Vent’anni di attività, oltre mille incontri, più di 700 libri presentati. E poi una cinquantina di maratone letterarie, altrettante mostre d’arte e di fotografia, pomeriggi musicali, serate dedicate alla poesia. Ma per raccontare il Caffè Letterario di Lugo non bastano i numeri. La rassegna, che dal 2005 ad oggi ha portato in città figure come l’astrofisica Margherita Hack, lo storico Emilio Gentile, il giornalista Piero Dorfles, l’italianista Ezio Raimondi, è molto più che un insieme di nomi ed eventi.
Gli scrittori chiedono di tornare
Tutti rimangono colpiti dall’ospitalità, dal calore, dall’atmosfera conviviale che si respira prima, durante e dopo gli incontri.
A raccontarlo è Claudio Nostri, uno degli organizzatori della rassegna, che nel 2005, insieme a Massimo Berdondini, titolare della Libreria Alfabeta, Patrizia Randi, insegnante di lettere, e Giovanni Barberini, allora assessore alla Cultura, decise di dare vita a «qualcosa di nuovo, che a Lugo non c’era. Eravamo quattro amici uniti dalla passione per i libri e la letteratura. Mai avremmo immaginato che quel volano avrebbe messo in moto tutto questo».

Claudio Nostri gestiva l’hotel Ala d’Oro di Lugo: «Avere a disposizione gli spazi dell’albergo ci ha consentito fin da subito di trovare una formula molto apprezzata dai nostri ospiti. In un unico luogo le stanze per il pernottamento, il ristorante per accoglierli a cena, una sala adatta alle presentazioni. Li andiamo a prendere in stazione, li facciamo accomodare nella loro camera, li accompagniamo alla scoperta dei luoghi più caratteristici di Lugo, li affianchiamo durante la presentazione. Poi si rimane tutti insieme a chiacchierare per ore anche dopo che l’incontro è terminato. Questo ha fatto sì che molti di loro si siano trasformati da semplici ospiti in amici».
In tanti esprimono il desiderio di poter partecipare di nuovo alla rassegna, «perché qui si sentono a casa. Ricordo quando Emilio Gentile ci chiese: “Per tornare devo scrivere un altro libro o posso venire comunque per fare due chiacchiere come stasera?”». È un’atmosfera che coinvolge non solo organizzatori e ospiti, ma anche il pubblico, che può fermarsi a dialogare con gli autori. È anche così che si fa cultura: attorno a un tavolo mentre si mangia insieme, davanti a un bicchiere di vino, nelle chiacchiere a tarda notte.
Testi d’autore, un libro per i vent’anni
Dopo ogni incontro agli ospiti viene chiesto di scrivere qualcosa. Il tema è libero. In questi vent’anni c’è chi ha espresso parole di riconoscenza per l’accoglienza ricevuta, chi si è soffermato su un particolare legato alla serata, chi si è lasciato ispirare dai luoghi visti e dalle storie ascoltate. «Abbiamo selezionato un’ottantina di contributi e li abbiamo raccolti in un libro per festeggiare questo importante compleanno – racconta Nostri -. Una pubblicazione, edita da Danilo Montanari e realizzata anche grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in cui trovano posto le parole e le immagini di questi vent’anni».
Uno dei testi «più originali è quello della scrittrice Maria Jatosti, che ha immaginato un mercante ebreo che tenta di rientrare nel ghetto di Lugo, dove alle 18 veniva chiuso il portone». Il suo Yehoyakim “ama ogni cosa di quella città, dove i suoi avi da ormai quasi un secolo si sono impiantati senza drammi e soverchierie. Tutto gli è familiare: dai portici alla rocca, dalla sinagoga, al Limite, all’Arco Clementino, dalla vivace gazzarra della Fiera, al chiasso dei mercati del mercoledì, dal Paviglione alla tetra sagoma dell’Ospedale degli Infermi…”.
Poi c’è chi, come Guido Barbujani, «genetista ma anche penna formidabile», camminando per le strade di una Lugo fredda e innevata dopo la presentazione del suo libro, ha immaginato Baracca. L’asso dei cieli rientrava dopo una delle sue imprese, proprio in una gelida notte d’inverno. Baracca “ha guardato in silenzio verso le linee austriache, dove la neve faceva mulinelli, dove dell’aereo nemico non c’era traccia, e ha scosso la testa”, ben sapendo che quella vittoria sarebbe rimasta senza prove e non gli sarebbe mai stata riconosciuta. Almeno fino a quando, al museo Baracca di Lugo, avrebbero deciso di conteggiarla lo stesso.
Da Pascoli a Hermann Hesse, le stanze letterarie
A rendere ancora più speciale la permanenza degli ospiti all’Ala d’Oro, sono una quindicina di stanze a tema. Cinque, dedicate a Dante, Stendhal, Leopardi, Byron e Tonino Guerra, erano state inaugurate in occasione dei dieci anni del Caffè Letterario. «Le altre sono una novità – spiega Nostri -. Come per le precedenti, abbiamo scelto figure che avessero un legame con Lugo o la Romagna».


