da ridurre l’impronta di carbonio complessiva del processo di produzione. Un fatto importante in primis per la salvaguardia dell’ambiente in ottica futura, ma qualcosa cui le grandi aziende energivore puntano già oggi per ridurre le emissioni inquinanti pesantemente tassate.
Per tali aziende è anche possibile recuperare la CO2 prodotta, sanarla e venderla all’industria alimentare delle bevande gassate (l’Italia è fra i Paesi importatori di CO2 per l’alimentare), ma questo riutilizzo non risparmia le spese per la produzione e inoltre «Italcer che è da sempre molto attenta all’ambiente voleva una soluzione diversa e insieme l’abbiamo trovata».
«Sono costantemente alla ricerca di nuove strategie per aiutare le aziende a renderle più competitive e sostenibili attraverso processi e prodotti innovativi e green nell’ambito dell’economia circolare, fino allo scale-up industriale – spiega Lesci -. La mia attenzione è posta ai sistemi e modelli di business basati sulla valorizzazione e il riciclo dei rifiuti come materia prima seconda. Su questo si basa il mio lavoro, la mia ricerca di chimico».
Un approccio biomimetico
Quando Lesci parla della semplicità della ricetta si riferisce all’approccio biomimetico che caratterizza il suo modus operandi:
«Studio come avvengono certi processi in natura, come si comportano le reazioni spontanee che sono alla base del funzionamento di tutto, e poi in laboratorio li riproduco ed esalto. La natura funziona a risparmio energetico per ottenere il massimo ottenibile con il minor utilizzo di energia; io, chimico, ho lo stesso obiettivo, ma in più aggiungo quel plus necessario per velocizzare le reazioni e controllarle durante le varie fasi. Per raggiungere questo approccio ho studiato, oltre alla chimica, anche le altre discipline che descrivono i processi naturali, perché in natura è tutto interconnesso e tale doveva essere la mia formazione. Da sempre il mio lavoro segue questo approccio: cercare le soluzioni più semplici anche ai problemi più complessi. E da qui vengono numerosi dei miei successi».
Un lungo curriculum di brevetti
L’attività tecnico-scientifica di Lesci lo ha portato, in trent’anni di carriera da chimico, a pubblicare una sessantina di articoli scientifici e una ventina brevetti riguardanti nuovi processi e materiali innovativi.
Tra questi, ad esempio, c’è Advance, sempre di Italcer, la piastrella di ceramica fotocatalitica con proprietà antibatteriche, antivirali e antinquinamento: elimina il 90 per cento di batteri e virus – coronavirus incluso – in 15 minuti di esposizione a luce naturale o artificiale e ha durata infinita in quanto non si tratta di un trattamento superficiale soggetto ad usura ma di un funzionamento ispirato alle reazioni di fotosintesi.
E poi c’è il sistema per la conversione dell’amianto in materie prime seconde tutte riutilizzabili che ha riscosso grande interesse a livello europeo anche perché prevede la possibilità, contemporaneamente, di impianto fisso e mobile (quest’ultimo permette di convertire l’amianto in loco per una maggiore sicurezza ambientale).
E ancora: i fotorecettori per microalghe che “mangiano” la CO2 degli impianti di estrazione marina recuperando biomasse alcali e principi attivi per i settori alimentare, cosmetico, farmaceutico, cosmetico, dei biofertilizzanti e dei mangimi animali.
E l’osso sintetico per la medicina rigenerativa in nanobiomateriali che ha composizione e proprietà così simili alle vere ossa umane da riuscire, nel tempo, ad essere naturalmente vascolarizzato dal corpo nel quale viene impiantato (e, dunque, distrutto e ricostruito dal corpo stesso come per le vere ossa).
Recentemente si è aggiunto ai brevetti anche un nuovo sistema di purificazione di acque inquinate a basso consumo e che non utilizza sostanze chimiche; un tema decisamente attuale.
«Nel mondo in continuo cambiamento, la sostenibilità ambientale e l’eliminazione degli inquinanti dalle acque reflue è diventata una sfida cruciale».
Da Imola al resto del mondo (e viceversa)
Dal 2022 l’attività di Lesci è confluita nella IGL Innovation Foundry, con sede a Imola, di cui è fondatore e ceo oltre che consulente scientifico e tecnico per le aziende. Si tratta di una start up che promuove la ricerca brevettuale di soluzioni altamente innovative per la sostenibilità ambientale in partnership con le aziende clienti. Due persone fanno parte del team ma numerosi sono i collaboratori esterni privati e pubblici sparsi per il globo.
«Forniamo alle aziende le nostre tecnologie già brevettate e sviluppiamo progetti di ricerca, su richiesta delle aziende e secondo le loro necessità, per la definizione di nuovi prodotti avanzati e processi ottimizzati che possano valorizzare gli scarti industriali in ottica di economia circolare».
io so fare solo il “Nocino”che a mio parere non è malvagio e mantiene alto il morale. A parte gli scherzi ,mi sento onorato e orgoglioso di condividere la nostra sincera amicizia. Grazie
L’iniziativa di Lesci è un esempio brillante di come la scienza può essere un motore di sostenibilità e innovazione industriale.