Lisa Manara: la liberazione della voce, del cuore e del corpo attraverso la musica

di Riccardo Olmi

Lisa Manara è la protagonista di Arterie in questa settimana dell’80° anniversario della Liberazione, una ricorrenza che di musica, in particolare di musica indipendente, ne ha portata tanta, un po’ in tutta Italia. Lisa ci racconta una storia musicale che è anche di liberazione.

«Fin da piccola sono cresciuta con la musica. Mio padre metteva i vinili dei Pink Floyd, di Bowie e di tanti altri a volume altissimo, facendo rimbombare la casa. Io e mia sorella passavamo ore a cantare intorno al pianoforte che la mamma suonava. Mio nonno, invece, finiti i pranzi domenicali, suonava la sua fisarmonica a sfinimento, fino a quando si addormentava, complice la musica e qualche bicchiere di vino. Lui era direttore di coro a Villanova di Bagnacavallo e ci interrogava sul solfeggio. Io studiavo già canto grazie al corso Yamaha di introduzione alla musica, che mia madre mi propose verso i cinque anni».

Poi ci sono stati gli anni del conservatorio, gli anni in cui la voce si è liberata piano piano, rivelando a Lisa che quello è il primo strumento che deve suonare. Prima del pianoforte, con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale, prima anche della chitarra che spesso porta con sé .
La voce di Lisa è potente e versatile con un’impronta jazz e soul profonda, che va oltre il genere stilistico.

Poco più che trentenne, questa artista con le radici in Romagna ha un curriculum di tutto rispetto. Tantissimi i concerti, le tournée, le collaborazioni con grandi nomi della musica, e tanta la ricerca artistico-musicale.

Nel 2011, ha persino partecipato alla prima edizione di The Voice of Italy, in quell’anno in cui il programma doveva costruirsi un pubblico e definire uno stile ripetibile nel tempo.
«È stata un’esperienza difficile – ricorda Lisa -. Io ero lì per cantare e il canto era la cosa meno importante del programma. Lo spettacolo era il fulcro di tutto quanto. Ho avuto comunque la fortuna, a soli 18 anni, di lavorare con Riccardo Cocciante e di conoscere Noemi, Piero Pelù, e quella grande artista che era Raffaella Carrà».

Lisa e Gianni Morandi

Lisa si è esibita e ha collaborato anche con un altro grande nome della musica italiana: Gianni Morandi.
«Gianni è così come si presenta sui media: vero, sincero e professionale al tempo stesso. È un regista, un maestro, un direttore artistico ed un amico che ti sostiene e ti accompagna, valorizzando il tuo talento e incoraggiandoti a migliorare. Io ero una corista e duettavo con lui in “Grazie perché”. Venti giorni di preparazione, in cui Gianni ci ha segregati in un hotel a Ferrara che ha anche una sala prove – ironizza Lisa – e poi il tour, tra il 2018 e il 2020, su palchi da favola come l’Arena di Verona e il Teatro di Taormina. Eravamo un esercito. Noi ci spostavamo in van, i fonici in pullman e Gianni con il suo fedele e simpaticissimo autista e amico Sandro, da poco scomparso».

Un’esperienza, quella con “l’eterno ragazzo” della canzone italiana, che Lisa Manara ha aggiunto all’ormai importante bagaglio di esperienze lavorative; insieme a tante altre anche molto recenti come quella con Fabio Concato.

Un ricchissimo percorso che ha concesso a questa poliedrica artista anche il tempo di fare ricerca sonora e di sperimentare.
«Mi piacciono quelle donne che attraverso l’arte e la musica riescono a diffondere la cultura del loro Paese in tutto il mondo. Da Nina Simone a Miriam Makeba, fino alla Regina di Capo Verde: Cesaria Evora. Il legame con le sonorità “altre” è difficile da spiegare. Sicuramente le donne musiciste hanno saputo rappresentare il cuore, l’anima e le radici di terre e culture lontane da noi e profonde».