Non poteva mancare Pascoli, che descrive la sua terra come “Romagna solatia, dolce paese”. D’Annunzio, autore dell’orazione funebre per Francesco Baracca. Hermann Hesse, che ha dedicato una poesia alle donne di Ravenna, che portano “negli occhi profondi e nei teneri gesti/in sé una coscienza dei giorni/dell’antica città e delle sue feste”. Foscolo, che dormì a palazzo Rossi, dove oggi ha sede l’Ala d’Oro, «in qualità di capitano dei granatieri della Repubblica Cisalpina». Borges, «che nell’Aleph dedica un racconto alla storia del guerriero longobardo Droctulft, che tradisce la sua tribù per difendere Ravenna». E ancora Ariosto, che cita Lugo nel terzo canto dell’Orlando Furioso. Rossini, che in città trascorre parte dell’infanzia e inizia i suoi studi musicali. Infine Fellini, che all’inizio degli anni ‘60 soggiornò all’Ala d’Oro per un mese durante le riprese de “La riffa”, uno degli episodi di “Boccaccio ‘70”.
La nuova stagione
Dopo aver festeggiato, lo scorso 30 marzo, i vent’anni della rassegna insieme alla città, agli amici e a tutti gli affezionati, il Caffè Letterario è pronto per la nuova stagione primaverile, curata da Claudio Nostri, Patrizia Randi e Marco Sangiorgi.

Diciassette incontri dal 4 aprile al 21 giugno (QUI il programma completo), arricchiti dagli appuntamenti dello Scrittura Festival, che farà tappa a Lugo dal 22 al 25 maggio.
Ad aprire la stagione è Matteo Zaccarini con un’incursione nella Grecia antica (“Erodoto e le donne”), offrendo una rilettura delle figure femminili presenti nell’opera di Erodoto, che diventano strumento per riflettere sui grandi eventi storici e sulle contraddizioni della natura umana. Si parlerà poi di attualità con Tiziano Bonazzi, «fine conoscitore degli Stati Uniti, che nel suo ultimo libro, “La fata ignorante. Frammenti americani”, si occupa di quello che sta accadendo oggi oltreoceano».
Ci sarà spazio per la storia locale, con Pierluigi Moressa e il suo libro sulla dinastia degli Estensi, ma anche per una serata dedicata a Leopardi: Antonio Moresco presenta “Lettera d’amore a Giacomo”, «attraversandone il pensiero e l’opera, ragionando su cosa sia – e cosa non dovrebbe essere – la letteratura».
Non mancheranno le mostre, la musica, la poesia. La stagione si concluderà «il giorno del solstizio d’estate, come da tradizione, con una maratona letteraria dedicata alla poesia giocosa e satirica italiana, da Olindo Guerrini ad Achille Campanile».