Il piano e i tralicci per mettere in sicurezza la Garisenda arriveranno dalla torre di Pisa

Per la messa in sicurezza della torre Garisenda saranno impiegati i tralicci utilizzati per la torre di Pisa che, opportunamente modificati, consentiranno di accorciare i tempi e anche i costi dell’intervento.

L’operazione di messa in sicurezza dovrebbe partire entro sei mesi, al massimo alla fine dell’anno. E per portarla a termine, almeno così ha assicurato il sindaco di Bologna Matteo Lepore, dovrebbero bastare i 19 milioni già raccolti. Per la ristrutturazione vera e propria bisognerà attenere la seconda metà del 2025 o l’inizio del 2026.

L’allarme è scattato novembre, quando i segni di cedimento e le conseguenti analisi strutturali hanno mostrato come il processo di disgregazione della selenite con cui è fatta la torre ne stesse pregiudicando la stabilità e la sicurezza.

La strategia per mettere in sicurezza la torre di 48 metri che assieme alla maggiore, la torre degli Asinelli che supera i 97 metri, sono il simbolo della città, prevede il montaggio di due torrette meccaniche. Dotate di una ruota dentata, consentiranno di tendere le funi chiamate a cingere la Garisenda e contrastare la rotazione  che negli ultimi mesi ha fatto suonare l’allarme sulla sua tenuta.

I tralicci che verranno impiegati sono quelli già utilizzati per raddrizzare la Torre di Pisa.

In quel caso i due cavi furono ancorati al suolo con un sistema di pali che si spinge fino a 30 metri di profondità. La parte esterna di questi due grandi cavalletti, invece, è alta 12 metri. Ma nel caso di Bologna questo non basterà: i macchinari dovranno essere appoggiati su una struttura metallica, in modo che la loro altezza arrivi intorno ai 18 metri. I macchinari pisani potranno essere utilizzati quasi come si trovano. Nella prima fase la loro funzione sarà totalmente passiva. Solo in un secondo momento si deciderà se far tirare i tralicci per riassestare la Garisenda. Che non verrà però raddrizzata, come del resto accaduto con la Torre di Pisa.

Il gruppo di esperti nominati dal Comune di Bologna è composto dai professori Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e dall’architetto Francisco Giordano.

I quali hanno spiegato come l’intervento avverrà in tre distinte fasi:

  • fase A: la fase iniziale, nella quale le due torri di contrasto avranno il ruolo di presidio passivo per poter operare in sicurezza alla base della Torre. Posizionate le torri di contrasto, la coppia di cavi sarà tesa solo per mettere in forza il sistema.
  • fase B: si interverrà per migliorare le caratteristiche meccaniche della muratura, attraverso diverse modalità. L’incremento di resistenza sarà ottenuto con interventi di consolidamento tradizionali, quali per esempio iniezioni di miscela di malta a base di calce idraulica compatibile con quella presente
  • fase C: l’intervento di messa in sicurezza si dovrebbe concludere, effettuate le necessarie verifiche, con la messa in tiro dei cavi delle torri di contrasto. Quest’ultima fase avrà la finalità di migliorare il livello di sicurezza della torre Garisenda operando una riduzione dello stato di sollecitazione alla base della zona maggiormente critica.

Il video dell’intervento di messa in sicurezza:

 

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