“È Morna”

Insieme ad Aldo Betto, chitarrista dei Savana Funk, una band che si sta affermando per le originali sonorità che mixano r/b, soul, funk-rock e afrobeat, Lisa ha pensato e portato in tour un progetto sulla musica di Capo Verde. “È Morna” è un brano registrato in acustica proprio con l’amico chitarrista. La morna è un abbraccio che ti culla, secondo la cultura di Capo Verde.
«Con Aldo abbiamo pensato questo meraviglioso progetto che probabilmente diverrà anche uno spettacolo teatrale. Il regista, Massimiliano Burini, si occuperà del cast, io e Aldo della musica. I teatri, col parquet su cui posso esibirmi a piedi nudi, percependo il calore e annusando l’odore del legno, insieme all’energia di tutti coloro che lo attraversano, sono il palco che prediligo. Nei teatri mi esibirei senza sosta perché mi sento a casa».

Mama Africa aveva già chiamato Lisa nel progetto L’urlo di africanità, nato dall’incontro con musicisti che la fecero innamorare del mondo della musica sudafricana. Federico Squassabia, e ancora Aldo Betto e Youssef Ait Bouazza (batterista dei Savana Funk), hanno consentito la fusione della passione di Lisa per gli artisti del Mali come Ali Farka Tourè, Fatoumata Diawara e Oumou Sangarè, con la conoscenza della cultura di quelle terre. Questo fu l’argomento della sua tesi finale al conservatorio, incentrata sul legame tra musica sudafricana e jazz. Miriam Makeba e la forza della sua voce nel mondo per far conoscere l’oppressione del suo popolo. Nina Simone e Fatoumata Diawara sono altre artiste che Lisa ha inserito nel progetto, per rappresentare il bisogno di rivendicare la propria identità artistica, etnica e di genere.

Altre collaborazioni importanti di Lisa Manara sono con amici/artisti come Quintorigo, Tommy Emmanuel, Eric Sardinas, Diunna Greenleaf, Ricky Portera, Renato Sellani, Marco Tamburini, Paolo Ghetti, Claudio Golinelli “Il Gallo”, Marcello Sutera, Schillirò Vonn Washington, Riccardo Ferrini.

Nel 2023, tutte queste esperienze, voci, identità artistiche e personali, hanno iniziato a cercare un’originalità artistica.

“Lasciami cadere”

“Lasciami cadere” è il primo singolo tutto di Lisa che da sempre, quando si siede al piano, compone e scrive testi e frasi su foglietti di carta che poi diventano una raccolta di pezzetti di se stessa. Il brano parla di due rapporti conflittuali: con il pianoforte e con la figura paterna. Con il piano, Manara ha imparato a duettare: lui e la sua voce in armonia.
«Scrivo di me, delle mie emozioni. Lo sguardo del padre è quello del mondo verso la figlia. E questo rapporto definirà tutti gli altri e il modo in cui li si affronterà. Se con rigidità o sospendendo il giudizio. È come dire a mio padre: babbo, ci siamo fatti da specchio ma ora ho bisogno di andare, di fare qualcosa di mio. Lasciami cadere».

Nel 2024 esce un secondo singolo, “Regina su di me”. Il brano è stato realizzato con Youssef Ait Bouazza, che ha scritto la musica, mentre Lisa ha tenuto per sé testo e melodia.
«La canzone parla di una Regina ammaliatrice e potente: l’anoressia. Questa despota gigante che colma un vuoto originato da un disturbo patologico di relazione, che ti porta in alto per poi gettarti all’improvviso in un buco da cui si risale solamente con tanta forza, cure adeguate e, per me, tanta musica. La Regina su di me è una piaga molto attuale che io posso oggi cantare per dimostrare che si può uscire da quel buco».

Due singoli indie-pop con un’intensa interpretazione e assolutamente autobiografici. Queste sono le premesse per un album a cui Lisa Manara sta lavorando, forte di tutto il suo percorso artistico e musicale.

Non dimenticate di ascoltare il podcast (lo trovate QUI) realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana. Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.

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