“Niferash” è un termine non scritto di una tribù della Foresta amazzonica, è un termine utilizzato per parlare di tutto lo spettro delle emozioni, senza distinguerle in positive e negative. Tutto ciò che siamo in grado di sentire è racchiuso in questo termine.
L’appuntamento di Arterie di questa settimana è con Francesco Ottaviano, un artista che fa di questo concetto il fulcro della sua produzione musicale, tanto da chiamare il suo primo progetto solista proprio Niferash.
I brani di Niferash non hanno testi, ma contengono molte voci. La tecnica utilizzata è il throat singing, «praticamente uso solo una parte delle corde vocali, che mi consentono di far risaltare le armoniche naturali della voce.
Viscere, il suo primo EP, non è una vera e propria colonna sonora, ma ogni brano nasce dal tentativo di suonare il movimento e l’emozione di una scena di Kirikù e la strega Karabà, un lungometraggio animato del 1998.