La fontana dello storico Palazzo Tozzoni, la casa museo che rappresenta uno dei luoghi storici più belli e significativi di Imola, è tornata a zampillare.
Rimasta per molti anni priva del necessario apporto di acqua e bisognosa di restauri, risplende di nuovo nella sua piena funzionalità grazie a una mobilitazione e a un intervento che ha visto protagonisti i cittadini, il Comune e il Fai, Fondo per l’ambiente italiano.
La fontana, la sua storia
La vasca settecentesca al centro del cortile di Palazzo Tozzoni risale al 1792 e fu realizzata in sostituzione di una precedente vasca più semplice.
Conosciamo la sua storia grazie ai documenti conservati nell’archivio del palazzo: secondo quanto compare in una carta probabilmente redatta dal conte Giorgio Barbato Tozzoni «Antichissimo è il diritto della Famiglia Tozzoni di derivare l’acqua del Canale dei Mulini mediante una chiavica situata alla sinistra di detto canale poco superiormente al Molino di Santa Cristina, quale diritto con qualificazione di chiavica privilegiata (…)». La derivazione privilegiata garantiva la priorità nell’utilizzo dell’acqua a scapito delle altre utenze, soprattutto nei momenti di magra del canale dei Molini. La derivazione utilizzata dalla vasca nel cortile del palazzo partiva da un punto sulla riva sinistra del canale, poco sopra il Mulino di Santa Cristina, scorreva fino alla Rocca, proseguiva lungo il “fosso della città” fino alla porta dell’Osservanza e passava nell’orto della Mezzaluna prima di raggiungere il Palazzo.
Il restauro
L’intervento di restauro ha interessato il recupero delle superfici interne, l’impermeabilizzazione, la parte esterna in muratura, così come la colonna centrale, pulita e reintegrata nelle parti mancanti. La tinteggiatura è stata realizzata sulla base dello studio sui frammenti della coloritura originale. Il cancelletto di ferro è stato sabbiato, pennellato con antiruggine e rimontato.
Elemento fondamentale è stato il ripristino dell’assetto idrico: dopo la chiusura della condotta che originariamente attingeva acqua dal canale dei Mulini, si è reso necessario dotare la vasca di un apparato autonomo che ne consente il riempimento e la costante alimentazione attingendo all’acquedotto comunale.
La vasca ha ripreso così la sua funzione originaria di elemento cardine di tutto il cortile del palazzo, così come progettato nel Settecento dai conti Tozzoni.
Cittadini, Comune, Fai
La volontà di recuperare questo importante elemento della casa museo è nata nel 2022, quando il Comune di Imola, sostenuto dai volontari Fai del gruppo Imola-Dozza e Valle del Santerno, presieduto da Paola Bizzi Bacchini, e della Delegazione di Bologna, presieduta da Pietro Acri, e con l’aiuto di tanti volontari locali, si è attivato per la raccolta voti in occasione dell’11esima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”.
Grazie ai 3.905 voti raccolti è stato possibile candidare il progetto al bando per la selezione degli interventi che Fai e Intesa Sanpaolo lanciano dopo ogni censimento. Il progetto è stato accolto, ottenendo il contributo economico dei Luoghi del Cuore (6.500 euro) a cui si sono aggiunte le risorse pubbliche, circa 20mila euro, messe a disposizione dal Comune di Imola.
Dichiarazione del direttore di Imola Musei Diego Galizzi:
«Lo scopo primario di una casa museo come palazzo Tozzoni è quello di comunicare e far rivivere le atmosfere e gli stili di vita della casata che durante i secoli ha costruito, abbellito e vissuto il palazzo; da questo punto di vista la ritrovata fontana rappresenta un arricchimento importante, che sarà lo spunto per raccontare al pubblico ulteriori storie e per immaginare nuove forme di proposte didattiche per i bambini».
