Alle mamme le multe rosa

di Milena Monti

Il 10 aprile ho preso una multa. Ho parcheggiato la mia auto in uno degli stalli “rosa” di piazzale Pertini a Imola, dietro la stazione dei treni; mio figlio di sei mesi regolarmente con me ed esponendo regolarmente il disco orario per la sosta massima permessa di due ore. Al mio rientro, in orario, la multa.
La legge non ammette ignoranza, lo sappiamo, e infatti ho pagato quanto dovuto. Ma è nata così anche l’occasione per scrivere un articolo che non sapevo di avere la necessità di scrivere.

Sapevate che ci vuole un permesso?

«Effettuava la sosta, senza essere in possesso del permesso rosa, negli spazi riservati alla sosta dei veicoli al servizio delle donne in stato di gravidanza o di genitori con un bambino di età non superiore a due anni. Sanzione edittale euro 42 estinguibile in misura scontata del 30% pari a euro 29,40. Rimozione del veicolo non eseguita per motivi tecnici».

Lo ammetto: non sapevo che per usufruire del parcheggio rosa fosse necessario uno specifico permesso, un contrassegno rosa, simile a quello dei disabili la cui necessità è, però, universalmente nota.

Personalmente utilizzo i parcheggi rosa di Imola (e non solo) da tre anni, due del primo figlio e ora con il secondo; per tre anni li ho utilizzati illegalmente, a conti fatti, pensando erroneamente che l’esistenza dei parcheggi rosa per donne in gravidanza e genitori con figli piccoli (minori di due anni di età) fosse un atto di civiltà e non l’ennesima dimostrazione della burocrazia a pagamento.
Il punto però, e vengo alla necessità di scrivere questo articolo, non è la necessità del pagamento delle due marche da bollo da 16 euro da allegare alla richiesta, quanto la completa mancanza di informazione in merito all’obbligatorietà del permesso, cioè che è necessario un permesso, nonché della procedura per la richiesta dello stesso.

Come per la biblioteca. Come per gli alberi dei nuovi nati

Alla nascita di entrambi i miei figli, come avviene per tutti i bambini nati nel Comune di Imola, ho ricevuto una lettera a mezzo posta per registrare i nuovi nati alla biblioteca Casa Piani e, sempre per posta ordinaria, l’invito all’evento durante il quale l’amministrazione comunale pianta un albero per ogni nuovo nato nel territorio. Ma niente sul permesso rosa. Una mancanza di comunicazione che non lamenta solo la sottoscritta, ma oserei dire la maggioranza delle mamme e di chi con le mamme ha a che fare (ho letteralmente intervistato in merito al permesso rosa tutte le neo-mamme che conosco e tutte le professioniste e i professionisti con i quali ho a che fare come neo-mamma, decine di persone, e nessuno sapeva).

Perché il parcheggio rosa

Gli stalli rosa sono stati pensati per facilitare la vita delle donne in gravidanza e dei genitori con bambini piccoli, rendendo il parcheggio vicino a luoghi di interesse come ospedali, uffici postali, banche, centri storici e centri commerciali più agevole e più sicuro. I parcheggi rosa dovrebbero ridurre il rischio di inciampi o cadute e agevolare la mobilità con passeggino, ma questa condizione non è sempre rispettata.

Nati inizialmente come contributi sociali e previsti liberamente dai Comuni (fra cui Imola, chapeau) e privati lungimiranti (ad esempio alcuni centri commerciali), il codice della strada (decreto legge 121/2021) ha modificato la normativa prevedendo di fatto la sosta rosa su tutto il territorio nazionale pur senza disciplinare una modalità unica per il rilascio del relativo permesso – mentre la sua forma (ovvero il pittogramma per la segnaletica) è stato definito ad aprile 2022. La patata bollente è stata lasciata ai singoli comuni, che hanno dunque adottato iter diversi per permessi diversi che quindi valgono solo sul territorio dove sono stati rilasciati.

Per quanto riguarda il Comune di Imola, sul sito di Area Blu si legge che «anche se ad oggi in Italia non sono ancora state emanate le norme regolamentari che devono disciplinare le modalità di rilascio e la forma dei Permessi Rosa, l’amministrazione di Imola ha ritenuto di procedere lo stesso al fine di raggiungere le finalità di agevolazione della vita familiare per le categorie interessate». Senza però prevedere una comunicazione ad hoc a tali categorie interessate.

Come ottenere il permesso rosa a Imola

Per richiedere il permesso rosa valido per gli stalli imolesi è necessario innanzitutto essere residenti nel Comune di Imola. Possono richiederlo le donne in fase di gestazione e i genitori di bambini fino ai due anni di età. La richiesta va fatta allo Sportello al Cittadino di Area Blu presentando l’apposito modulo di richiesta compilato, un documento di identità valido, il certificato del medico curante attestante la gravidanza e la data presunta del parto, più due marche da bollo da 16 euro.

Il Permesso Rosa ha due possibili scadenze. Nel caso di domanda effettuata da genitore con prole inferiore a due anni, la scadenza è la data di compimento del secondo anno di età del proprio figlio. Nel caso di domanda effettuata da donna in stato di gravidanza, la scadenza è calcolata a due anni più dieci giorni dalla data presunta del parto. Un’ostetrica dell’ospedale di Imola, durante una delle mie interviste informali, ha sollevato un dubbio di non poco conto se non altro sul piano emotivo ed etico: e se la donna in questione perde il bambino prima del termine?

La multa

Secondo il codice della strada, la sanzione per chi utilizza le aree di sosta rosa senza autorizzazione o senza rispettarne le condizioni d’uso (per utilizzare lo stallo dedicato è infatti necessario che la donna incinta o il minore di due anni siano a bordo) rischia una sanzione da 42 a 344 euro, oltre alla rimozione del veicolo. Inoltre, come detto, non è possibile parcheggiare negli stalli rosa di un Comune in cui non si è residenti. Regole che non valgono, va da sé, per le aree private come i parcheggi dei supermercati, che restano quindi l’unico incondizionato atto di civiltà nei confronti del parcheggio di genitori e future madri.

Permesso rosa, no grazie

A Imola ci sono complessivamente una sessantina di parcheggi rosa. Ma, a conti fatti, per la mancanza di chiarezza, comunicazione e civiltà a livello nazionale e locale, ho deciso che no, non farò richiesta del permesso rosa nonostante abbia i requisiti per averlo. Va da sé che ovviamente non utilizzerò neanche più i parcheggi rosa, li lascio a chi può utilizzarli – burocraticamente parlando – e chi li usa senza conoscerne le regole – come io prima della multa. Perché da un mese a questa parte, curiosando sui cruscotti delle auto parcheggiate negli stalli rosa, di permessi non ne ho ancora visti.

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