Giocare a tutto purché non sia digitale

di Andrea Ruzzeddu

“Play – Festival del gioco” è la più importante manifestazione italiana dedicata ai giochi analogici, lontani dal digitale e da qualunque computer, e si svolge in quattro padiglioni del quartiere fieristico di Bologna dal 4 al 6 aprile, quando saranno presentati nuovi giochi da oltre 200 espositori e ci saranno 3mila tavoli pronti ad accogliere giocatori amatoriali ed esperti di tutte le età.
Si va dai grandi classici come RisiKo alle nuove uscite presentate in anteprima proprio in questa occasione. L’obiettivo del festival è quello di far conoscere a tutti la potenza educativa del gioco.

Partecipare è molto semplice: “Entra, scegli, gioca!”. Chiunque potrà giocare a Monopoly o al nuovissimo “Birdy call” prodotto da Yas!Game o a “Piccioni esplosivi” di Cranio Creations. Ci saranno escape games e giochi investigativi come “Unlock!” di Asmodee e “Micromacro” di MS Edizioni.
La velocità (la durata massima è di 30 minuti a partita), le regole semplici e l’inclusività sono alcune delle caratteristiche comuni per molti dei nuovi giochi proposti.

Il mercato e i designer del gioco

Nell’era della Playstation e dei giochi online, anche il mercato della socialità vissuta davanti ad un tavolo, con carte, pedine e soprattutto avversari presenti fisicamente, cresce del 10-15% e ogni anno conta il lancio di circa 800 nuovi giochi. L’insieme di giochi in scatola, giochi di ruolo e carte collezionabili rappresenta il 16% del mercato complessivo del gioco.
A determinare questa posizione di leadership nel settore non sono i giovanissimi: la maggior parte di chi compra questi giochi ha infatti un’età tra i 25 e i 39 anni.

Tra i vari ospiti attesi a Bologna c’è Phil Eklund, ingegnere aerospaziale e scienziato missilistico, ma anche game designer. Per la prima volta parteciperà al festival la designer e artista emergente di origini filippine Bianca Canoza (in arte “momatoes”), nota per aver creato “ARC”, uno dei migliori giochi di ruolo da tavolo indie e per questo pluripremiata. Anche Marco Menapace, co-autore di “e-Mission”, gioco cooperativo sulla lotta al cambiamento climatico, parteciperà al festival.

Tra gli organizzatori e sponsor dell’evento sono presenti ModenaFiere, Ludo Labo, molte associazioni ludiche italiane come Treemme, La tana dei goblin e Ludus. Per la prima volta parteciperanno anche il Cnr, Indire e cinque atenei: l’università di Modena e Reggio Emilia, quella di Bologna, quella di Firenze, quella di Genova e l’università di Torino proporranno dei giochi sviluppati con proprie ricerche, degli incontri con ricercatori e dei laboratori.

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La Storia e le estensioni digitali

Anche quest’anno ci sarà spazio per “Play History”, l’area tematica su gioco e storia allestita in collaborazione con l’Associazione italiana di Public History, il Centro di ricerca sul gioco – Unige, il Game Science Research Center e le associazioni Clionet e Diacronie. Il tema storico di questa edizione del festival è “Giocare la Liberazione”: 20 momenti di gioco a tappe per riflettere in modo interattivo sull’80° anniversario della Liberazione.

Sarà costruita anche un’area dedicata al mondo dei digital games per mostrare dei giochi in parte digitali ed in parte analogici attraverso la mostra “Turno extra – Estensioni digitali del gioco da tavolo”. L’obiettivo della rassegna è quello di mostrare come app, software e dispositivi elettronici possono essere delle estensioni per giochi da tavolo analogici.

«È aumentato l’interesse da parte della popolazione adulta al mondo del gioco, che non viene più considerato come un’attività puramente per bambini. E in tempi in cui tutto si fa online, i board games offrono uno stimolo in più a incontrarsi di persona, ad aggregarsi – spiega Andrea Ligabue, ludologo, game designer e direttore artistico di Play –. È cresciuta inoltre la qualità e la quantità di giochi da tavolo a disposizione, e in particolare quella dei cosiddetti “giochi collaborativi”, in cui i vari partecipanti sono alleati, e per vincere è necessario attuare strategie condivise, cosa testimoniata anche dalla grande crescita del settore dei giochi di ruolo. Ne beneficia lo sviluppo cognitivo e migliorano le competenze sociali e relazionali visto che, ad essere letteralmente chiamate in gioco sono skills come memoria, problem-solving, senso critico, ma anche la capacità di dialogo, di ascolto e di comprensione».

QUI trovi tutte le info sulla manifestazione.

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