Gli agricoltori romagnoli sono resilienti alle calamità naturali

Gli agricoltori romagnoli riconoscono l’importanza che la loro attività può rappresentare per garantire il futuro del territorio dai rischi ambientali. La gran parte di loro ha reagito e ha adottato pratiche agricole per prevenire possibili danni dovuti al cambiamento climatico, e oltre due terzi degli agricoltori romagnoli ha dichiarato di aver adottato negli ultimi cinque anni pratiche agricole per migliorare la sostenibilità nelle proprie attività, riconoscendo come questo adattamento abbia portato anche dei benefici economici.

Alluvioni, siccità, gelate tardive, ecc…

Le alluvioni del maggio scorso, la siccità dei mesi estivi, il tornado e le gelate primaverili che hanno colpito la Romagna negli ultimi 12 mesi hanno evidenziato il ruolo cruciale dell’agricoltura nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Ma, al contempo, gli eventi calamitosi hanno anche stimolato una riflessione sulle modalità con cui l’agricoltura può diventare un alleato ancora più efficace per la tutela ambientale e per il benessere delle future generazioni.

Da questa riflessione è nata una ricerca promossa da Terremerse, cooperativa agroalimentare di Bagnacavallo, che alla fine del 2023 ha coinvolto in un’indagine 494 soci, proprio sul rapporto tra i cambiamenti climatici e l’attività agricola. I risultati, interessanti, sono stati presentati a Bagnacavallo nel corso dell’evento “La voce del socio – Per un’agricoltura sostenibile e a tutela del territorio”.

L’indagine si è rivelata uno strumento prezioso per comprendere le esigenze e le preoccupazioni degli agricoltori, nonché per guidare azioni e interventi mirati a promuovere la sostenibilità e la resilienza del settore agricolo, di fronte alle sfide ambientali attuali e future. Ad essere state coinvolte sono principalmente aziende di pianura (87.7%), oltre il 50% nella provincia di Ravenna.

I risultati evidenziano che la maggior parte degli agricoltori riconosce il ruolo cruciale dell’agricoltura nella conservazione delle risorse naturali e nella prevenzione dei rischi ambientali. Infatti, alla domanda “quanta influenza ha l’agricoltura nella protezione del territorio?”, il 72.9% ha risposto molto e il 24.9% abbastanza, soprattutto per la riduzione del rischio frane, per la prevenzione dell’erosione del suolo, per la conservazione delle risorse idriche, per il mantenimento della biodiversità e per la prevenzione delle calamità naturali.

Il 75.3% dei rispondenti, due su tre, negli ultimi cinque anni ha apportato modifiche alle pratiche agricole per prevenire possibili danni dovuti al cambiamento climatico, quali: impianti di irrigazione per ridurre la siccità (74.1%), regimazione delle acque (35.1%), difesa da grandine (18.7%), difesa da brinate e gelate tardive (15.5%). Inoltre, il 58.7% ha dichiarato che l’adozione di tecnologie avanzate in agricoltura è indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo del settore.

Altro dato significativo: il 78.3% ha dichiarato di aver adottato negli ultimi cinque anni pratiche agricole per migliorare la sostenibilità nelle proprie attività, riscontrando cambiamenti nell’efficienza economica per il 57.9% e, a seguito dell’adozione di queste pratiche, benefici in termini di riduzione dei costi (30.3%), maggiore resa e qualità del prodotto (29.5%), maggiore fertilità del terreno (19.7%).

L’indagine, infine, rivela un alto livello di preoccupazione tra gli agricoltori riguardo alla forte possibilità che in futuro eventi climatici violenti possano ripetersi con frequenza: il 50.5% è molto preoccupato e il 47.1% abbastanza. Del resto, dato i significativi cambiamenti climatici degli ultimi anni, i danni o le perdite avute nel 2023 dai soci che hanno partecipato alla ricerca risultano essere: il 77.4% della produzione lorda vendibile (Plv) causa siccità, il 71.4% di Plv causa gelate, il 60.6% causa grandine, il 38.7% causa tornado e trombe d’aria, il 25.6% di Plv e il 19.7% di superficie agricola utilizzata (Sau) causa frane, il 77% di Plv e il 65.7% di Sau a causa delle alluvioni.

L’iniziativa svoltasi a Bagnacavallo ha visto la partecipazione in veste di relatori della sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni, del presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti,  del presidente di Terremerse Marco Casalini e di Stefania Operto, sociologa e ricercatrice per Agenzia Pagina.

L’intera presentazione della ricerca la puoi leggere qui: La voce del socio – Per un’agricoltura sostenibile e a tutela del territorio

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