Per il benessere in azienda la prima cosa da fare è ascoltare

Il miglior punto di partenza per trovare la soddisfazione delle persone che lavorano in un’azienda è ascoltarle. Così, cercare di comprenderne i bisogni, coglierne i suggerimenti, proporre cambiamenti che possono conciliare il buon andamento dell’impresa con il benessere e la soddisfazione di chi lavora.

Primo: ascoltare

Ne è convinta Ivana Topi, responsabile delle risorse umane dell’Aepi industrie, azienda di automazione industriale che a Imola impiega 135 persone. Per questa ragione, per questa convinzione, dal 2008, quando cioè il welfare aziendale era ancora un argomento accademico, qui sono nati i “gruppi di miglioramento”.

Una volta l’anno tutto il personale dipendente a rotazione viene coinvolto in gruppi in cui si discute delle problematiche emerse nel luogo di lavoro, di come migliorare i processi interni, di quali iniziative avviare. I gruppi vengono organizzati fuori dall’orario di lavoro in modalità bottom-up senza i responsabili dei vari reparti, così da consentire un dialogo più libero e aperto.
Ogni due anni, poi, una survey anonima cerca, come recita il titolo dell’indagine, di “Sapere come stai in azienda e cosa potrebbe offrirti l’azienda per farti star meglio”.
Un terzo strumento di ascolto è la scatola dei suggerimenti, in cui i collaboratori e le collaboratrici dell’Aepi possono depositare le loro proposte e utilizzarla per fare segnalazioni. Segnalazioni a cui occorre, però, dare seguito.

Come racconta Topi, «quello che chiediamo è che le critiche siano accompagnate dai suggerimenti su come migliorare, si tratti di una necessità operativa legata alle attrezzature e alle lavorazioni del singolo o di uno specifico team, oppure di aspetti più strutturali che riguardano l’intera azienda».

Gli effetti positivi sono (almeno) tre

L’effetto dell’ascolto è triplice. Da un lato si ha sempre il polso del clima aziendale e di come viene percepito il proprio ambiente di lavoro, dall’altro accresce il senso di appartenenza, la percezione di far parte di una squadra, di un progetto. Poi, terzo aspetto, l’ascolto consente alla direzione aziendale di tarare i benefici secondo i bisogni reali delle persone, senza disperdere risorse.

Un problema cronico del nostro territorio è la carenza di figure tecniche da inserire nelle aziende meccaniche ed elettroniche che sono l’ossatura del sistema produttivo locale. Il coinvolgimento, ragiona Topi, l’engagement, è uno dei mezzi attraverso cui attrarre e soprattutto mantenere in azienda le persone più capaci.
All’Aepi il 61% di chi ci lavora ha tra i 30 e i 50 anni. Un quinto, il 16%, ha meno di 30 anni e un altro 23% ha superato i 50, segno questo di una fidelizzazione molto forte.

Campione nel welfare aziendale

Per il quinto anno l’azienda imolese è stata riconosciuta tra le imprese Welfare Champion dal Welfare Index Pmi, l’indice che valuta il livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese promosso da Generali con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. In Emilia-Romagna sono in tutto 17 quelle a cui viene riconosciuto il massimo livello di maturità nella fornitura ai dipendenti di servizi legati a sanità, pensioni, assistenza, scuola, nell’impegno per la promozione delle pari opportunità di genere, nella riduzione degli infortuni sul lavoro, nella responsabilità verso consumatori e fornitori, nel welfare di comunità e nel sostegno alle iniziative sociali nel territorio.

Da anni all’Aepi sono state avviate azioni di conciliazione tra vita e lavoro come l’introduzione dell’entrata e dell’uscita a orari flessibili e i cosiddetti servizi salva-tempo come la consegna dei pacchi e della spesa in azienda. I primi accordi di remote working risalgono al 2018,  prima dell’epidemia da Covid.

Diverse e diversificate sono le convenzioni aziendali con centri sportivi, piscine, palestre, centri termali ed altre attività wellness del territorio; ma anche con centri culturali e ricreativi di vario genere (cinema, teatro, musei, corsi di lingua, convenzioni con centri estivi per i figli, cartolibreria, doposcuola). Nel 2023 è stata proposta una seduta individuale con personal trainer di 30 minuti ed un percorso individuale di un mese, online, con un personal coach che ha fornito consigli personalizzati su attività fisica, nutrizione salutare e in generale wellness.

La formazione e la promozione della salute

Uno dei bisogni più sentiti, sarà perché parliamo di tecnici che hanno a che fare con l’innovazione continua, è la formazione. Tecnologie di progettazione Plc, corsi di lingua inglese, la coltivazione di competenze trasversali.
Partire cercando di comprendere i bisogni formativi dei collaboratori ha permesso di creare una “academy interna” per cui le figure senior che lavorano qui da 20-25 anni insegnano a chi è entrato da poco.

Un altro tema che fa bene ai lavoratori e fa bene all’azienda è l’attenzione alla salute e alla sicurezza.

«Non ci si limita  – spiega Topi – a far conoscere le informazioni e le iniziative promosse dall’azienda sanitaria, che comunque selezioniamo e trasmettiamo con frequente periodicità e che sono raccolte nell’apposita bacheca intranet (screening per la diagnosi precoce, campagne di educazione alla salute, prevenzione cardiovascolare, ecc..), ma ci apriamo anche alle iniziative di associazioni di volontariato o di privati del territorio, dal “fiocco rosa Lilt” al mese della prevenzione del melanoma, perché crediamo che le risorse siano tante e sia importante conoscerle ed integrarle».

In tema di salute sul posto di lavoro l’Aepi ha raccolto, con un questionario distribuito tra i 40 videoterminalisti impegnati nell’azienda, i bisogni di salute percepiti. Come risultato sono stati messi a disposizione il tappetino per il mouse con poggiapolsi e il poggiapiedi da scrivania ergonomico e regolabile, ed è stato organizzato un incontro con una personal trainer specializzata che ha illustrato esercizi di ginnastica ed equilibrio posturale, rilasciando poi un tutorial che permette di continuare a svolgere questa attività autonomamente. «Un’iniziativa molto bella, sia per la concreta utilità di quanto appreso che per il clima positivo che si è sviluppato nel gruppo e che riteniamo sia esso stesso un elemento fondamentale di benessere. Trovarsi tutti assieme in una sala a piedi scalzi per fare ginnastica è stato un modo per allentare le tensioni e rinsaldare i legami». A ottobre l’iniziativa verrà estesa ai reparti produttivi.

Ma su quali aspetti occorre ancora lavorare per migliorare il benessere in azienda? «Sulla sicurezza stiamo facendo tantissimo – spiega Topi -. Crediamo molto sul ruolo che possono avere sensibilizzazione e prevenzione. Occorre far capire che ciascuno è responsabile della propria e dell’altrui sicurezza. Poi la formazione continua, che oggi è indispensabile, per far crescere le persone ma anche come forma di engagement. Terzo, impegnarsi a diffondere una cultura più inclusiva dentro l’azienda, come ponte verso la società».

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