di Riccardo Olmi
Il mese di maggio è il mese delle rose, riconosciute come simbolo di bellezza, purezza e amore. L’appuntamento di Arterie di questa settimana parlerà di fiori partendo da un fiore decisamente speciale: l’anemone.
La band protagonista di questo episodio della nostra rubrica si chiama infatti Anemone, e i suoi componenti sono: Guido Romano (batteria), Maria Casano (chitarra elettrica), Bernardo Rosseti (chitarra elettrica), Ottavio Lo Nigro (basso), Stefano Piasenti (voce).
A spiegare la scelta del nome è Maria: «Abbiamo scelto questo nome perché nel linguaggio dei fiori rappresenta un amore intenso ma minacciato, come quello che noi proviamo per la musica che suoniamo e che rischia di soccombere nelle sonorità e nel mercato del mondo odierno».
La natura, prima di tutto
La natura è un elemento ricorrente in tutta la produzione artistica della band.
«Il main concept dietro al progetto riguarda piante, fiori e alberi, che sono solo lo spunto per affrontare tematiche universali e contemporanee – aggiunge Guido -. Il tutto, poi, sullo sfondo di miti e leggende legate alla natura che conferiscono un’aura onirica e ricercata alle parole con cui nelle canzoni affrontiamo gli argomenti più disparati. Antico e moderno, vecchio e nuovo in costante assonanza e contrasto per arrivare ovunque e a chiunque».
Guido e Maria, compagni in musica e nella vita, hanno fondato la band un paio di anni fa, poi si sono uniti Giulia, Giacomo (ex bassista e cantante) e Bernardo. A dicembre 2024 la formazione si è rinnovata con l’arrivo di Ottavio e Stefano.
Il background musicale differente di ciascuno dei componenti permette alla band di caratterizzarsi con un sound unico, non riconducibile ad un genere preciso. Nel gruppo convivono metallari, adepti del grunge anni ‘90, chitarre che si ispirano a John Frusciante per poi migrare verso l’indie rock. Come molti artisti indipendenti, anche gli Anemone non sanno definire con un genere preciso la loro musica.
Nel 2024 é uscito il loro primo EP, Anemone, sulle principali piattaforme musicali. L’EP si compone di tre brani originali: Sikomoro, Achillea e Fresia. I pezzi esprimono attraverso musicalità aggressive ed audaci le fragilità e le contraddizioni dell’essere umano, fino a svelarne le parti più oscure, senza negare però la possibilità di una redenzione finale.
Sikomoro
Sikomoro é il primo brano scritto dagli Anemone. «Ho fatto sentire a Guido un riff di chitarra, come era già accaduto in altre occasioni – ricorda Maria -. Quella volta, però, Guido mi ha fermata, intuendo che c’era qualcosa di diverso, qualcosa da trasformare in un progetto più ampio».
Il sicomoro è un albero molto antico, di grande bellezza e importante per l’ambiente. Nel nome del brano, gli Anemone hanno usato la lettera k al posto della c. Questo perché Guido e Maria sono partiti dall’idea di unire il nome dell’albero (lo stesso su cui Giuda si tolse la vita), con il termine giapponese hikiko moro. Un hikiko moro è una persona, anche molto giovane, che si isola volontariamente dalla società per diversi fattori derivanti da difficoltà relazionali e paure più o meno fondate (bullismo, fallimento, etc…) e trascorre gran parte del suo tempo in casa.
«Quando io e Guido abbiamo iniziato con questo brano, abbiamo innanzitutto deciso di scrivere in italiano, questo per arrivare direttamente agli ascoltatori e veicolare immediatamente le emozioni. Questo pezzo parla proprio di emozioni non proprio positive, dell’impossibilità di uscire nel mondo, restando chiusi dentro uno spazio limitato».
L’EP degli Anemone è stato composto con la vecchia formazione che comprendeva ancora Giulia e Giacomo.
Attualmente la band sta riprendendo il vecchio lavoro per riuscire a produrre un intero album, sempre seguendo il concept legato alle piante ma attraverso nuovi brani.
Sorbole, un festival indipendente!
Un altro progetto coinvolgente che gli Anemone hanno appena intrapreso è l’organizzazione di un festival musicale indipendente, che possa dare spazio alle tante band del territorio che faticano per trovare nuove date.
«Si chiama Sorbole – racconta Bernardo -. Ci siamo chiaramente ispirati allo slang bolognese per scegliere il nome e attirare l’attenzione. Il format dell’evento sarà molto classico: concerti e birre, il minimo indispensabile per divertirsi al massimo. Il luogo che abbiamo scelto è lo Spazio Met, la casa dei Cantieri Meticci Aps, a Bologna. Abbiamo organizzato l’evento riutilizzando vecchie scenografie per renderlo davvero suggestivo. Sabato 3 maggio, si é tenuta la prima edizione che è stata un successo».
È sempre Bernardo che si occupa dei social. Per promuovere Sorbole, gli Anemone hanno realizzato un breve video in cui al posto delle medicine prescrivono a Maria, che recita nel ruolo di paziente, le band che si sono esibite sul loro palco, come rimedio a ogni disturbo.
Gli Anemone offrono agli ascoltatori un suono deciso ma onirico. I loro brani sono il risultato della ricerca costante di equilibrio tra essere umano (artista) e natura.
La cornice che dovrebbe apparire sulla copertina dell’album a cui questa band sta lavorando, «è solo un tentativo per trattenere la natura dentro un confine. È un limite fisico, umano, di cui, – come precisa Guido – Lei, la Natura, non ha assolutamente bisogno».
Non dimenticate di ascoltare il podcast (lo trovate QUI) realizzato in collaborazione con Emmerreci – Media Radio Castellana. Ci risentiamo in diretta su Emmerreci il mercoledì dalle 20 alle 21 con una nuova band.