Portare in barca a vela le persone svantaggiate sarà il miglior modo di ricordare Raffaele Gulmanelli

Anche se gli ha preso la vita, il grande amore di Raffaele Gulmanelli era il mare.

Ora un’iniziativa della sua famiglia e dei suoi amici più cari vuole tenerne vivo e onorarne il ricordo proprio portando sul mare, a scoprirne il fascino, le persone più svantaggiate con cui Raffaele era impegnato al dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Azienda sanitaria di Imola.

Il progetto si chiama “Vela d’amare”, perché così Raffaele che ci stava lavorando da tempo voleva si chiamasse, coniugando la passione per il mare con l’esperienza di libertà della barca a vela.

L’imolese, 36enne, è deceduto venerdì a causa di un malore durante un’immersione all’Isola del Giglio, dove stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza a Giglio Campese, dove la famiglia ha una casa e dove andava spesso.

Proprio la sorella Matilde Clelia e l’amico Silvano Brizzi, che erano con lui in quei giorni, sono le persone che per prime hanno cercato di soccorrerlo.

Allarmati dal fatto che Raffaele non rientrasse, dopo avere allertato la Capitaneria di porto sono andati a cercarlo in barca. E nello specchio d’acqua denominato Capel Rosso dove stava facendo pesca in apnea lo hanno trovato. Hanno issato il suo corpo a bordo e cercato di rianimarlo praticando la respirazione bocca a bocca in attesa che arrivassero i soccorsi. Durante il rientro hanno incrociato la motovedetta della Guardia costiera che li ha scortati in porto. 

Sulla banchina l’intervento dei sanitari che per oltre un’ora hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma alla fine si sono dovuti arrendere all’irreparabile e hanno constatato il decesso.

Raffaele Gulmanelli era molto amato e apprezzato. I suoi colleghi e l’Ausl di Imola, dove svolgeva la professione di assistente sociale, nei giorni scorsi con una nota ne hanno sottolineato «la professionalità ed il carattere gentile e socievole, che lo rendeva benvoluto anche ai pazienti».

Era un esperto subacqueo, istruttore per l’associazione Imola Mare. Una passione che Raffaele condivideva con il padre Giampaolo, anche lui esperto apneista e fondatore, alla fine degli anni ’60 , dell’associazione Imola Sub. Quelle acque poi le conosceva molto bene. Ma nonostante la sua preparazione e la confidenza coi luoghi, gli sono state fatali.

Proprio il padre Giampaolo Gulmanelli ha voluto ricordare come quando si scende in mare il pericolo sia sempre presente e in agguato. E come proprio il destino toccato al figlio debba essere di monito a prestare la massima attenzione. Così che non accada ad altri quanto toccato in sorte a suo figlio.

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un commento su “Portare in barca a vela le persone svantaggiate sarà il miglior modo di ricordare Raffaele Gulmanelli

  1. Mi commuove questa iniziativa. Far continuare a vivere un nostro caro nelle cose che potranno aiutare altri ,forse consola un pochino chi resta. Il mare sa accogliere i pensieri,le lacrime,le speranze,e restituisce tutto,col suo canto che tranquillizza e con i suoi profumi che ci riportano il senso della vita e della libertà. Grazie.

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