L’annegamento è la prima causa di morte accidentale per i bambini sotto i 5 anni

L’annegamento è la seconda causa di morte accidentale in età pediatrica e la prima causa di morte accidentale sotto i 5 anni di vita. Contrariamente a quanto si è portati a pensare, l’annegamento avviene più spesso in ambiente domestico, non al mare o al fiume. Piccole piscine portatili o gonfiabili comparse un po’ ovunque nei giardini delle abitazioni hanno fatto crescere notevolmente questo rischio. Il bambino può infatti annegare anche in pochi centimetri d’acqua e sono sufficienti pochissimi minuti di sommersione per provocare seri danni: un bebè che inciampi in acqua affoga in meno di 30 secondi.
Con l’arrivo dell’estate e di quella voglia irrefrenabile di rinfrescarsi, per farlo in completa sicurezza è quindi indispensabile seguire alcune regole precise.

Cosa fare e cosa non fare

Come spiegato dalla responsabile dell’Unità operativa Igiene e sanità pubblica dell’azienda sanitaria di Imola, Carolina Ianuale, si tratta di un semplice ma chiaro vademecum per genitori e accompagnatori.
Primo: non lasciare mai solo un bambino nei pressi di uno specchio d’acqua, nemmeno se fosse presente un fratellino o un amichetto più grande, e non perderlo mai di vista. Anche solo pochi secondi di distrazione potrebbero infatti essere fatali. I bambini molto piccoli, dai 0 ai 5 anni, devono stare in acqua solo con la presenza fisica (in acqua) di un adulto.
Secondo: è importante recintare il bordo della piscina per ridurre al minimo il rischio che vi si possa cadere camminando, soprattutto se la superficie è scivolosa, altra cosa che andrebbe evitata.
Terzo: piscine, e vasche d’ acqua di qualsiasi tipo, devono sempre essere protette e chiuse da coperture o cancelli quando sono inutilizzate, ed eventuali giocattoli andrebbero rimossi, per evitare che il bambino sia attratto da essi.
Quarto: quando possibile, ovvero sempre nel caso di quelle di piccole dimensioni o di vasche da bagno, dopo l’uso vanno svuotate.
Quinto: anche qualora i piccoli sappiano nuotare, è consigliabile fare indossare dei galleggianti, giubbetti salvavita, braccioli, ecc… almeno fino agli 8 anni. È inoltre utile usare tappetini antisdrucciolo sul fondo delle vasche, installare maniglioni ed evitare l’uso di prodotti che favoriscano lo scivolamento, come gli olii.

I controlli nelle piscine

Con l’arrivo dell’estate le piscine diventano un punto di riferimento per chi cerca refrigerio e divertimento.
Dietro il piacere di un tuffo si nasconde però la necessità di garantire ambienti sicuri e igienicamente controllati. Di questo si occupa l’Azienda Usl, incaricata della sorveglianza delle strutture, per assicurare che le norme sanitarie vengano rispettate e che la qualità dell’acqua sia sempre adeguata.

Nel 2024 l’azienda sanitaria imolese ha ispezionato 20 strutture di Imola e circondario: in 6 casi sono state emesse proposte di ordinanza con richieste di adeguamento ed in un caso è stata richiesta la sospensione dell’attività.

Le piscine devono rispettare rigorosi standard igienico-sanitari. I controlli non si limitano alla qualità dell’acqua, ma riguardano anche la pulizia degli ambienti, dagli spogliatoi alle docce, per prevenire la diffusione di infezioni cutanee e altre problematiche. Oltre agli obblighi dei gestori, che devono redigere e applicare un piano di autocontrollo, vengono effettuate ispezioni periodiche per monitorare la corretta gestione degli impianti. Le verifiche includono campionamenti dell’acqua e controlli sulle procedure di sanificazione.

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