Proprio mentre stava per svolgersi la conferenza stampa di presentazione delle iniziative per l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, questa mattina, 7 aprile, è arrivata la notizia della morte di Virginia Manaresi, presidente dell’Aned di Imola, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, ed ex staffetta partigiana.
Virginia Manaresi, per tutti “Gina”, era stata testimone diretta della Liberazione, deportata politica, e fondatrice della sezione imolese dell’Udi, Unione donne in Italia.
Nata a Imola il 26 novembre 1924, cresciuta in una famiglia antifascista, si impegnò sin da giovanissima nella lotta contro il regime. Fu staffetta partigiana, protagonista delle reti clandestine, arrestata, deportata nel campo di concentramento di Bolzano, dove resistette. Nonostante le difficoltà e insieme ad altri prigionieri, riuscì a fuggire e dopo la fuga nel 1945 tornò a Imola e continuò a testimoniare per tutta la vita i valori della libertà, della giustizia, della memoria storica. Per decenni è stata un riferimento per il mondo antifascista, per l’impegno politico e sociale delle donne, per la coscienza democratica della città.
Il sindaco di Imola Marco Panieri e tutta l’amministrazione comunale hanno espresso profondo cordoglio, stringendosi «alla famiglia, alla figlia Cinzia, all’Aned, all’Anpi, al mondo della memoria civile e democratica».
«La scomparsa di Gina – ha dichiarato il sindaco – ci tocca profondamente. La sua vita è stata un esempio di coraggio, coerenza e responsabilità. Una testimone diretta degli orrori del fascismo e della lotta per riaffermare un ideale di libertà. La sua voce, la sua presenza, la sua testimonianza continueranno a guidarci nel compito quotidiano di difendere i valori democratici e trasmetterli alle nuove generazioni».