Benvenuti nel mondo di Benvenuti (Davide)

di Riccardo Olmi

Benvenuti a questo nuovo episodio di Arterie con Davide Benvenuti (appunto), un cantautore che sperimenta molto con suoni digitali, sintesi ed effetti accostati a strumenti acustici.
Un giovane musicista, bolognese d’adozione, lombardo di nascita, toscano “di passaggio”, che da quando aveva 8 anni ha iniziato a esprimersi attraverso canzoni capaci di raccontare la sua personale visione del mondo.

«Io sono del ’98, ho vissuto l’ondata rap con Fibra e tutto quel mondo. Mi sono reso conto che non ero abbastanza cattivo per fare il rapper. I miei amici mi dicevano che ero troppo poetico. Quindi, verso i 17 anni, ho iniziato a fare il cantautore».

Davide Benvenuti ha ascoltato e ripercorso la discografia del cantautorato italiano e, grazie alla passione per la scrittura e le tematiche sociali, ha trovato un suo stile originale.
Da Paolo Conte a Gianmaria Testa, da Fabrizio De André a Francesco De Gregori, nessuno escluso, Davide ha accostato queste influenze alla psichedelia e al post-punk.

«Ho scelto di usare il mio cognome, quello che un tempo si attribuiva ai trovatelli. Benvenuti nel mondo di Benvenuti. Un luogo imperfetto, che guarda al contemporaneo con un’attenzione a quelle persone che hanno subito ingiustizie senza poter replicare», spiega Davide.

“Malalingua”

“Malalingua”, il primo singolo dell’Ep omonimo (2025), parla di András Toma. Siamo alla fine della seconda guerra mondiale e Toma, arruolato nell’esercito ungherese, viene catturato tra Auschwitz e Cracovia, per poi essere trasferito e “dimenticato” per 53 anni in un manicomio russo.
«Questo brano ha una sua “pesantezza”, ma vista la drammaticità e la gravità della storia che racconta non avrei potuto renderlo leggero», ammette Benvenuti.

La musica prende forma visiva

Durante i suoi concerti, Davide ha introdotto l’elemento visivo grazie alla collaborazione artistica con Francesca Brevini.
Come racconta Francesca, «conosco Davide da tanti anni, io mi occupo di curare l’estetica del progetto e per quanto riguarda i concerti tutti i visual che vengono proiettati durante lo spettacolo. Davide parla molto di politica, anche se non sempre in modo esplicito, io con il mio lavoro cerco di dare una forma visiva per rendere immediati i contenuti della sua musica. Il mio lavoro è composto in gran parte dalla ricerca di materiali di repertorio che poi rielaboro e unisco, per creare la storia visiva del concerto».
Attualmente, i due artisti stanno lavorando insieme ad un progetto video che avrà come sfondo la Genova blindata del G8 del 2001, durante quei tre giorni di cui si dibatte da oltre vent’anni.
«Pur parlando di politica cerchiamo sempre di non schierarci, noi ci concentriamo sul concetto di libertà, che dovrebbe essere qualcosa di apolitico e per tutti quanti», sostiene Francesca.

Giulio Regeni e Patrick Zaki

Davide Benvenuti nasce artisticamente come autore e chitarrista autodidatta.
Il suo nuovo Ep “Malalingua”, uscito da nemmeno un mese, ha visto la luce grazie a collaborazioni con musicisti professionisti come Nicolas Guandalini al sax e Matteo Poidomani alla batteria, che rendono i suoni organici e umani, nonostante un lavoro importante di sound design digitale.
«La produzione è totalmente indipendente, realizzata tra la mia camera, con le voci registrate negli armadi, e poi in una sala prove, sicuramente insonorizzata ma non un vero e proprio studio di registrazione».
Un lavoro appassionato, in cui il nostro cantautore contemporaneo è riuscito a portare tutti gli elementi che caratterizzano un’opera sinestetica, che coinvolge i sensi.
“La mia qualunque età” è un brano raccontato dal punto di vista di Giulio Regeni e Patrick Zaki, scritto quasi simultaneamente all’arresto di quest’ultimo da parte delle autorità egiziane.

Con l’arrivo della primavera, sbocciano qua e là le date dei concerti in cui Davide porterà dal vivo il suo Ep e altri brani inediti.
Il 25 aprile, Benvenuti con la sua musica e il suo impegno sarà in uno dei luoghi in cui, proprio in questa giornata, Bologna ricorda il valore della Liberazione: Pratello R’Esiste.

Non dimenticate di ascoltare il podcast (lo trovate QUI) realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana. Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.

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