Perché è importante comporre il puzzle con le competenze relazionali

I giovani stanno soffrendo. L’analisi Censis 2022 descrive una generazione di invisibili, spenti e sfiduciati, sempre più preda di agorafobia, depressione e disturbi dell’alimentazione, che dopo la pandemia guarda con ancora più pessimismo al futuro.

Secondo i dati di Eurostat, in Italia ogni anno 110.000 alunni sono soggetti ad assenteismo, abbandono scolastico, frequenza passiva o accumulo di lacune che possono inficiare le prospettive di crescita culturale e professionale dello studente.

Da questi numeri è nata l’iniziativa “We Are Puzzle” della Fondazione In Oratione Instantes.

Una due giorni che si terrà nel cuore di Bologna, il 25 e 26 maggio, nel Complesso di Santa Cristina – Dipartimento delle Arti dell’Alma Mater.

Qui il programma completo

Di che si tratta

Si tratta di un bootcamp (letteralmente “campo di addestramento”) dedicato allo sviluppo delle competenze relazionali dei giovani, con particolare riferimento a studenti delle scuole superiori, universitari e docenti di ogni ordine e grado. Per “competenze per la vita” (life skills) si intendono l’insieme di abilità sociali, cognitive e personali che consentono di affrontare positivamente le richieste e le sfide che ci riserva la vita quotidiana.

Attraverso un percorso formativo intensivo, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare e approfondire aspetti chiave dell’intelligenza emotiva: autocoscienza, empatia e gestione delle emozioni.

Autocoscienza: è la prima caratteristica dell’intelligenza emotiva e consiste nel conoscere sé stessi, il proprio carattere, i propri punti forti e deboli, i propri desideri e bisogni. Aumentare l’autoconsapevolezza può aiutare a comprendere quando si è in preda ad un’emozione disturbante per poi intervenire su di essa per gestirla nel modo migliore. Rappresenta un prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni inter-personali positive e per la comprensione empatica degli altri.

Empatia: è la capacità di comprendere gli altri, di «mettersi nei loro panni», anche in situazioni che non ci sono familiari. L’empatia permette di migliorare le relazioni sociali e aiutare chi è in difficoltà. Le persone empatiche hanno sviluppato un atteggiamento mentale per cui tutte le volte che interagiscono con qualcuno si chiedono “qual è la cosa migliore che posso dire o fare perché questa persona mi ascolti e si senta capita?”. Questa domanda li fa calare nella prospettiva altrui e capire i loro desideri e paure.

Gestione delle emozioni: saper gestire le emozioni significa saperle riconoscere quando si presentano in sé o nelle altre persone, essere consapevoli di come le emozioni influenzano il comportamento e riuscire a gestirle in modo appropriato. Emozioni intense, come la paura, la rabbia e il dolore, se non riconosciute e gestite, possono avere effetti negativi sulla salute.

Il tutto sarà possibile grazie alla collaborazione con le Università di Bologna e di Foggia e alla partecipazione di relatori qualificati.

I relatori

Alfredo Altomonte, psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale, logoterapeuta.
Mimmo Armiento, psicologo e psicoterapeuta.
Beatrice Balsamo, psicoanalista specializzata in filosofia ed esperta delle narrazioni.
Veronica Della Noce, coach e psicoterapeuta.
Simone Gabrielli, educatore e autore.
Marco Gasparri, ad di Aepi Industrie, presidente della Delegazione imolese di Confindustria, già premiato come “Imprenditore per il bene comune” al Festival della dottrina sociale.
Elisa Farinacci, ricercatrice Dipartimento delle Arti Università di Bologna.
Matteo Maria Giordano, media educator.
Salvo Noè, psicoterapeuta, scrittore, consulente Rai1
Adriano Tomba, segretario generale della Fondazione Cattolica Assicurazioni.
Giusi Antonia Toto, docente di Didattica e Pedagogia speciale Università di Foggia.
Annarita Zazzaroni, docente e ricercatrice dell’Università di Bologna dal 2016, ambito Filologia della lettura italiana moderna e contemporanea, bibliopoesiaterapista.
Stefano Zamagni, economista e docente di Economia politica all’Università di Bologna.

La due giorni sarà chiusa dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna.

Fondamentali saranno i laboratori a numero chiuso che si svolgeranno sia il sabato sia la domenica. Si consiglia pertanto l’iscrizione accedendo qui

La Challenge

La “Challenge del Bootcamp” inviterà i partecipanti a creare un progetto video che rifletta il valore delle life skills nelle loro vite.

Nella giornata del 26 maggio, alle ore 19, si svolgerà la cerimonia di premiazione, con il team vincitore che avrà l’opportunità di partecipare al “Progetto Giovani Ciak” per la realizzazione del proprio concept.

Le attività plenarie, la premiazione del miglior video e l’evento musicale della serata del 25 maggio saranno aperte a tutti.

Si può partecipare ai due giorni di bootcamp con una donazione minima di 10 euro a favore della Fondazione che andrà a sostegno delle attività per giovani in difficoltà.

Per la partecipazione alla cena musicale sarà invece necessaria la prenotazione e un contributo di 20 euro.

Per maggiori informazioni e per iscriversi al bootcamp cliccare qui oppure scrivere a info@inorationeinstantes.org

La metafora del puzzle

«Ciascuno di noi è un pezzo di un grande puzzle, rappresentante la società in cui viviamo. Come in ogni puzzle, non esistono tasselli superflui: ognuno ha uno spazio da riempire. Ciascuno porta con sé uno specifico talento, una peculiare prospettiva, e il modo in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri è fondamentale per creare un quadro unico e meraviglioso. Come tasselli del puzzle, ognuno di noi, inserito correttamente nel grande puzzle, ha il potenziale di contribuire in modo significativo alla costruzione di uno splendido “disegno” sociale, se impariamo a valorizzare i nostri talenti e a relazionarci in modo efficace con gli altri.
Ma non è tutto. Questa avventura non si limita all’aspetto esterno. Ognuno di noi è il frutto di tanti piccoli particolari che poi compongono, insieme, l’Unità.
Esploreremo, quindi, anche il puzzle delle emozioni e delle competenze interiori. La capacità di comprendere e organizzare il puzzle delle nostre emozioni è cruciale per diventare individui più consapevoli, empatici ed equilibrati. Quando riusciamo a mettere insieme i pezzi interiori, raggiungiamo un’armonia che ci rende persone migliori capaci di navigare nelle sfide della vita con forza, resilienza e saggezza e di ristabilire relazione sane e positive.
Quando raggiungiamo questa armonia interiore riusciamo ad abbandonare l’individualismo lasciando quindi il passo alla comunità, per convogliare capacità e realizzazione personali in un progetto per il bene comune».

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